Concorso a cattedra: l’esercitatore del Miur fa acqua da tutte le parti
Data: Giovedì, 29 novembre 2012 ore 07:00:00 CET Argomento: Sindacati
Perché non
sono state pubblicate le risposte esatte? Così si discriminano i
partecipanti. Ravvisati anche diversi problemi per i candidati non in
possesso di computer moderni e di connessioni veloci. Tantissime le
proteste. E poi non ci si lamenti dei ricorsi…“Fa acqua da tutte le
parti l’esercitatore predisposto dal Ministero dell’Istruzione per
permettere agli oltre 320 mila candidati al concorso a cattedra per
diventare tra meno di un anno docenti della scuola pubblica italiana:
il Miur deve immediatamente pubblicare le risposte esatte, altrimenti
rischia di disorientare gli aspiranti docenti anziché permettergli di
studiare i contenuti delle prove preliminari fissate per il 17 e 18
dicembre prossimi”. A sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente
dell’Anief e delegato Confedir per la scuola, a poche ore dalla
decisione del Ministero dell’Istruzione di far esercitare i candidati
al concorso senza fargli conoscere l’esito delle 3.500 domande
predisposte dalle commissioni di esperti. Nella giornata di oggi, al
nostro sindacato sono pervenute tantissime denunce e proteste per una
scelta di cui non si comprendono i motivi: “il Miur abbia il coraggio
di pubblicare le risposte esatte. Se non lo fa, discrimina i
partecipanti, i quali già hanno avuto inspiegabilmente dieci giorni in
meno, rispetto ai concorsi pubblici passati, per prepararsi attraverso
la lettura di tutti i quesiti”. L’Anief si fa portavoce dei candidati,
facendo un appello pubblico al Miur, anche per dire che già dal primo
giorno il sistema informatico predisposto per rendere pubblici i
quesiti è andato in tilt: permangono infatti forti difficoltà a
collegarsi, soprattutto per chi non ha la banda larga e diversi
problemi nel portare a compimento le sessioni di prova. Ma soprattutto
c’è l'amara sorpresa, qualora non si risponda correttamente alle 35
risposte, di non conoscere quelle a cui non si è risposto in modo
positivo. “Allora a cosa serve esercitarsi?”, si chiede Pacifico. “Il
sistema sembra quasi tarato per evitare contestazioni immediate contro
la formulazione di domande sbagliate. Se così fosse – continua il
presidente – saremmo di fronte ad un grave errore, perché per evitare
di affrontare i problemi si cercherebbe di aggirarli con un sistema
informatico cervellotico e inefficace”. “Ad essere danneggiati sono
tutti i candidati che non sono in possesso di computer e reti di
collegamento all’avanguardia. Limitando, inevitabilmente, le loro
opportunità. Il Miur non può fare altro che pubblicare, da subito,
tutte le risposte esatte. In caso contrario si renderebbe artefice di
una clamorosa discriminazione dei partecipanti al concorso. E poi –
conclude Pacifico - non ci si lamenti dei ricorsi…”.
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