La favola dell’asino che voleva diventare cavallo
Data: Domenica, 25 novembre 2012 ore 05:00:00 CET
Argomento: Redazione


C’era una volta, in un paesino, della Sicilia, un giovane asino che brucava ogni giorno attorno alla sua fattoria. Stanco di quella vita, decise di allontanarsi dal recinto per avviarsi verso una città, che sorgeva ai piedi dell’Etna. E stufo del suo essere sempre un asino, decise, un bel giorno, di diventare cavallo! Si, proprio un bel cavallo purosangue! Con i risparmi che aveva si comprò una bella pelle di cavallo, la indossò, e così, a “gran galoppo”, si avviò verso la città. Con quella nuova pelle addosso, il neocavallo, sentiva di aver risolto il problema della sua vita. Egli notava che in ogni villaggio in cui passava, veniva riverito e trattato con riguardo, era diventato “il signor cavallo!”. E tutto questo lo riempiva di soddisfazione. Appagato da questa sua nuova esistenza, arrivò nell’agognata città e si “tuffò” nell’ambiente dei cavalli cittadini.
Un giorno, trovandosi nella piazza centrale della città, si “pavoneggiava” come un cavallo, e il capo branco, per attirare l’attenzione dei turisti, pensò di organizzare una parata equestre, dando, ad ogni cavallo, l’ordine di lanciare “alto un nitrito”.
E qui, come dice il proverbio, “casca l’asino”, infatti, mentre tutti i cavalli lanciarono il loro bel nitrito, il nostro povero asino mascherato non partecipò al coro ed alle rimostranze di tutti gli altri e del capo branco, su come mai lui non avesse nitrito, emise… un lungo e lamentoso… raglio!
Così, il povero asino, scoperto, gli venne tolta di dosso quella bella pelle di cavallo, che non gli apparteneva, fu preso a calci e cacciato dal branco e dalla città.
Indolenzito, amareggiato, e rassegnato, il nostro eroe prese la via del ritorno verso il suo paesino, per riacquistare la sua vera identità, così da poter ragliare in santa pace e in piena libertà! E vivere, finalmente, come un… asino! Riuscì solo a… sbottare: “Se sono così è perche Dio ha voluto che fossi così. E Dio non sbaglia mai. Possibile che abbia sbagliato proprio con me!?”.
Morale della favola: “Cu di robbi d’autri si vesti, prestu si spogghia!”.
O se volete, il “mondo adora gli originali”. E non i ribattuti!
Meditate gente, meditate!!!

Giuseppe Scaravilli
giuseppescaravilli@tiscali.it





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