JOB&Orienta 2012: il ministro Fornero in dialogo con i giovani
Data: Sabato, 24 novembre 2012 ore 05:00:00 CET
Argomento: Redazione


«Nessuna lezione oggi, dialogo e ascolto. Sono qui per sentire quello che i ragazzi hanno da dire, rispondere loro spiegando l’azione di questo governo e la mia in particolare». Lo precisa subito il ministro ELSA FORNERO, intervenuta oggi pomeriggio alla seconda giornata di JOB&Orienta, salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro fino a domani alla fiera di Verona. «Voglio raccontarvi come è nata la riforma del lavoro» dice agli oltre 350 studenti dei corsi triennali di istruzione e formazione professionale, intervenuti da varie regioni nell’all’incontro promosso da Forma, associazione nazionale degli enti di formazione professionale di ispirazione cristiana (Enaip, Salesiani Cnos, Ciofs e Confap). «Avevamo un mercato del lavoro troppo segmentato. Anziché alzare gli steccati a tutela di chi già è garantito, abbiamo voluto renderlo più “fluido” a vantaggio degli esclusi - che sono principalmente i giovani e le donne di ogni età -, uscendo dalla logica che esista un numero fisso di posti di lavoro che include me ed esclude te». E il precariato alimentato da una tale situazione è un danno anche per le imprese. «Abbiamo avuto dieci anni di flessibilità accentuata che hanno azzerato la crescita – evidenzia la Fornero-, abbassato la produttività e la competitività delle nostre imprese».

«Il momento della crisi –continua il ministro - non può essere oggi un alibi alla ricerca di soluzioni. La riforma intende rispondere a questo attraverso l’apprendistato come veicolo primario di ingresso nel mondo del lavoro per i giovani, la flessibilità in uscita, gli ammortizzatori sociali, le politiche attive, perché il lavoro va cercato con l’aiuto di professionisti». Uno strumento, quest’ultimo, che in Veneto contribuisce in modo evidente ad arginare la disoccupazione giovanile, qui al 7% (contro la media nazionale del 10,5%).

I ragazzi pongono le loro domande al ministro, le chiedono suggerimenti su come cercare un’occupazione, come comportarsi di fronte a proposte di lavoro in nero, cosa conta di più in un curriculum, se i titoli di studio o le esperienze lavorative fatte, quali saranno i settori di maggiore sviluppo economico nei prossimi anni e dunque di maggiori opportunità di inserimento per loro. E ancora esprimono i loro dubbi e le incertezze sul futuro, le raccontano il desiderio di inseguire i propri sogni e il timore di non riuscire a realizzarli. Uno di loro poi le chiede cosa pensi della formazione professionale, considerata spesso la cenerentola” del sistema.

Eppure in Italia sono oltre 160 mila gli studenti iscritti ai corsi triennali di istruzione e formazione professionale: ben il 60% di loro, pur nell’attuale contesto di crisi, a un anno dalla qualifica trova un’occupazione (negli anni pre-crisi la percentuale raggiungeva addirittura l’80%), nel 65% nei casi coerente con il titolo conseguito. A dimostrazione del valore di queste realtà educative che, grazie alla didattica per “compiti e problemi reali”, il sistema di valutazione delle competenze e una formazione collegata alle pratiche professionali e finalizzata al lavoro, contribuiscono in modo significativo alla riduzione della dispersione scolastica. Anche l’UE ne riconosce il merito, registrando una tendenziale diminuzione del fenomeno dell’abbandono scolastico proprio nei Paesi in cui il sistema duale di alternanza scuola lavoro è meglio applicato.

Le esperienze di alternanza affiancano ai periodi di stage e tirocinio (parte obbligatoria di tutti i percorsi triennali), attività formative svolte direttamente in azienda: sono iniziative che, oltre a offrire agli allievi la possibilità di imparare lavorando, si trasformano in veri e propri incubatori di innovazione per le aziende stesse, anticipando esempi di formazione in assetto lavorativo.

Accanto ai giovani studenti , anche alcuni ex allievi degli enti di formazione professionale, oggi lavoratori in grandi aziende o piccoli imprenditori. Come Mirko Squerzoni qualificatosi in Meccanica all’Enaip di Isola della Scala, che ha avviato, a soli vent’anni, un’impresa per la produzione di accessori e telai per kart, trasformando così una passione giovanile in carriera professionale di successo.

A conclusione dell’incontro, infine, Forma nazionale ha presentato al Ministro una richiesta molto precisa: un emendamento alla Legge finanziaria per escludere dal Patto di stabilità le risorse regionali destinate al sostegno dei percorsi professionali. Risorse a garanzia di quello che è, a tutti gli effetti, un servizio pubblico essenziale (erogato da imprese private no profit e capace di raggiungere elevati standard di qualità a costi contenuti), segmento del servizio nazionale d’istruzione.

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