Ruolo - Sblocco scatti e contratto - Stipendi degli statali: le due Italie
Data: Mercoledì, 21 novembre 2012 ore 12:48:56 CET Argomento: Sindacati
I magistrati
ricorrono in tribunale e ottengono dalla Consulta - anche per gli
avvocati dello Stato - lo sbocco degli automatismi di carriera. Subito
il Mef ordina il pagamento dell’acconto +3,04% a partire da dicembre.
Insegnanti e altri dipendenti pubblici continuano invece a perdere
potere d’acquisto: -6.000 euro tra 2010-2013 con ricostruzione di
carriera ritardata per neo-assunti. Ricorri anche tu con Anief, scrivi
a r.stipendio@anief.net. Le due Italie: oltre alla consolidata
differenza tra pubblici e privati, all’interno dello Stato da una parte
3 milioni di dipendenti pubblici con progressioni di carriera e
contratto bloccato per legge in attesa dell’intervento di qualche nume
(L. 122/10), dall’altra magistrati e avvocati dello Stato che ricorrono
al Tar e ottengono la cancellazione da parte della Corte costituzionale
(sentenza n. 223/12) della norma (art. 9, c. 22) che riduceva
l’indennità tabellare, cancellava gli acconti relativi agli automatismi
di carriera per il triennio 2011-2013 e imponeva (art. 9, c. 2) il
prelievo forzoso del 5% sulla differenza di reddito superiore a 90.000
euro fino a 150.000 euro e del 10% per cifre superiori. Così il MEF,
con nota 157 dell’8 novembre 2012, ordina a partire da dicembre
l’adeguamento degli importi tabellari per il personale della
magistratura, avvocati e procuratori dello Stato con un incremento
mensile a titolo di acconto del 3,04% in busta paga e la sospensione
della riduzione dell’indennità giudiziaria già avviata per il mese di
novembre, mentre gli stipendi medi degli altri dipendenti pubblici - al
netto dell’aumento dell’inflazione e del costo della vita - continuano
a perdere potere d’acquisto, come ha rilevato l’ARAN, fino a 6.000 euro
nel 2014, secondo studi di settore sindacali. Cosa fare? È ovvio,
ricorrere in tribunale come hanno fatto i giudici e rivendicare la
violazione degli stessi principi costituzionali. Dove? Al tribunale del
lavoro attraverso il sindacato, al fine di arrivare alla Consulta e
fare cassare le norme impugnate. Quale sindacato? L’Anief, per il
personale della scuola, perché è il sindacato che si è specializzato
nei ricorsi in questi anni e perché per primo ha denunciato la norma
grazie a uno studio approfondito della materia il cui analogo
ragionamento è stato sviluppato nelle decisioni della magistratura. Per
il restante personale del pubblico impiego, la Confedir, cui l’Anief
aderisce, con modalità che saranno note con successivo comunicato. Se
lavori nella scuola, scrivi a r.stipendio@anief.net per richiedere le
istruzioni operative per ricorrere.
www.anief.org
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