Bersani, Renzi e Vendola: il programma sulla scuola dei candidati alle primarie del PD
Data: Mercoledì, 21 novembre 2012 ore 07:00:00 CET Argomento: Attività parlamentare
Il mondo della scuola e dell’istruzione, così come il
corpo docente, vivono ormai da anni un periodo di confusione e
incertezza. Gli ultimi ministri che si sono succeduti non hanno fatto
che smantellare le regole preesistenti senza risolvere di fatto i
problemi strutturali della scuola italiana. Per ultimo il ministro
Profumo, ha cercato di imprimere un’accellerata rispetto ai suoi
predecessori, avviando un Tfa ricco di polemiche ed un concorso che ha
generato speranze ma soprattutto malcontento tra giovani aspiranti
docenti e precari storici. Ne approfittiamo dell’imminenza delle
elezioni alle primarie del partito democratico, che si svolgeranno
domenica 25 novembre, per illustrare i programmi dei candidati sul
mondo della scuola. Sperando che esso non costituisca solo un facile
slogan elettorale quanto soprattutto un tema in cima all’agenda dei
nostri politici supportato da un programma concreto e che tenga conto
delle difficoltà strutturali che hanno ingarbugliato il sistema per
anni.
Argomento molto sentito dal candidato Matteo Renzi, quello della
scuola, sembra aver puntato proprio su questo per far breccia
nell’elettorato di sinistra e non solo. Nel programma di Renzi infatti
viene dato all’istruzione un ruolo di primo piano per far ripartire il
nostro paese puntando proprio al merito nella scuola. Ma vediamo nel
dettaglio come Renzi intenda perseguire questo obiettivo:
1. Forte investimento sulla scuola e, in particolare, sulla formazione
e l’incentivazione degli insegnanti, sull’edilizia scolastica e
sull’upgrade tecnologico della didattica;
2. Valutazione degli istituti scolastici attraverso il completamento e
il rafforzamento del nuovo Sistema di Valutazione centrato sull’azione
di Invalsi e Indire, con la prospettiva di avvicinare gradualmente il
nostro modello a quello britannico centrato sull’azione della Ofsted;
3. Incentivi ai dirigenti scolastici basati sulla valutazione della
performance delle strutture loro affidate;
4. Revisione complessiva delle procedure di selezione e assunzione dei
docenti, basata sulle competenze specifiche e sull’effettiva capacità
di insegnare;
5. Formazione in servizio per gli insegnanti obbligatoria e
certificata, i cui esiti devono contribuire alla valutazione dei
docenti e alle progressioni di carriera, basata su un mix di:
aggiornamento disciplinare, progettazione di percorsi con altri
colleghi, aggiornamento sull’uso delle nuove tecnologie per la
didattica, incontri con psicologi dell’età evolutiva o con medici per
capire come affrontare handicap o disturbi di apprendimento sui quali
la scienza ha fatto progressi.
6. Valutazione e incentivazione degli insegnanti, attivando in ciascun
istituto scolastico un meccanismo finalizzato all’attribuzione di un
premio economico annuale agli insegnanti migliori, scelti da un
comitato composto dal preside, da due insegnanti eletti dagli altri
(cui andrà il 50% del premio e che non potranno ovviamente essere
selezionati per il premio intero) e da un rappresentante delle famiglie
eletto dalle stesse, sulla scorta del progetto pilota “Valorizza”, già
sperimentato in quattro province nel corso del 2010-2011.
Punta sulla scuola anche Niki Vendola il quale afferma che: “l’Italia
necessita di una battaglia culturale e di una rivoluzione copernicana,
rispetto ai concetti di cultura e conoscenza, che sono oggi marginali
nella società e nel mondo del lavoro” Il suo programma sulla scuola è
illustrato all’interno di un testo scaricabile on line, nel capitolo
“La scuola chiude la prigione”. Vediamone anche in questo caso i punti
salienti:
1. Cancellare, la legge 133 del 2008, "la famigerata riforma Gelmini".
2. Ripensare ad un modello di formazione che accompagni i cittadini per
l'intero arco della vita e che garantisca pari opportunità per tutti
3. Garantire un insegnante di sostegno per ogni alunno con difficoltà
4. Riconoscere la multiculturalità come risorsa della nostra comunità
5. Innalzare l'obbligo scolastico fino ai 18 anni
6. Recuperare le ore sottratte dalla Gelmini alle superiori e prevedere
l'unificazione dei cicli liceali e tecnico professionali
7. Realizzare un piano pluriennale di immissioni in ruolo, che porti a
esaurire le attuali graduatorie e stabilire regole certe e durature per
i nuovi percorsi abilitanti all'insegnamento.
Pierluigi Bersani pur non avendo ancora esposto un programma
dettagliato sulla scuola, come i suoi concorrenti alle primarie Vendola
e Renzi, ha dichiarato che invertirà la rotta sulla scuola e
l’università rispetto a ciò che queste due istituzioni hanno vissuto in
questi ultimi anni, afferma infatti che: “se c’è un settore per il
quale è giusto che altri ambiti rinuncino a qualcosa, è quello della
ricerca e della formazione. La scuola e le università italiane hanno
vissuto quindici anni di continue umiliazioni”. Anche lui afferma come
prioritario dover ripartire dagli insegnanti e dalla ricerca
“umanistica” di base.
Laura Puppato si concentra prevalentemente sulla scuola d'infanzia
criticando il modulo delle 25 ore e proponendo di affidare gli asili
nido direttamente al Miur. Promette grande attenzione per gli
alunni disabili per i quali "serve incrementare il numero degli
insegnanti di sostegno, affinché nessuno rimanga escluso o indietro".
Allo stesso tempo propone di voler riformare il ciclo scolastico
primaria-secondaria portandolo ad un ciclo unico di 7 anni con la
modalità tempo pieno o 30 ore su 5 giorni con compresenza.
Scarne e inesistenti, infine, le idee dell'ultimo candidato, Bruno
Tabacci, sulla scuola.
Alessia
Gervasi - propostalavoro.com
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