Brivido alla schiena per le violenze dei cortei studenteschi davanti alla Sinagoga Ebraica di Roma: riemergono i fantasmi di un passato che sembrava sepolto
Data: Giovedì, 15 novembre 2012 ore 20:38:32 CET
Argomento: Rassegna stampa


L'ira del sindaco Alemanno: Capitale sotto assedio nonostante l'emergenza della piena in corso
Cronaca di una giornata annunciata, quella del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che già nella tarda serata di martedì aveva rivolto un appello per la città prevedendo la scontata paralisi.
Dopo ore passate a sorvegliare Tevere, traffico, ordine pubblico e polemiche continue, il primo cittadino a fine serata non ne ha per nessuno.
«È inaccettabile, si sapeva che Roma andava incontro a un'emergenza legata al maltempo e alla piena del Tevere. È possibile che non si possa rinunciare o ridimensionare le manifestazioni in corso? Ci sono stati tre cortei non autorizzati degli studenti e due manifestazioni sindacali autorizzate, Roma è stata totalmente assediata - ribadisce Alemanno -. È mai possibile, mi chiedo, che non ci sia quel senso di responsabilità da parte dei manifestanti di non pensare soltanto ai proprio problemi, ma di pensare anche alla vita della città?
Faccio un ennesimo appello a un modo diverso di manifestare perché questo è un modo spesso irresponsabile». Poi il plauso alle forze dell'ordine «che hanno proceduto al fermo e all'identificazione di molti manifestanti fra i possibili autori degli scontri sul Lungotevere e davanti la Sinagoga.
Mi auguro che vengano presi provvedimenti seri per tutti coloro che saranno riconosciuti colpevoli di aver inscenato una vera e propria guerriglia per le strade di Roma e che gli sforzi delle forze dell'ordine non vengano vanificati da coperture politiche di comodo».
Affermazioni dure quelle del sindaco alle quali segue la solidarietà alla comunità ebraica di Roma, offesa dai manifestanti e anche agli agenti di pubblica sicurezza, che ancora una volta hanno dovuto fronteggiare violenze e disordini provocati da chi voleva far degenerare la situazione. E solidarietà, infine, ai cittadini che hanno avuto problemi più o meno gravi per il blocco del traffico e i danneggiamenti alle auto.
Episodi di questo genere sono il frutto di una situazione ormai fuori controllo per il proliferare di cortei autorizzati e non autorizzati, che anche con poche migliaia di partecipanti paralizzano la città. Le forze dell'ordine sono state costrette, per la prima volta dopo tanti anni, a far passare manifestanti estremisti davanti la Sinagoga, con evidenti rischi per i bambini che stavano uscendo dalle scuole israelitiche.
Mi chiedo - conclude Alemanno - cosa altro deve accadere per indurre il Governo e le autorità di pubblica sicurezza a dare una vera regolamentazione alle manifestazioni nella Capitale d'Italia».
Del resto qualche mese fa anche il ministro degli Interni, Annamaria Cancellieri aveva posto l'accento sulla necessità di trovare maggiore equilibrio tra il diritto a manifestare da una parte e il diritto di muoversi liberamente in città dall'altra. Un fronte tuttavia destinato a restare aperto, più di quello della piena del Tevere, che resterà sorvegliato speciale per i prossimi due giorni. «Siamo convinti che la piena possa passare senza gravi danni per la città» ha rassicurato sempre Alemanno passato dal caos dei cortei a Ponte Milvio per controllare la situazione del fiume. «Siamo in allerta e invitiamo tutti i cittadini a prestare attenzione. La portata massima resterà tale nei prossimi due giorni, questo ci ha detto la protezione civile. Stiamo vigilando sugli argini e su tutte le situazioni di emergenza - sostiene ancora il sindaco - attualmente sono impegnati 160 volontari, 50 unità specializzate, 1000 vigili urbani, con 60 idrovore e dai dati della protezione civile tutto dovrebbe fermarsi a circa 13,14 metri, un livello tale da non creare problemi se non nelle zone di confluenza tra Aniene e Tevere». Per quel che riguarda l'altro fiume romano, l'Aniene, il sindaco ha spiegato: «Come sempre è il punto più fragile perché lì ci sono problemi strutturali». Una giornata lunghissima quella del sindaco della quale, al di là delle polemiche, occorre ancora quantificare i danni.

La battaglia di Roma contro fiumi e cortei
di Maurizio Gallo Violentata, allagata, paralizzata. Questa volta i «problemi» non sono piovuti dal cielo e non è stata una sola manifestazione a causare paura, danni e disagi. Ieri sulla Capitale splendeva un sole primaverile, ma il Tevere era gonfio d'acqua e quattro cortei che l'hanno attraversata hanno prodotto il caos. Nonostante i giusti appelli del sindaco Alemanno.

Violentata, allagata, paralizzata. Questa volta i «problemi» non sono piovuti dal cielo e non è stata una sola manifestazione a causare paura, danni e disagi. Ieri sulla Capitale splendeva un sole primaverile e i quattro cortei che l'hanno attraversata erano programmati da tempo, anche se il sindaco aveva lanciato un accorato quanto inedito allarme, rivolgendosi addirittura al Parlamento e se i percorsi stabiliti non sono stati rispettati. A poco è servito l'appello di Alemanno e lo stesso si può dire della «piena controllata» del Tevere. Il mercoledì nero dei romani comincia puntuale all'alba. Il disco rosso è appena spuntato all'orizzonte quando la zona nord della città finisce sott'acqua. Alle sei i vigili urbani chiudono al traffico via dei Prati Fiscali. L'Atac devia cinque linee di bus. L'Aniene è esondato. Poco più tardi, verso le 8,30, è la volta di via Salaria e Tor di Quinto. Il livello dell'ex biondo fiume ormai supera i 12 metri alla stazione di Ripetta. Il barcone dei Canottieri Aniene, che era stato messo in sicurezza a Ponte Milvio, ha ceduto alla pressione della corrente e si è spezzato in più punti. La protezione civile potenzia i «presidi di monitoraggio» nelle zone interessate da «fenomeni di rigurgito» lungo i due corsi d'acqua. Poco prima delle 9,30 diventa inagibile la stazione «La Celsa» della Roma-Viterbo. Nello stesso tempo, un «fiume» di studenti confluisce verso la Piramide per partecipare allo «sciopero europeo». L'intenzione è di raggiungere il ministero dell'Istruzione a Trastevere. I Cobas della scuola, invece, si concentrano in piazza della Repubblica e gli studenti medi e i loro docenti riempiono viale Castro Pretorio. Si uniranno con i sindacati in piazza della Repubblica. Lo stesso faranno gli universitari partiti da piazzale Aldo Moro una volta giunti ai Fori Imperiali. È un «attacco» da più punti semiperiferici verso il centro della metropoli. E ci sono pure due sit-in: uno su largo Bernardino da Feltre e un altro davanti alla Camera. Mentre la polizia fronteggia gli studenti, vigili del fuoco e protezione civile continuano a combattere con Tevere e Aniene. La situazione più grave è proprio nel punto dove le due «arterie idriche» si incontrano. Molti circoli sportivi vengono inondati, i barconi strappati dagli ormeggi, i campi da tennis trasformati in piscine. Problemi anche sul Raccordo, all'altezza di Castel Giubileo. Intanto da piazza Bocca della Verità parte la manifestazione della Cgil contro l'austerità diretta a piazza Farnese. Alemanno si lamenta su Twitter. «Vi pare giusto?», chiede retoricamente. Gli studenti non nascondono le loro intenzioni: vogliono raggiungere Montecitorio. Le forze dell'ordine sono lì per impedirlo. Le prime tensioni esplodono alle 10,45 in via di Ripetta. Il Blocco studentesco tenta di forzare i cordini della polizia. Volano i primi sassi e gli agenti caricano. Non va meglio sul «fronte» della piena. A mezzogiorno viene chiuso il pronto soccorso del Fatebenefratelli sull'Isola Tiberina, dove l'acqua ha superato di 70 cm. il livello dell'esondazione del 2008, toccando i 13 metri. Il Tevere straripa alle porte della Capitale, allagamenti vengono segnalati a Torrita Tiberina e Monterotondo. Per aggravare le cose un incidente con feriti, poco prima di mezzogiorno, blocca la nuova galleria della Tangenziale. La viabilità intorno Roma è in tilt per cause idriche, quella dentro le Mura Aureliane per cause politiche. I due fenomeni si incrociano e si sovrappongono. La città ne paga il prezzo. Ma il peggio deve ancora venire. Il grosso del corteo di studenti che doveva puntare su piazza Santi Apostoli si dirige verso via del Teatro Marcello, cerca di aggirare i presidi dei «celerini» e di arrivare in Centro attraverso il ghetto. Gli obiettivi finali sono sempre i «palazzi del potere». Questa volta sono polizia e carabinieri a dire «no pasaran». E, infatti, non passano. Ma sul lungotevere dei Tebaldi è guerriglia. Da un lato pietre, bottiglie e bombe carta, dall'altro lacrimogeni e manganelli. Alcune studentesse piangono e non solo per i gas. Una madre cerca il figlio e urla il suo nome: «Giovanni, dove sei?».
Il bilancio della giornata sarà di 140 manifestanti identificati, 8 arrestati, 8 denunciati e 16 feriti tra agenti e carabinieri. Non va meglio la battaglia contro i fiumi. Alle 14 si allaga perfino la sede della protezione civile in via Vitorchiano. Il sindaco spiega che quella di Roma Nord è la zona «più fragile sotto il profilo idrografico». I «suoi» cittadini, a dire la verità, se ne sono già accorti. Il trasporto pubblico riprende a funzionare solo alle quattro del pomeriggio. Per i romani è un mercoledì da dimenticare.







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