Il blocco dello stipendio costa 1.600 euro all'anno
Data: Mercoledì, 14 novembre 2012 ore 12:34:47 CET Argomento: Rassegna stampa
L'appello alla
moderazione salariale rilanciato dalla Commissione europea come una
delle vie per il rilancio della competitività non riguarda certo il
pubblico impiego. Il blocco dei contratti deciso due anni fa non solo
ha prodotto una frenata di questa voce della spesa corrente, ma ha
anche ridotto le retribuzioni reali. Secondo un calcolo realizzato per
Il Sole 24 Ore da Aran, l'agenzia per la rappresentanza negoziale delle
pubbliche amministrazioni, se si prende come indicatore la retribuzione
media contrattuale annua del 2009, pari a 27.613 euro, si scopre che
tra il 2010 e il 2012 i dipendenti hanno perduto 1.602 euro di reddito
a causa dell'erosione monetaria prodotta dall'inflazione, che nel
periodo, in termini cumulati, è crescita del 7,5 per cento. Se si passa
dalla media alla variazione percentuale, la limatura alle retribuzioni
contrattuali – prese in esame al posto delle retribuzioni di fatto
visto che nel nuovo modello l'Ipca e poi l'inflazione effettiva si
applica solo alla parte fissa – equivale al 5,8 per cento. E poiché il
blocco dei rinnovi sta per essere prorogato anche per il biennio
2013-2014, con un trend invariato dei prezzi al consumo la prospettiva
è di un raddoppio della perdita di potere d'acquisto, fino a superare
l'11% in termini cumulati in cinque anni.
Il primo rapporto semestrale Aran (si veda il Sole 24 Ore del 19
ottobre) aveva già confermato il sostanziale congelamento delle
retribuzioni pro capite di fatto nel biennio 2010-2011, quando in
termini aggregati si sono ridotte dello 0,2 per cento. Nello stesso
periodo le retribuzioni di fatto del settore privato (stipendio base
più componenti accessorie) sono invece cresciute del 2,1 per cento.
Sono dati che fanno riflettere se letti tenendo conto degli ulteriori
tagli introdotti con la spending review di luglio, oggetto del
confronto sindacale annunciato per settimana prossima dal ministro per
la Pa e la semplificazione, Filippo Patroni Griffi. A contenere la
massa salariale nel pubblico (167 miliardi, pari al 10,7% del Pil
quest'anno, destinato a scendere al 9,9% nel 2015 secondo l'ultima nota
aggiuntiva del Def) è il blocco del rinnovo dei contratti scattato con
il Dl 78/2010. Misura rafforzata l'anno passato con altri quattro
interventi successivi, che hanno messo un tappo che va oltre la
contrattazione collettiva e blocca le retribuzioni individuali, gli
scatti e le progressioni di carriera. Il risultato è una riduzione
extra delle retribuzioni pubbliche che ha portato a un sostanziale
allineamento con la crescita cumulata degli stipendi privati (+40,6% i
primi negli ultimi dieci anni contro il +41,8% dei secondi a fronte di
un tasso di inflazione effettivo cumulato di periodo del 27,1 per
cento).
In termini monetari il blocco delle retribuzioni determina un risparmio
di 6,5 miliardi nel biennio, che saliranno a 13 miliardi a fine 2014,
termine dell'ulteriore proroga che verrà confermata con un decreto
ministeriale atteso nelle prossime settimane. Con questo atto verrà
confermato anche il congelamento della vacanza contrattuale, il che
significa che se nel 2015 sarà possibile l'apertura di una nuova
stagione di rinnovi contrattuali, il potere d'acquisto perduto a causa
degli ultimi cinque anni di inflazione non verrà mai più recuperato. La
stretta non è solo italiana. Come ha mostrato due settimane fa la Bce
(Structural issues report, october 2012), negli ultimi anni di crisi il
maggior contenimento salariale si è determinato in diversi Paesi
soprattutto per i dipendenti pubblici, mentre le retribuzioni del
settore privato hanno manifestato una quasi-invarianza, con effetti
negativi sui margini di recupero di competitività e occupazione.
La mappa
GRECIA
Ottomila dipendenti in mobilità
La Grecia effettuerà tagli per 13,5 miliardi nei prossimi due anni, 9,2
già nel 2013. Tra le misure, una riduzione di 6,3 miliardi della spesa
per salari pubblici e pensioni, da realizzare, tra l'altro, attraverso
la messa in mobilità a salari ridotti di 2mila dipendenti pubblici
entro il 2012 e di altri 6.250 a partire dal 2013
PORTOGALLO
Stop alle tredicesime
In Portogallo l'ultima Finanziaria varata dal Governo prevede che metà
della spending review 2012 (6 miliardi) arrivi dal taglio di organici
(oggi i dipendenti pubblici sono 600mila: la riduzione sarà del 2%).
Previsti anche il congelamento delle promozioni, il taglio di salari e
benefit e l'eliminazione di tredicesime e quattordicesime
-2%
FRANCIA
Stabilizzazione dei salari
La prima finanziaria del governo Hollande (da 37 miliardi di euro)
prevede 10 miliardi di tagli alla spesa, in parte da ottenere
attraverso la stabilizzazione dei salari pubblici e attraverso la
riduzione delle spese di funzionamento della Pa del 5%
(il numero di dipendenti pubblici invece aumenterà, dopo cinque anni di
tagli costanti)
-5%
SPAGNA
Turnover bloccato
Previsti tagli in media dell'8,9% ai budget dei ministeri. Per il terzo
anno consecutivo restano congelati gli stipendi dei dipendenti
pubblici, che già erano stati decurtati del 5% dal Governo socialista
di José Luis Zapatero. Nel pubblico impiego viene poi bloccato il
turnover,
con la sostituzione di un solo lavoratore su dieci
-8,9%
Davide Colombo
www.ilsole24ore.com
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