Scuola in Sicilia - il caso ZEN
Data: Mercoledì, 07 novembre 2012 ore 12:01:06 CET
Argomento: Redazione


I recenti fatti di cronaca che descrivono il 40° raid vandalico dei teppisti alla scuola Falcone presso lo Zen di Palermo  segnano il grave malessere sociale della scuola che non riesce ad incidere nel contesto sociale.  Le espressioni di sconforto del Preside Domenico Di Fatta “forse è inutile tenere aperto questo Istituto qui”  è quanto mai eloquente della difficoltà oggettive e dei tanti sforzi messi in atto per assicurare garanzia ed efficienza al servizio scolastico. Le parole del Prefetto  di Palermo, Umberto Postiglione: tutelare maggiormente la scuola predisponendo un efficace sistema di recinzione  dovrebbero diventare fatti. Non so se la scuola recintata come un carcere è una bella immagine di scuola comunità di servizio e centro di cultura.
Nell’esprimere al Collega Dirigente la massima solidarietà, amicizia e stima ci sentiamo tutti colpiti da tali eventi che impoveriscono e mortificano l’identità della scuola.
Nella recente visita del Ministro Profumo, la presenza delle Istituzioni è stata visibile, ma forse occorre ben altro, ed il contesto a volte ha bisogno di altri criteri per la scelta dei docenti  che nelle scuole di frontiera meritano maggiori attenzioni e protezioni.
Anche la notizia del professore precario di Napoli, morto suicida per disperazione, evidenzia in maniere eclatante il disagio della scuola e degli operatori rimasti senza certezze e senza speranze.
Si riuscirà a risalire la china?
I presupposti non sono al momento né visibili, né adeguati.
Il nuovo governo regionale e l’assessore Lino Leanza potrebbe apportare un positivo contributo al mondo della scuola siciliana e al precariato. Facciamo forza insieme e qualcosa di buono certamente avverrà.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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