Sturzo e le autonomie comunali
Data: Sabato, 03 novembre 2012 ore 06:00:00 CET
Argomento: Redazione


Uno Stato si dice accentrato allorché tutte le funzioni fondamentali vengono svolte da organi direttamente dipendenti da esso, senza che compiti gestionali e di rilievo vengano demandati ai minori enti del suo territorio. In base alla Costituzione, l’Italia, pur mantenendo l’assetto di Stato unitario, ha assunto la forma di Stato decentrato, nel quale le autonomie locali sono state potenziate (Comuni/ Provincia) e si è istituito un ente, detto Regione con potere di legiferare su determinate materie. ( da Stato e società, Dizionario di educazione civica , ed. La nuova Italia, 1994)

LUIGI STURZO ( 8 giugno 1902 )
Autonomie comunali
[…] Però, lo spirito pubblico si va modificando…., sente una specie di reazione …contro l’accentramento di  Stato, contro quella specie di tutela esagerata e capricciosa delle autorità politiche e della Giunta Provinciale Amministrativa , che non  hanno, in fin dei conti, saputo tutelare nulla, e che hanno concorso con i loro “visto” alla rovina dei nostri Comuni. […]Non tutti vedono chiaro il problema delle autonomie comunali,[ …] Nell’interesse della vita economica dell’isola è necessaria l’attività unita di tutti i Comuni siciliani, i quali perciò devono funzionare più che come enti burocratici, come organismi economici, e che per arrivare a ciò è necessaria l’autonomia comunale[… ]   L’on. Maiorana, per il buon funzionamento del Comune, come organismo naturale –sociale,  propone che:
“1) si distinguano razionalmente le funzioni dei diversi Comuni, tenendo conto delle diversità di popolazione , territorio, mezzi finanziari ;
2) si agevoli la costituzione dei consorzi fra Comuni, in modo che agli interessi generali si provveda  con una più economica ed efficace azione  collettiva ;
3) si inizi gradualmente, e per gli oggetti di maggiore importanza, il referendum;
4) si istruisca una speciale magistratura locale per giudicare degli atti delle amministrazioni comunali;
5) si  prepari e quindi vigorosamente si attui un’ampia e radicale riforma tributaria, col doppio intento di distinguere nettamente le spese di interesse comunale da quelle di interesse nazionale e di separare i tributi locali da quelli dello Stato”. Giolitti ha posto il problema della municipalizzazione, noi poniamo quello delle autonomie.   ( Da “ La croce di Costantino”).

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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