Il lavoro sommerso dei docenti lodigiani e in tutta Italia e il paradosso Profum...iano
Data: Venerdì, 02 novembre 2012 ore 08:15:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


In televisione, su facebook, su twitter si è accesa la polemica sulle ore di insegnamento. Da un lato c’è il Ministro Profumo che vorrebbe portare a 24 le ore di insegnamento nelle scuola superiore inserendo la flessibilità pagando addirittura meno i docenti che desiderano lavorare solo la mattina (ma credo che non ci riuscirà...). Mi piacerebbe conoscerli i colleghi che con una famiglia decidono di lavorare in part time, forse i professionisti ma anche loro ultimamente hanno rinunciato al tempo parziale e sono comunque una minoranza. Dall’altro esiste un mondo eterogeneo e variegato del corpo docenti, prof che accetterebbero volentieri 24 ore con l’aumento di 107 euro circa all’ora lorde al mese, come avviene attualmente, per gli spezzoni dati agli insegnanti a tempo indeterminato tassate ovviamente al 38%!

(Un docente riceverebbe 645 euro lordi in più al mese (sembra una bella cifra), ma togliendo il 38%  245 euro, l’importo netto diventa di 400 euro se dividiamo questo importo per 4 settimane e 6 ore alla settimana in più di docenza,  diventano 16,67 euro all’ora…).

Per questa cifra: 16,67 euro all’ora,  di fatto si cancellano comunque i precari che con tre spezzoni di 6 ore avrebbero un’intera cattedra e potrebbero consentire alla propria famiglia di sopravvivere...

Altri che invece non accettano oltre le 18 ore perchè ritengono la scuola un sistema di qualità didattica altamente professionale e non una catena di montaggio...

 Ma questo lo sappiamo è a tutt’oggi un diritto del prof che può insegnare fino ad un massimo di 24 ore ma percependo una sorta di straordinario e non gratis oltre le 18.

Avremmo voluto avere in Italia il Consiglio Superiore della docenza (come il Consiglio Superiore della Magistratura), un organo separato dalle logiche partitiche, la valorizzazione dell’insegnamento, il sapere e l’istruzione pubblica come elemento primario della nazione Italia, la docenza che non è un semplice lavoro manuale, frutto di conoscenza, formazione, del sapere,  del saper fare… ma questa proposta di legge presentata quasi in contemporanea con il disegno di legge Aprea, dall’Italia dei Valori e scritta da Stefano d’Errico segretario Unicobas Scuola, all’epoca del Ministro Gelmini non fu nemmeno presa in considerazione.

Le responsabilità della trasformazione  della scuola pubblica in discount si conoscono e le verità sono scritte nero su bianco. 

Gli insegnanti avrebbero potuto percepire uno stipendio come in Francia, in Inghilterra, in Germania, invece i prof devono accontentarsi di guadagnare come i greci ma in Italia a differenza del paese ellenico abbiamo il costo della vita come in Germania, e non è un caso!

Vorrei però spostare l’attenzione su alcuni aspetti del lavoro dell’insegnante.

I politici quando parlano degli insegnanti hanno la cattiva abitudine di associare il prof ad un colore politico.

Ad ogni forza politica da destra … passando dal centro… fino a sinistra fa comodo fare demagogia sull’istruzione pubblica, atteggiamento che nasconde purtroppo una grande ignoranza sul mondo della scuola, la vera antipolitica scolastica la producono loro.

I ministri sono i primi a considerare i prof fannulloni, ignoranti e sempre in malattia, ma riprendo un pensiero letto su sentieri erranti.com: “il  lavoro sommerso del docente” che reputo il vero nodo da sciogliere da pubblicizzare su ogni organo di stampa nazionale sia televisiva, telematica e cartacea!

 Al prof dovrebbe essere riconosciuto:


 - il diritto di timbrare il cartellino come un qualunque altro dipendente pubblico (finchè non verrà definita una nuova piattaforma professionale per i docenti)  e le ore aggiuntive pagate come straordinario;

- il diritto ad avere uno spazio fruibile a scuola per correggere compiti, programmare, preparare le lezioni, fare ricerche e aggiornarmi;

- il diritto di avere  un computer fornito dalla scuola, con relativa stampante dotata di carta e inchiostro (che attualmente acquistiamo e paghiamo noi docenti)

- il diritto di disdire l'abbonamento flat a internet e a riviste specializzate, smettere di comprare libri per aggiornarmi, e non avere la casa invasa da materiale relativo al lavoro scolastico!

- il diritto di avere la libertà di pensare ad altro quando si esce da scuola, non dover utilizzare il proprio tempo libero, non riconosciuto come lavoro, per preparare le lezioni, correggere i compiti, contattare enti, esperti, aziende per organizzare attività e progetti!

...e visto che per fare tutto questo l’insegnante dovrà trattenersi a scuola alcuni pomeriggi, ha il diritto, come tutti gli altri dipendenti dei buoni pasto.

E’ su questi temi che i sindacati Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda, Ugl dovrebbero scendere in piazza ma non hanno voglia e non è politicamente corretto…  guai a toccare i “guru” dei sindacati!

Il problema delle 24 ore nascondono, di fatto il problema del lavoro sommerso che andrebbe dichiarato e riconosciuto dal Governo Italiano e denunciato  dal Ministro Profumo! Non vi preoccupate che i proff non vi chiederebbero gli arretrati…

Dovremmo avere in Italia un Ministro che si faccia carico dei problemi del mondo della scuola e non viceversa crearne degli altri…

Gridare “Vittoria” per aver mantenuto le 18 ore non serve a nessuno! 

Questa è una strategia, della comunicazione: ti tolgo  un diritto per poi (in alcuni casi) ripristinartelo e sembrare un benefattore della democrazia, soprattutto il Partito Democratico ha preparato quasi una festa nazionale per essere riuscito a mantenere le 18 ore… invece avrebbe dovuto chiedere le dimissioni del Ministro Profumo visto che “ignora” il lavoro sommerso dei prof... e anzi vuole aumentarlo invece di aumentare lo stipendio... lo chiamerei il paradosso Profum...iano!

Ecco perché nel lodigiano ( io ho chiesto con una lettera aperta a tutti i sindacati del territorio ma non ho avuto risposta… ovviamente!)  e in tutta Italia bisognerà aprire un dibattito pubblico sui problemi della scuola!  Deve emergere il lavoro sommerso del prof e solo così si potrà ridare a questa figura altamente professionale l’importanza che merita!

A Novembre a Lodi inviterò in un’assemblea pubblica tutti i responsabili sindacali del lodigiano (visto che per email non rispondono...), tutti i docenti  e il personale Ata (anche loro sempre più maltrattati) per definire un documento unitario in difesa del lavoro dell’insegnante da inviare sia alla VII Commissione Cultura ed Istruzione della Camera dei Deputati e del Senato ed a tutti i partiti politici!

Paolo Latella
Segretario Unicobas Scuola Lombardia
paolo.latella@alice.it





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