Dopo le elezioni regionali: quale scuola in Sicilia?
Data: Venerdì, 02 novembre 2012 ore 08:00:00 CET
Argomento: Redazione


Tutto comincerà da come vorrete che finisca” così ha scritto Nello Musumeci in un manifesto elettorale  e adesso che la volontà democratica dei pochi elettori siciliani è stata manifestata andremo incontro ad un  governo regionale che dovrebbe, secondo il presidente Crocetta, cominciare una fase nuova, niente accordi, niente ribaltoni e aperture. L’assetto della nuova assemblea regionale  che ha al centro  i 15 “grillini” vede una prevalenza di 39 parlamentari di sinistra di cui 14 PD e 10 UDC  ,  mentre a  destra  siederanno i 36 “onorevoli”   tra cui i 12 PDL e 10 MPA.
Il disegno lineare a ventaglio sarà presto irretito dalla fitta e ingarbugliata rete di intrecci che vanno da destra a sinistra provocando  confusione ed incertezze circa le identità di origine
Mentre si leggono sui giornali  le cifre che compongono la busta paga di un deputato dell’Assemblea siciliana  11.781,euro più 7.990 come base annua per chi percorre più di 100 km per raggiungere Palermo e 4,000 euro fuori busta per portaborse, eventi e pubblicità   i “grillini “ che non si faranno chiamare “onorevoli” bensì “cittadini” del Movimento 5 stelle , tutte figure nuove e neofiti della politica, dichiarano di accettare soltanto lo stipendio di 2.500 euro al mese  e si auspica che i 19 mila euro risparmiati possano produrre dei benefici alla collettività. Si potrebbero assegnare  alle scuole e migliorare le carenze nell’edilizia e nei servizi della scuola siciliana rimasta ancora senza una legge sul diritto allo studio, annunciata e promessa da 60 anni.
Anche i tanti astenuti dal voto e sono molti,  alcuni dei quali fermamente convinti della scelta fatta di non votare, stanno a guardare gli eventi e le evoluzioni dei cambiamenti, delusi dalle tante promesse e dai cattivi segni della politica che ben poco della “ricerca del bene comune”
 I comizi e le promesse sono terminati, ora occorre vedere i fatti.
Quando, durante la campagna elettorale,  come ASASI (associazione delle scuole autonome), insieme alle altre associazioni  Anquap, UCIIM,  AIMC, ANP, Dirpresidi, e alle  organizzazioni sindacali della scuola,  abbiamo organizzato l’incontro con i futuri Governatori della Sicilia, Rosario Crocetta è venuto alle Ciminiere, ma, invece  di venire nella sala C3 dove c’erano presidi e professori che parlavano di scuola,  è stato dirottata nella sala grande C1 dove era atteso anche il segretario nazionale del Pd Bersani. Gli avremmo voluto chiedere quali programmi per la scuola siciliana, quali prospettive di sviluppo e di miglioramento per una scuola siciliana che ha la bandiera dell’autonomia  e la tiene piegata e chiusa nel cassetto dei ricordi.
La carente edilizia scolastica e la sicurezza degli edifici scolastici  dovrebbero costituire una priorità nella definizione del piano di dimensionamento delle scuola in Sicilia, oggi mal trattate da una fantomatica illusione autonomistica, che ha lasciato in sofferenza oltre cento scuole siciliane  rimaste in balia di formali reggenze; ma di e quindi prive di vitalità  e di sviluppo .
Il buono libro,  il buono scuola e le borse di studio per gli studenti, previsti per legge non trovano adeguato  riscontro e quindi si palesa un diritto violato; la formazione professionale regionale , appellata con il termine “truffa”,  non risponde ai bisogni degli studenti che sono ancora in attesa dell’avvio dei corsi  e 8.000 docenti attendono lo stipendio; la  negativa gestione dei PON e dei POR  da parte della Regione ha consentito solo tramite il C1 e C5 , gestito dal Ministero,  che le scuole potessero  realizzare positive esperienze; la diffusione della lingua e  della cultura siciliana, sancita per legge è rimasta un contenitore vuoto di risorse e di applicazione.
Sono queste alcune delle  questioni “calde” che assillano la scuola siciliana che si fregia dell’autonomia e non riesce a sostenere neanche l’ordinaria gestione dei servizi.
La carenza dei fondi comunali ha di fatto determinato che le spese per l’istruzione (arredi scolastici, libri, servizi di refezione e di trasposto) vengano ridotte se non addirittura annullati. Le recenti indicazioni per la redazione del programma annuale vietano di registrare spese per arredi e manutenzione che dovrebbero essere a carico dell’Ente locale.
Il nuovo governo regionale si renda conto della difficoltà del momento storico, carico di nodi e di pesi a causa dei precedenti errori e,  mentre alcuni auspicano il “commissariamento della regione siciliana” così da consentire  un’efficace potatura dei rami secchi, un reale risanamento delle casse regionali, senza sprechi e  formule assistenzialistiche, ma con la reale ottica del lavoro e dello sviluppo, altri , da buon gattopardeschi, consapevoli che i cambiamenti sono lunghi e difficili, restano alla finestra ad attendere che il cielo si apra delle grigie nubi e rispunti un pezzo d’azzurro.
Al sindaco governatore vorremmo consigliare la lettura dei discorsi di Giorgio La Pira , sindaco di Firenze,   componente della commissione costituente , il quale  ha saputo dare un’anima alla fredda politica, costruendo ponti e dialoghi con il mondo intero. Si auspica  che sia di questo tipo la rivoluzione annunziata e non quella indicata dai giornali esteri che salutano “A gay wins in the Sicily of “machos”
Ancora una volta la Sicilia si presenta come “laboratorio politico” e questa volta con la specifica connotazione  del dissenso, dell’anti partito, del “movimento” che nasce dalla base  e pretende di cambiare il vertice.
Le idee progettuali dei grillini per una scuola più radicata al territorio, esposte da Angelo Nicotra, potrebbero prendere corpo nell’assetto del nuovo dimensionamento scolastico, ma occorre che l’autonomia scolastica sia alimentata da adeguate risorse finanziarie, altrimenti si pesta solo acqua nel mortaio.
Staremo a vedere. Ai posteri l’ardua sentenza!

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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