24 ORE oppure Organico funzionale?
Data: Martedì, 23 ottobre 2012 ore 07:00:00 CEST Argomento: Redazione
Nell’autunno caldo
la notizia dell’aumento delle ore per i docenti è stato il punto
zenit di questa stagione di forti tensioni che riscaldano
gli animi e rendono surriscaldato il clima nelle scuole d’Italia.
Alcune comparazioni con gli altri Paesi della Comunità Europea non
reggono perché a fronte di un maggior carico orario di lavoro il
personale docente percepisce un
compenso di gran lunga maggiore di quello dei docenti italiani. Ben si
comprende che il problema del Governo è quello di risparmiare, ma
si possono trovare anche altre strategie di risparmio per reperire
i 265.705.154 euro a carico del Ministero dell’Istruzione. Forse è
stata sbagliata la strategia adottata e per indorare la pillola e
rendere funzionale il progetto bastava applicare il tanto atteso e
richiesto "organico funzionale" dell’istituzione scolastica.
Con 900 alunni, infatti si pianificano
da 35 a 40 classi ed il numero delle cattedre e dei docenti
assegnati dovrebbe risultare completo, senza dover ricorrere a
spezzoni orario, se per ciascuna istituzione entra in vigore
l’organico funzionale, capace di assicurare un servizio
scolastico efficiente e produttivo.
Utilizzando al meglio le risorse umane disponibili, compresi i
docenti di sostegno si potrà assicurare un servizio migliore agli
studenti, e per di più maggiormente garantito e continuativo
nella didattica, evitando
così la penosa frammentazione di ore che costringe un docente ad
andare in un’altra scuola per una o due ore la settimana, rimanendo
totalmente estraneo alla vita scolastica, e moltiplicando il carico
orario delle attività collegiali da svolgere nelle due scuole.
Un risparmio si otterrebbe anche
migliorando la gestione delle supplenze che consentirebbe per
ciascuna scuola di avere un docente disponibile per ogni ora,
così da poter garantire l’emergenza dell’assenza
imprevedibile di una giornata scolastica e assicurare il diritto degli
studenti ad avere le ore regolari di insegnamento. L’eventuale
supplenza diventa così ora di lezione aggiuntiva della specifica
disciplina, se a farla è un docente della classe e non, come spesso
capita “ora libera”.
Per le ore di insegnamento alternativo all’ora di religione, si potrà
benissimo organizzare un percorso tematico di studio e di formazione
culturale con i docenti del corso o della classe, senza ricorrere alla
nomina di un docente supplente per tale attività, come capita in alcune
scuole, con il disagio di dover assegnare un punteggio ridotto non
essendo docente della disciplina
Con l’organico funzionale tutti i docenti costituiscono una risorsa
della scuola e quindi contribuiscono ad una migliore efficacia
didattica nel pianificare le attività di recupero, le attività
aggiuntive di potenziamento ed i percorsi personalizzati sia per il
sostegno che per le eccellenze.
Le somme assegnate per il fondo d’istituto, per i corsi di recupero ed
eventuali altri finanziamenti derivanti dai progetti potrebbero
benissimo sostenere in maniera equa la progettualità attuata e
l’attività, che finora risulta
“aggiuntiva”, ma che nel tempo verrà considerata “ordinaria”
nell’impianto organizzativo dell’istituto, secondo la specificità di
indirizzo e di percorso formativo.
L’organico d’istituto scaturisce infatti dalla peculiarità del Piano
dell’Offerta Formativa, redatto in risposta alle esigenze
dell’utenza e del territorio.
L’autonomia scolastica consente, infatti, di utilizzare al meglio le
risorse disponibili, di compattare i moduli didattici, di adottare la
metodologia della didattica breve, dei percorsi intensivi, dei lavori
seminariali e di gruppo. Tutto ciò potrà essere fattibile adottando
l’organico funzionale che va ben oltre il calcolo delle 24 ore del
singolo docente, constatando che molti docenti vivono la scuola
intensamente e l’orologio lo ricevono in dono solo quando vanno
in pensione.
Il lavoro dell’insegnante non si misura ad ore, ma secondo ben altri
parametri che vanno oltre lo stretto ambito della quantità oraria di
presenza fisica a scuola o in classe.
I positivi esiti ed i traguardi conseguiti dagli studenti confermano e
potenziano l’impianto organizzativo dell’organico funzionale e quindi
la maggiore e migliore qualità dell’istruzione e della formazione,
traguardo verso cui dovrebbero tendere tutte le riforme e le
modifiche dell’attuale sistema scolastico.
La comparazione con l’orario scolastico degli altri Paesi della
Comunità europea presenta un quadro differente rispetto a quello
annunciato, come si apprende da studi specifici sull’argomento.
- I docenti italiani della scuola
primaria svolgono 757 ore di insegnamento all’anno. La media
oraria nei Paesi dell’Unione è di 778 ore e quella dei Paesi dell’Ocse
di 779 ore, con una differenza rispettivamente di 21 e 22 ore sotto la
media (pari a -2,7%).
- I docenti italiani della scuola
secondaria di I grado svolgono 619 ore di insegnamento all’anno.
La media oraria nei Paesi dell’Unione è di 670 ore e quella dei Paesi
dell’Ocse di 701 ore, con una differenza sotto la media rispettivamente
di 51 (-7,6%) e 82 ore (-11,7%).
- I docenti italiani della scuola
secondaria di II grado svolgono anch’essi 619 ore di
insegnamento all’anno. La media oraria nei Paesi dell’Unione è di 634
ore e quella dei Paesi dell’Ocse di 656 ore, con una differenza sotto
la media rispettivamente di 15 (-2,4%) e 37 ore (-5,6%).
Per allineare la scuola italiana
alla media Ocse sarebbero sufficienti poco più di 2 ore
settimanali aggiuntive e già la questione sarebbe risolta senza molte
tensioni.
Resta pur sempre la questione della riduzione dei posti di lavoro
ed i Sindacati dovrebbero essere consapevoli che tanto danno è stato
arrecato alla scuola dalla facile apertura (leggi e leggine) del
portone di accesso che ha moltiplicato le presenze e gli stipendi del
Ministero dell’Istruzione, senza verificare l’efficacia e la
produttività delle prestazioni e la questione importante e
significativa dei compensi aggiuntivi, che dovrebbero scaturire dal
rinnovo del contratto di lavoro, rimasto congelato ancora per un anno.
In questa direzione dovrebbero tendere le forze sindacali sostenendo i
bisogni della categoria e se si vuole continuare a guardare al modello
europeo si accolgano gli oneri dell’orario di servizio, sostenuto però
dai meritati compensi integrativi.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it
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