Altro che scuola dei sogni, chiamiamola scuola degli incubi!
Data: Sabato, 20 ottobre 2012 ore 04:00:00 CEST Argomento: Opinioni
Dal 2008 a oggi
noi lavoratori della scuola ci siamo visti IMPORRE in
modo vorticoso leggi su leggi che nulla hanno a che fare col
potenziamento della scuola pubblica e che addirittura arrivano a
violare la stessa Carta Costituzionale:
1) Riduzione dei quadri orari, del tempo scuola e innalzamento del
numero massimo di alunni per classe, con conseguente taglio di decine
di migliaia di cattedre;
2) Riduzione delle ore di sostegno (se concesse) agli alunni disabili;
3) Blocco degli organici anche in presenza di un incremento della
popolazione scolastica;
4) Innalzamento dell’età pensionabile;
5) Concorso messo in piedi in modo raffazzonato e altamente passibile
di ricorsi, per un numero ridicolo di posti (con umiliante preselezione
“a crocette”) e che per giunta prevede costi non indifferenti a carico
delle finanze pubbliche;
6) Abolizione del pagamento delle ferie non godute;
7) Blocco della progressione della carriera;
8) Mancato rinnovo del Contratto, scaduto dal 2009;
9) Riconversione dei docenti in esubero su posti di sostegno e
passaggio di profili ITP al ruolo di Assistenti Amministrativi
10) Innalzamento dell’orario di lavoro da 18 a 24 ore per le scuole
secondarie e da 22 a 24 per la scuola primaria, senza prevedere alcun
tipo di adeguamento salariale (ancora bozza, ma noi sappiamo già quale
sarà probabilmente l’epilogo); e questo SENZA ALCUNA CONCERTAZIONE CON
I SINDACATI!
Che cosa deve pensare un lavoratore della scuola dei Governi che si
sono succeduti negli ultimi anni? E soprattutto di quest’ultimo
Governo, il Governo Tecnico, che addirittura lo sbeffeggia con uno spot
sulla scuola dei sogni?
La verità ve la diciamo noi: per costruire una scuola dei sogni OCCORRE
iniziare a costruirla, perché un video non basta per incantarci, almeno
non per noi che sappiamo come stanno le cose. La scuola che viviamo
ogni giorno è in realtà una SCUOLA DEGLI INCUBI. Voi che siete al
Governo come chiamereste una classe formata da 30 e più ragazzi, con
all’interno una varietà di alunni sempre più problematici? Una varietà
poliedrica che è in parte lo specchio di una società che sta perdendo
di vista ogni valore: alunni con situazioni familiari disagiate, alunni
stranieri da alfabetizzare senza alcun aiuto da parte dello stato,
alunni con sostegno da integrare in classi strabordanti, alunni che
necessiterebbero di ore di sostegno puntualmente negate, alunni
certificati come DSA (spesso finti, perché è evidente che la dislessia
rappresenta l’ultimo dei problemi, noi abbiamo l’occhio clinico ormai),
alunni per cui un insegnante deve lavorare ore e ore di pomeriggio per
tentare disperatamente di non perderli, di agganciarli, perché siamo
consapevoli che da noi dipende il futuro dei nostri ragazzi.
Ma cosa dobbiamo pensare di fronte a un Governo, a un Ministero che
continuano a emanare provvedimenti che ci impediscono di svolgere bene
il nostro lavoro? E che per di più ci sbeffeggiano spudoratamente
giustificandoli come “adeguamento agli standard europei”,
“potenziamento dell’istruzione pubblica”, “qualificazione del ruolo
dell’insegnante”? Cosa dobbiamo pensare quando sentiamo il Ministro
sbandierare ad ogni pie’ sospinto il progetto della superscuola
high-tech? Quando basterebbe solo fare un giro in tante scuole italiane
per rendersi conto che i veri problemi non sono computer, tablet,
connessioni internet stratosferiche, LIM o qualsiasi altro strumento
tecnologico. La tecnologia è solo un insieme di strumenti, nient’altro;
il centro del servizio di istruzione pubblica siamo noi, gli
insegnanti, lavoratori insostituibili e che oggi neanche col più
potente degli strumenti potrebbero trasmettere ai propri alunni valori
quali la voglia di riuscire, la sicurezza di sé, l’autostima, il
desiderio di mettersi in gioco. Perché? Perché nelle condizioni
disumane in cui lavoriamo ci riteniamo già fortunati se al termine
dell’ora l’esercito di alunni che abbiamo in classe è rimasto
fisicamente incolume.
No, a queste condizioni non possiamo più lavorare serenamente, perché
sappiamo di non poter aiutare i nostri ragazzi. E la cosa più grave è
che a nulla valgono proteste, appelli, scioperi; il Governo è per noi
diventato un vero e proprio TIRANNO, che ha addirittura dimenticato i
principi basilari della democrazia, sanciti dalla Costituzione stessa.
Il Ministero e con lui il Governo, in perfetto stile dittatoriale, sono
ormai i nostri PADRONI indiscussi, possono cambiare a piacimento
qualsiasi punto del contratto senza nemmeno disturbarsi di convocare i
sindacati. Che ci vuole? Si fa una bella legge per risparmiare e poi si
pone la fiducia (tanto chi oserà votare contro?).
E tutto questo per noi ha un solo nome: DITTATURA.
E poi andiamo un attimo ad analizzare questi osannati standard europei.
Per prima cosa, in base a studi comparativi pubblicati da numerosi siti
specialistici e sindacati, scopriamo che in realtà noi docenti italiani
siamo già PERFETTAMENTE IN LINEA con il monte ore settimanale medio dei
nostri colleghi europei (pubblichiamo sotto la tabella analitica, in
modo da fugare ogni dubbio a riguardo). Ciò su cui NON SIAMO PROPRIO IN
LINEA È INVECE LA RETRIBUZIONE che, invece di aumentare in modo da
risultare adeguata alla media europea, per assurdo da noi cala, visto
che in teoria dovremmo lavorare 6 ore in più con stesso stipendio. O
forse dovremmo pensare che alcuni standard europei vanno bene, mentre
su altri (ovvero quelli che non comportano risparmi, diciamola tutta
finalmente!) si può bellamente sorvolare? In effetti che problema c’è?
Si pone la fiducia e via, chi se ne frega del popolo vessato e per di
più preso in giro con dichiarazioni mistificanti! E se qualcuno dovesse
avere qualche dubbio circa le reali motivazioni sottese a questi
fantomatici adeguamenti all’Europa, basta leggere con attenzione una
frase, ai nostri occhi fin troppo eloquente, contenuta nella recente
risposta del Ministro Profumo alle legittime lamentele dell’On. Bersani
riguardo all’innalzamento dell’orario di lavoro dei docenti:
“Circa il dibattito sulle misure adottate, sono certo che il confronto
parlamentare sarà all'altezza del difficile compito che ci spetta, con
l'obiettivo comune di consegnare all'Italia una scuola migliore, più
europea, per studenti e insegnanti. Per questa ragione, ogni
suggerimento ed eventuale modifica, ALL’INTERNO DEI VINCOLI DI BILANCIO
VOTATI DALLO STESSO PARLAMENTO, sarà il benvenuto.”
Signor Ministro, Vogliamo chiarire questa cosa una volta per tutte nel
rispetto di coloro che lavorano nella scuola e dell’intera
cittadinanza? Sono davvero gli standard europei il nostro punto di
riferimento? O forse il bilancio? A noi la risposta sembra ovvia, così
come è ovvio che non sarà grazie alle politiche di risparmio che
l’istruzione pubblica verrà qualificata (lo sappiamo perché lo
sperimentiamo ormai da anni sulla nostra pelle, quotidianamente). PER
MIGLIORARE LA SITUAZIONE SERVE INVESTIRE E NON DISINVESTIRE, ma noi
abbiamo smesso di credere che questo messaggio così semplice possa
essere recepito, siamo così esasperati che ormai diamo per scontato che
qualsiasi “innovazione” sarà sempre peggiorativa e votata a mere
logiche di portafoglio, è la storia dal 2008 a oggi che ci impone
questo nichilismo e nessuno al Ministero sembra essere intenzionato a
scalfire in noi questo sentimento di totale sfiducia.
TABELLA ANALITICA ORARIO DI LAVORO DEI
DOCENTI IN EUROPA – (Fonte Eurydice 2011)
|
Scuola primaria
|
Secondaria
Inferiore
|
Secondaria
Superiore
|
Bulgaria
|
12
|
15
|
14
|
Polonia
|
14
|
14
|
14
|
Estonia
|
16
|
16
|
15
|
Rep. Ceca
|
17
|
17
|
16
|
Slovenia
|
17
|
17
|
15
|
Danimarca
|
18
|
20
|
19
|
Grecia
|
18
|
16
|
14
|
Austria
|
18
|
17
|
17
|
Romania
|
18
|
18
|
18
|
Slovacchia
|
18
|
18
|
18
|
Finlandia
|
18
|
16
|
15
|
Cipro
|
19
|
18
|
18
|
Germania
|
20
|
18
|
18
|
Ungheria
|
20
|
20
|
20
|
Belgio
|
21
|
19
|
18
|
Lettonia
|
21
|
21
|
21
|
Lituania
|
21
|
18
|
18
|
Lussemburgo
|
21
|
18
|
18
|
Irlanda
|
22
|
22
|
22
|
Italia
|
22
|
18
|
18
|
Francia
|
24
|
17
|
14
|
Spagna
|
25
|
19
|
19
|
Portogallo
|
25
|
22
|
22
|
Malta
|
26
|
20
|
20
|
Noi
lavoratori della scuola abbiamo guardato con disprezzo l’ultimo
video pubblicitario promosso dal Miur e siamo stanchi di essere presi
in giro. Per questo
CHIEDIAMO
AL
MINISTERO E AL GOVERNO
di
smetterla una volta per tutti di infarcirci con chiacchiere sterili e
dichiarazioni antinomiche: siamo tutte persone laureate e
plurispecializzate, persone che non hanno problemi a capire che la
reale intenzione sottesa a tutte le false dichiarazioni di
“adeguamento agli standard europei” sia quella di risparmiare
comunque e dovunque; noi docenti non abbiamo affatto problemi di
comprensione del testo (ne abbiamo letti fin troppi per averne) e
tutte queste dichiarazioni demagogiche rappresentano per noi un
oltraggio alla nostra intelligenza. Se l’intenzione è quella di
continuare a disinvestire sull’istruzione pubblica seguendo
l’ottica del portafoglio, non c’è bisogno di tanti giri di
parole, che risultano ai nostri occhi ancora più offensive. Tra
l’altro la cittadinanza tutta gradirebbe almeno una volta vedere
che i sacrifici li fanno davvero tutti, classe politica compresa
(l’unica che, anche in tempo di crisi, non ha rinunciato a un solo
privilegio, come ai vitalizi percepiti anche da coloro che ricoprono
plurime cariche pubbliche);
AI
PARTITI POLITICI
di
prendere una posizione chiara e definita nei confronti di
provvedimenti adottati senza alcun confronto con le parti sociali e
di superare lo scoglio “fiducia”. Se un provvedimento è
sbagliato, NON SI PUO’ VOTARE A FAVORE! Perché i danni di questa
pavidità li paghiamo noi cittadini sulla nostra pelle, gli stessi
cittadini che tra qualche mese peraltro saranno, matita alla mano,
davanti a una scheda elettorale. Oppure dobbiamo credere che gli
attuali rappresentanti politici che fanno parte della maggioranza –
e che potremmo vedere sulle liste elettorali non più tardi di
qualche mese – non siano in grado di tenere le redini del Paese e
per questo preferiscano delegare il compito al Governo Tecnico?
Nessun partito di maggioranza si sta attualmente facendo una grande
pubblicità, a ben guardare;
ALLE
ORGANIZZAZIONI SINDACALI
di
avviare una seria campagna di protesta contro la politica di
smantellamento della pubblica istruzione avviata dal precedente
governo ed egregiamente proseguita da quello attuale; di fronte alla
palese intenzione di stravolgere il Contratto Collettivo aumentando
l’orario di lavoro dei docenti senza alcuna contrattazione
sindacale (senza parlare della norma che abolisce il pagamento delle
ferie non godute), chiediamo che i sindacati si uniscano per
perseguire un’unica lotta attraverso MODALITÀ INCISIVE e non con
uno sciopero indetto il 24 novembre (per giunta di sabato, giorno in
cui moltissime scuole sono CHIUSE!!!), magari quando la Legge di
Stabilità sarà stata già approvata, reiterando l’errore commesso
per lo sciopero indetto nel 2008 in opposizione alla Legge 133
(Riforma Gelmini), che risultò tardivo ed inefficace; DAI SINDACATI
PRETENDIAMO LA TUTELA DEI NOSTRI DIRITTI ATTRAVERSO UN’AZIONE
TEMPESTIVA ED EFFICACE, anche ricorrendo alle vie legali, in
opposizione a una legge anticostituzionale. Qualora non ci sentissimo
rappresentati appieno, non esiteremo ad avviare una campagna mirata,
volta alla disdetta delle deleghe sindacali e che ridurrebbe il
finanziamento alle associazioni stesse;
AL
PRESIDENTE NAPOLITANO, GARANTE DELLE COSTITUZIONE
di
intervenire tempestivamente facendo cancellare dalla bozza della
Legge Stabilità gli articoli relativi alla scuola e in particolare
all’innalzamento dell’orario di lavoro settimanale per i docenti;
stravolgere il Contratto Collettivo senza alcun confronti coi
sindacati viola i principi democratici su cui si fonda il nostro
Paese e pretendiamo che Governo e Ministero vengano redarguiti
attraverso un monito ufficiale da parte del Presidente della
Repubblica. Siamo
vessati e
schiavizzati in una Repubblica pseudo-democratica; se noi docenti, da
sempre pacifici e intellettualmente onesti, pensiamo alla ribellione,
crediamo che sia arrivato il momento di riflettere e di richiamare
all’ordine i tecnici da Lei nominati. Confidiamo nel Suo intervento
immediato prima che sia troppo tardi, ascolti le parole del
Presidente Pertini sul Socialismo e sulla giustizia sociale e tragga
esempio.
Aggiungiamo
infine il link alla petizione promossa in rete contro l’innalzamento
dell’orario settimanale dei docenti, che in pochi giorni ha già
registrato quasi 40000 firme:
http://firmiamo.it/lascuolanonpaghilacrisi/
Gruppo Fb "Difendiamo il piano triennale di immissioni
in ruolo"
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