Avere un insegnante per amico. La pubblicità che fa bene alla scuola
Data: Giovedì, 18 ottobre 2012 ore 10:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Ad ascoltare il video che il cantante-professore Roberto Vecchioni ha girato per conto del Ministero dell’Istruzione si ha l’impressione – abbastanza rara in pubblicità – che nulla stoni: non una parola che suona forzata, non una frase che riecheggi della fin troppo abusata retorica delle grandi prediche moraleggianti. Quanto alla voce, è quella che conosciamo, per cui la breve dissertazione sull’amore per lo studio potrebbe andare dritta al cuore (e alla testa) degli studenti, eventualmente anche di quelli che della scuola non sanno che farsene, che, anzi, la detestano, quelli, per intenderci, che la sfregiano dentro e fuori fino all’inverosimile di graffiti, che la vandalizzano, la devastano, la allagano.
Certo, le immagini del video lasciano intravedere sullo sfondo aule luminose, banchi nuovi e puliti, biblioteche impeccabili, lavagne elettroniche e tablet, pc, mentre la realtà, in gran parte del Paese, si sente raccontare assai diversa; e, in primo piano, si vedono lindi studenti impeccabili, giovani ben ravviati e con i vestiti in ordine, facce limpide come se ne vorrebbero vedere molte tra gli amici dei figli, mentre poi, all’uscita di una scuola vera, tocca a volte domandarsi quale idea di bellezza possano mai inseguire ragazzi e ragazze… Ciononostante, e pur nella sua cinematografica perfezione, si ha la sensazione che, per una volta tanto, lo spot di un Ministero riesca a raggiungere il suo scopo quello, cioè, di comunicare un’idea forte: nel caso specifico, che l’amore per lo studio prepara, senza ombra di dubbio, un futuro migliore; che l’impegno è garanzia di un domani meno difficile e meno incerto; che la scuola, nuova o vecchia che sia, con l’ipad o con il gessetto, è il luogo dove tutto o molto si decide. Il video di Vecchioni – si capisce – è studiato per i ragazzi, per gli alunni; è a loro che il cantante si rivolge con la sua voce più seducente, con il suo sorriso più simpatico di insegnante-amico, con i suoi concetti più nobili e più alti: sarebbe importante, tuttavia, che maestri, presidi, direttori e professori, non la considerino una lezione che non li riguarda…

Isabella Bossi Fedrigotti - Corriere della Sera





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