
Il docente secondo Profumo
Data: Mercoledì, 17 ottobre 2012 ore 07:00:00 CEST Argomento: Redazione
Cambiare strada, e
ridisegnare il ruolo degli insegnanti è l’intento del Ministro
Francesco Profumo, in risposta alle forti tensioni di piazza e di
diffuso malessere che pervade nelle scuole italiane.
Un Patto per la scuola del futuro,
è la proposta che mette attorno ad un tavolo gli operatori
scolastici e la politica, non come avversari, ma nell’intento di
apportare efficaci miglioramenti al sistema scolastico, che necessita
adeguate innovazioni.
“La professione docente deve essere
adeguatamente valorizzata e sostenuta, affinché gli insegnanti possano
tornare ad essere maestri di cultura e di vita, senza per questo
rinunciare alle competenze professionali sempre più
complesse che il progresso scientifico e tecnologico mette a
nostra disposizione”.
Valorizzare e rilanciare il lavoro degli insegnanti diventa
una scelta strutturale per tutta l’azione educativa e costituisce anche
una sfida che si potrà vincere attivando una reale corresponsabilità
nell’operare con gli studenti e per il loro unico bene.
Il dialogo educativo, strumento e strategia di incontro e di
relazione tra docente e studente si fonda innanzitutto
sulla scelta intenzionale di percorrere un tratto di cammino “insieme”
e non solo “accanto”.
Ecco la scuola ideale che non conta le ore di servizio che in
progressione sono di 18- 22- 24 -30.
Il tempo scuola non si misura con l’orologio che scandisce il tempo che
passa, ma con l’efficacia dell’azione educativa e didattica, capace di
produrre vero apprendimento e quindi una reale modifica dei
comportamenti espressi nel modo di pensare, di sentire e di agire degli
studenti.
Il docente “direttore di orchestra” ha il compito di armonizzare i
diversi strumenti ed i ritmi di apprendimento ora lenti, ora
veloci e poco controllabili.
E’ bene che il Governo riconosca alla professione docente la qualifica
di “lavoro usurante” ed assegni i corrispettivi compensi per tale
lavoro. Pertanto le leggi che si adottano per il pubblico impiego non
sono facilmente applicabili nel settore scuola, dove si opera con
persone reali e soggetti in evoluzione e non con le carte e la
burocrazia normalizzata ed ingessata.
E’ usurante la tensione del controllo della classe, la molteplicità
delle responsabilità che gravano sul docente, (sicurezza, privacy,
relazioni sociali, conflitti familiari) e se lo stesso Ministro non
esita a definirli “veri eroi moderni” occorre che il ruolo ed il
compito dei docenti acquisisca un reale riconoscimento sociale e che
l’opinione pubblica, i genitori, lavorino insieme agli operatori
scolastici in convergenza di idee e di prospettive da conseguire.
Se è vero che la scuola forma e plasma la società del domani occorre
investire nella scuola di oggi, considerandola non come un capitolo di
spesa, bensì un investimento di risorse per lo sviluppo e la crescita
dell’intera società.
Se si vuole che la scuola prepari alla vita occorre che il sapere venga
supportato e sostenuto da un “saper fare” e quindi la progettualità
della scuola diventi investimento di qualità e di sviluppo di nuove
competenze capaci di interagire e dialogare con il progresso
tecnologico e le nuove grammatiche della comunicazione.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it
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