Sei ore in più… per una manciata di euro!
Data: Lunedì, 15 ottobre 2012 ore 06:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Adoro la generazione di mio padre, che, tra l’altro, oggi, 15 ottobre, compie ben 91 anni! Una generazione che ha dato tanto a tutti, senza aver ricevuto un’adeguata ricompensa. Ha subito il fascismo, il nazismo, il comunismo, la guerra, la fame, l’emigrazione; è stata protagonista, nel dopoguerra, della rinascita civile, morale e materiale dell’Italia;  è stata artefice, negli anni ’50 e ’60, del “boom economico”, del “miracolo italiano”, che ha stupito il mondo, con il poderoso sviluppo della produzione industriale e del made in Italy; ha subito le bombe e la partitocrazia, la corruzione e la collusione. Ha combattuto lo sfascio dell’Italia, andando a lavorare, ogni mattina, come mio padre, senza domenica e senza malattie, senza ferie e senza festivi. «La vera festa è il lunedì mattina, – ama ripetere mio padre – quando ognuno ritorna al “lavoro usato”, nelle campagne, nelle fabbriche, nelle botteghe, negli uffici, a scuola». E lì che si “celebra” il lavoro, la sacralità del lavoro, la dignità del lavoro. Perché il lavoro, veramente, ci rende liberi e felici, perché, attraverso il lavoro, diventiamo co-creatori della natura, e co-responsabili della crescita della società. Anche, e soprattutto, noi insegnanti. Per cui, dobbiamo dirlo ad alta voce: non ci spaventa il lavoro, non abbiamo paura del lavoro. Dovremmo gridarlo forte, ai nostri governanti e all’intera nazione: non temiamo di dover lavorare diciotto o ventiquattro ore alla settimana.
Il problema è un altro!!! La proposta del ministro “tecnico”, Profumo, di portare da diciotto a ventiquattro le ore di insegnamento per i docenti delle scuole secondarie superiori, non nasce da un problema di organizzazione del lavoro scolastico, non nasce da un’impellente esigenza didattica ed educativa, non nasce da uno specifico progetto pedagogico per la crescita culturale della scuola, e, quindi, dei ragazzi, non nasce da un’esigenza delle famiglie o degli alunni, di aver a disposizione maggiori ore di insegnamento, non nasce da un’inderogabile motivazione etica o culturale di fornire maggiori informazioni delle singole materie, non nasce per motivi disciplinari o cognitivi, non nasce per combattere la piaga della dispersione scolastica,  non nasce per avere più scuola, più studio, più apprendimento! Niente di tutto questo!!!
Nasce solo, ed esclusivamente, per motivi economici, per fare cassa, per tagliare cattedre, per far risparmiare “euri” allo Stato!!!
E le sei ore in più, ebbene che si sappia, equivarranno a tante lacrime versate da migliaia di colleghi che non entreranno più a scuola. Questo è il vero dramma! Una tragedia politica, culturale e morale di enormi proporzioni, di cui hanno un’immensa responsabilità le classi dirigenti, i partiti (tutti), il parlamento e il governo di questa nazione!
Questo bisognerebbe dire, forte e chiaro, al di là delle lettere di protesta, raccolta di firme, ricorsi, scioperi, manifestazioni che ci saranno, e che spero, i sindacati (tutti), organizzeranno. Sei ore in più… per una manciata di euro!!! Tutto per questioni di soldi! Bastava dirlo! Anche per questo, la nostra rabbia e la nostra protesta, stavolta, saranno più furiose!

Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it





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