
Legge di stabilità: è incostituzionale portare orario docenti a 24 ore
Data: Domenica, 14 ottobre 2012 ore 08:56:57 CEST Argomento: Sindacati
Senza accordo con le
parti sociali si ledono articoli 36 e 39 della Costituzione. “Portare
l’orario di servizio del personale docente della scuola indistintamente
a 24 ore settimanali, in cambio di insensati giorni di ferie in più,
non è un’operazione possibile. E per farlo non basta un decreto
d’urgenza del Governo, ma bisogna per forza rimettere mano al contratto
di lavoro di categoria. Che invece al momento rimane bloccato”. A
sostenerlo è l’associazione sindacale Anief, dopo aver preso visione
della bozza della Legge di Stabilità 2013: in particolare, non è
ammissibile, come indicato nell’art. 3, che “a decorrere dal 10
settembre 2013, nelle sei ore eccedenti l’orario di cattedra il
personale docente non di sostegno della scuola secondaria titolare su
posto comune” possa essere “utilizzato per la copertura di spezzoni
orario disponibili nell’istituzione scolastica di titolarità e per
l’attribuzione di supplenze temporanee per tutte le classi di concorso
per cui abbia titolo”. L’Anief ricorda al Governo dei tecnici che, come
già previsto dall’art. 39 della Costituzione e dalle norme derivanti,
la modifica dell’orario di lavoro del personale della scuola è soggetto
a particolari necessità didattico-formative e di
preparazione-programmazione delle stesse. E per questo motivo deve
passare necessariamente attraverso uno specifico accordo tra
amministrazione e parti sociali. Risulta, quindi, incostituzionale e
annullabile dal tribunale un decreto di questa portata. Per il
presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, cambiare ‘in corsa’ l’orario
dei docenti è inoltre “in palese violazione dell’articolo 36 della
Costituzione, da cui derivano i parametri della giusta retribuzione dei
dipendenti pubblici e privati. Quindi, se la bozza dovesse diventare
legge, determinando un’estensione temporale dell’orario a seguito della
decisione unilaterale del Governo, che in tal caso rappresenta anche il
‘datore di lavoro’, è quasi inutile sottolineare che ne conseguirà un
proporzionale aumento stipendiale”. L’Anief vuole poi portare
all’attenzione dell’opinione pubblica che il Governo nell’adottare
questa manovra inapplicabile, sembra anche fare finta di dimenticare
che la categoria degli insegnanti risulta tra le più a rischio
logoramento e per questo soggetta a malattie professionali derivanti
dalla sindrome da ‘burnout’. Come sembra non conoscere il dato,
confermato da un recente studio Ocde, che i docenti italiani risultano
tra i più poveri dell’area Ocse. “Questa norma – conclude il presidente
dell’Anief – tende quindi solo a ‘fregare’ i docenti italiani.
Colpevoli di svolgere ogni giorno, oltre il proprio orario di
insegnamento, una quantità industriale di ore di programmazione e
correzione degli elaborati, di riunioni con colleghi e genitori, di
impegni collegiali e di aggiornamento. Ma qualcuno lo ha detto tutto
questo ai componenti del Governo?”.
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