Il Codacons prepara un mega ricorso collettivo per impugnare il “concorso dello scandalo” al TAR Lazio
Data: Domenica, 14 ottobre 2012 ore 06:00:00 CEST
Argomento: Associazioni


Scriviamo in merito all’opportunità d’impugnare, in quanto illegittimo, il bando di concorso ordinario per l’insegnamento indetto (finalmente) dell’Amministrazione Scolastica (di cui al decreto n. 82/2012 – Gazzetta Ufficiale n. 75 del 25 settembre 2012). La palese illegittimità deriva, a nostro avviso, dall’arbitraria esclusione di un’enorme fetta di laureati italiani (esclusivamente sulla base dell’anno di conseguimento del titolo di studio o in virtù della mancata abilitazione all’insegnamento). Comprenderà, anche meglio di noi, visto che è interessato in prima persona, l’assurdità di questo nuovo passo falso del governo Monti. Battuta a vuoto che non possiamo, di certo, lasciar passare…Il Codacons sta predisponendo un ricorso collettivo, da presentare al Tar Lazio, per ottenere l’annullamento parziale del bando e l’immissione di tutti gli esclusi. Entrando nello specifico, i requisiti di cui all’art.2, del bando stesso, escludono rispettivamente:  Per i posti della scuola primaria e dell’infanzia, coloro che hanno conseguito il titolo di studio successivamente all’a. s. 2001/02 e chiunque abbia conseguito il titolo al termine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell’istituto magistrale, iniziati successivamente all’a. s. 1997/98; Per i posti di scuola secondaria di I e II grado, coloro che hanno conseguito il titolo di laurea, ovvero diploma conseguito presso le accademie di belle arti, gli istituti superiori per le industrie artistiche, i conservatori e gli istituti musicali pareggiati, gli ISEF, successivamente all’a. s. 2001/02, se si tratta di corso di studi quadriennale o inferiore; successivamente all’a. s. 2002/03, se si stratta di corso di studi quinquennale; Sono esclusi, inoltre, tutti coloro che hanno conseguito titoli (equiparati) all’estero successivamente ai termini sopra indicati; Sono altresì esclusi tutti coloro privi di abilitazione, pur avendo prestato servizio presso le scuole pubbliche; Così come coloro che hanno già un incarico a tempo indeterminato e vorrebbero concorrere per accedere ad una differente classe di concorso. Il bando concepito dal ministro Profumo, con questi requisiti per l’accesso al c.d. “concorsone”, oltre che illegittimo (come dimostreremo in giudizio!) non tiene assolutamente conto di quanto tempo sia trascorso dall’ultimo concorso ben tredici anni (13!!!) e dall’ultima abilitazione, 4 anni addirittura. La lentezza e l’assoluta disorganicità che hanno caratterizzato la materia della formazione, e l’accesso all’abilitazione, nella scuola italiana ha reso impossibile a tutti i laureati più giovani del nostro Paese il conseguimento dell’abilitazione richiesta dalla legge. Il bando, in questo preciso momento “storico”, avrebbe potuto sanare la gravissima anomalia che, nel settore scolastico, ha caratterizzato le procedure abilitanti e di immissione in ruolo ed il conferimento degli incarichi di insegnamento, riportando il rispetto dei più elementari principi fondamentali del nostro ordinamento in materia di accesso al pubblico impiego. Invece no! Il Ministero dell’Istruzione, con l’avallo dell’intero esecutivo, ha elaborato un meccanismo ingiusto, fonte di disparità di trattamento e contraddittorio rispetto alla ratio che l’impianto normativo di accesso al pubblico impiego e all’insegnamento ha perseguito negli anni. La laurea che dovrebbe essere il requisito generale per l’accesso all’insegnamento viene ancor più declassata attraverso disposizioni del tutto arbitrarie, oltre che gravemente ingiuste ed illegittime. Risulta, infatti, perfino elemento discriminante che limita l’accesso alla prova preselettiva se conseguita dopo una certa data o con un determinato corso di studi. L’esclusione dei docenti e degli aspiranti tali, secondo le modalità su esposte, è in aperta violazione degli artt. 3 e 97 della Costituzione, violando il principio dell’imparzialità e non disparità di trattamento della P.A. e quello di buona amministrazione e di uguaglianza. Presenteremo, quindi, apposito ricorso al Tar Lazio affinché gli esclusi possano avere accesso al concorso. Per avvalorare la nostra tesi portiamo alla Sua attenzione che, già, la Corte Costituzionale, con sentenza n. 90/2012, proprio in materia di concorso pubblico ha spiegato i principi fondamentali del nostro ordinamento. “L’elusione del principio del concorso pubblico – prosegue il ricorrente – renderebbe, altresì, possibile «un’eccessiva e non preventivabile compressione del carattere aperto dei meccanismi di selezione, così da consentire, in ultima analisi, che la selezione del personale a mezzo di concorso pubblico sia relegata a ipotesi marginali e sia assicurata entro percentuali esigue e, comunque, non predeterminate (cfr. sentenza n. 213 del 2010)». In tale quadro, questa Corte ha altresì escluso la legittimità di arbitrarie restrizioni alla partecipazione alle procedure selettive, chiarendo che al concorso pubblico deve riconoscersi un ambito di applicazione ampio, (sentenze n. 150 del 2010, n. 293 del 2009, n. 205 del 2004)» (sentenza n. 68 del 2011).” Il CODACONS visto il poco tempo per impugnare il bando, così come pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ha già messo a punto presso le sedi locali, trattandosi di un concorso su base regionale, degli sportelli ad hoc per accogliere tutti gli esclusi ed informarli adeguatamente riguardo all’azione, alle modalità con cui proporla e distribuire la modulistica specifica. L’elenco completo delle sedi che aderiscono all’iniziativa è consultabile al link http://www.termilcons.com/dovesiamo/). L’azione, volendo entrare nel merito, mira con apposito ricorso dinanzi al Tribunale Amministrativo del Lazio a: Estendere la partecipazione al concorso a tutti coloro che ne vengono esclusi; Ottenere l’ammissione alle prove concorsuali; E anche la sospensione degli effetti lesivi delle norme del bando, al fine di consentire agli esclusi di partecipare alle prove concorsuali e radicare così i propri interessi e legittime aspettative di concorrere alla selezione, fino alla possibile valutazione della Corte Costituzionale relativamente alle norme la cui illegittima interpretazione dovesse consentire l’esclusione. Ecco come fare per agire con l’Associazione, ogni interessato dovrà: Presentare necessariamente la propria domanda al concorso, secondo le modalità previste dal MIUR (di cui sotto diamo conto), pur in carenza dei requisiti; Compilare con la propria anagrafica il form al link, per consegnarla a mano ai nostri referenti entro lo stesso termine. Siamo fiduciosi di riuscire ad ottenere, per chi vorrà darci mandato, l’annullamento e/o la riforma dell’articolo del bando di concorso in cui sono previsti i requisiti d’accesso.
La presentazione della domanda di partecipazione al concorso è requisito essenziale per la presentazione del ricorso. Per qualunque ulteriore informazione può ovviamente contattare l’892.007, numero unico CODACONS, tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00

CODACONS





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