
Lettera aperta degli insegnanti di sostegno: No alla riconversione-truffa
Data: Venerdì, 12 ottobre 2012 ore 07:30:00 CEST Argomento: Comunicati
Con l’emanazione del
Decreto Direttoriale n. 7 del 16 aprile 2012 vengono istituiti appositi
percorsi formativi “finalizzati alla realizzazione del Profilo del
docente specializzato per le attività del sostegno” per gli alunni
diversamente abili nella scuola statale indirizzati ai docenti
appartenenti a classi di concorso in esubero nella propria provincia.
Si tratta di una definizione piuttosto ambigua. Non si tratta infatti
del conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento per le attività di
sostegno ma della realizzazione di un ambiguo "profilo del docente
specializzato per le attività di sostegno". Questa distinzione può
sembrare sottile, ma potrebbe invece essere il sintomo di una
sottigliezza giuridica volta a giustificare la differenza tra i
percorsi di formazione dei docenti di sostegno attualmente in forza
nella scuola pubblica e i loro futuri sostituti. Infatti, rispetto al
Decreto sui nuovi corsi di specializzazione emanato il 30/09/11, ma
pubblicato sulla gazzetta Ufficiale n° 78 del 2/4/12, che appunto
riprende e modifica in qualche punto, per renderle ancora più rigorose,
le modalità per la formazione dei docenti di sostegno, il decreto n. 7
presenta le seguenti notevoli differenze:
1) a questi aspiranti alla specializzazione è consentito svolgere dei
programmi con un monte ore globale inferiore di oltre la metà rispetto
a quelli dei corsi ordinari (questi si sono formati con corsi di 800
ore, mentre i docenti sovrannumerari frequenteranno solo 400, monte ore
precedentemente ammesso solo per gli abilitati SSIS);
2) a differenza dei corsi ordinari, in cui è vietata l’effettuazione di
lezioni on-line per il normale svolgimento degli insegnamenti, ai
partecipanti previsti da questo Decreto è consentita anche la modalità
on-line;
3) data la necessità di non aggravare l’erario, il MIUR aveva stabilito
che i docenti soprannumerari frequentanti i corsi avrebbero potuto
ricevere l’incarico su posto di sostegno pur non avendo ancora
completato il corso, ma a seguito dello svolgimento di almeno i 2/3 del
corso (40 dei 60 Crediti Formativi Universitari) o addirittura anche
solo 1/3 (20 dei 60 CFU). Probabilmente la disorganizzazione e la
confusione creatasi a seguito dell'apertura delle domande a intere
classi di concorso in esubero, che ha portato al loro esponenziale
aumento, ha poi sventato tale possibilità.
Sebbene la partecipazione a detti corsi sia (teoricamente) su base
volontaria, il docente soprannumerario che decidesse di non aderire
rischierebbe di rientrare nel profilo previsto dalla L. n. 183/2011,
con la ricollocazione forzata in altro ramo della pubblica
amministrazione e, se ciò non fosse possibile, la cassa-integrazione,
seguita da un possibile licenziamento.
Ed in effetti, anche a causa dell'insensata nota esplicativa
ministeriale n. 3801 del 18 maggio 2012, in base alla quale “possono
fare richiesta per accedere ai percorsi in oggetto, su base volontaria,
i docenti in posizione di esubero e i docenti che appartengono a classi
di concorso o tipologie che siano interessate da esubero nella
provincia di titolarità o in quella di servizio in relazione
all’organico di diritto 2011-12", si è registrata nelle scuole di ogni
ordine e grado una vera e propria adesione di massa. Tutto facilmente
prevedibile, poichè è comprensibile che un docente, posto di fronte al
rischio del licenziamento, faccia di tutto per evitare il pericolo, e
sia anche disposto a svolgere un lavoro per il quale non ha studiato e
che prima non aveva mai pensato di svolgere. Il MIUR, con un corso
frettolosamente creato ha deciso di ricollocare sul sostegno docenti
che hanno alle spalle decine di anni di insegnamento delle loro
specifiche discipline, docenti vittime dei tagli indiscriminati dovuti
alle riforme degli ultimi anni. Parallelamente, altrettanti docenti
specializzati ma precari, che hanno seguito un percorso universitario
avanzato e autofinanziato, che hanno lavorato per anni su posto di
sostegno volontariamente, maturando conoscenze e competenze specifiche
e creando quello che da più voci è considerato il miglior sistema
formativo dedicato ai diversamente abili, saranno in pratica spazzati
via, epurati. Tutto ciò significa dequalificare la scuola, non
sfruttare al meglio le risorse professionali di ogni singolo docente,
non rispettarne le specificità e le professionalità, la dignità
professionale e umana. Significa inoltre calpestare le legittime
aspettative lavorative di migliaia di docenti, altamente specializzati,
che sul sostegno hanno profuso per lustri impegno, passione ed energie.
I sovrannumerari in Italia sono 10 mila (l’80% dei quali delle
secondarie superiori) e se riconvertiti determineranno una decimazione
delle cattedre disponibili per gli incarichi annuali destinati ai
precari. E’ la conferma che il sostegno, nelle intenzioni del MIUR, è
considerato esclusivamente come uno strumento di riciclaggio di docenti
in esubero, senza alcuna considerazione per altri insegnanti che ogni
anno subiscono la mortificazione del licenziamento, che superano
confini e barriere fisiche e culturali, che raggiungono le sedi più
disagiate, che si prendono cura, per scelta, delle parti più deboli
della nostra società. Per questo chiediamo a tutte le organizzazioni
politiche e sindacali ed ai movimenti dei lavoratori precari di non
tralasciare questa importante battaglia che non è un battaglia
corporativa o di parte ma una battaglia che coinvolge decine di
migliaia di alunni diversamente abili, anello debole della catena dei
già deboli giovani alunni delle scuola italiane; ma anche una battaglia
di 10.000 Docenti precari in tutta in italia che alla fine del corso di
riconversione sarebbero definitivamente espulsi dalla scuola anche se
dovesse arrivare una compagine governativa illuminata che tornasse
completamente indietro sui tagli effettuati dai tre governi precedenti.
Associazione Sostegno Precari scuola
di Catania
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