
Legge di stabilità: la scuola ancora penalizzata, così sprofonderà
Data: Venerdì, 12 ottobre 2012 ore 04:00:00 CEST Argomento: Sindacati
Prolungamento del
blocco degli scatti stipendiali e dell’indennità di vacanza
contrattuale, penalizzazioni per i dipendenti che assistono i disabili,
aumento delle ore d’insegnamento settimanale dei docenti. Secondo
l’Anief, se la Legge di stabilità dovesse realmente contenere queste
novità peggiorative, non vi sono dubbi: il rischio fondato è quello di
ritrovarsi una scuola italiana sempre più in ginocchio. L’Anief però
non starà a guardare. Sull’ennesimo blocco degli stipendi, il nostro
sindacato l’ha detto già da un anno: l’unica strada è ricorrere al
tribunale. A poco possono servire, invece, iniziative di piazza,
scioperi, accordi con l’Aran e revisioni dei contratti d’istituto. Come
deciso da altre organizzazioni. La realtà è che non c’è più tempo da
perdere, perché la situazione economica che si sta venendo a
determinare è davvero grave: non ci dimentichiamo che con gli stipendi
dei docenti fermi al 2000, il Governo ha anche deciso di aumentare
l’Iva, peraltro per la seconda volta in pochi anni. “Questo doppio
provvedimento - sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato
ai quadri e direttivi della Confedir – penalizzerà tutti i dipendenti
pubblici, in particolare gli insegnanti. I quali, a parità di lavoro,
risultano già i meno pagati tra i 37 paesi economicamente più
sviluppati. Per questo, contro il blocco stipendiale non resta che fare
ricorso”. Sarà, inoltre, altrettanto forte l’opposizione dell’Anief
alle ipotesi di ridurre del 50% le giornate di assistenza ai disabili
non di primo grado e di aumentare a costo zero il carico di ore
settimanale degli insegnanti. “L’incremento delle ore frontali –
continua Pacifico – non farebbe altro che creare nuovo precariato.
Inoltre, saremmo di fronte ad una palese lesione di un diritto
costituzionale, quale è a la garanzia dell’adeguata retribuzione per il
lavoro svolto. E questo, è bene ricordarlo, a cospetto di un sempre
maggiore carico fiscale e del costo della vita”. Per l’Anief si tratta
di ipotesi improponibili. “Il Governo deve quindi decidere: riscoprire
la sua vocazione pubblica, affrancandosi una volta per tutte dai poteri
dei datori di lavoro privati; oppure tartassare i suoi cittadini
lavoratori, vessandoli attraverso decreti d’urgenza che violano
palesamente le regole costituzionali del diritto al lavoro e su cui è
fondata – conclude Pacifico - la nostra Repubblica”.
www.anief.org
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