
Dichiarazione dell’ on. Maria Coscia, sul Progetto Legge 953: “Autonomia scolastica e nessuna privatizzazione”
Data: Venerdì, 12 ottobre 2012 ore 03:30:00 CEST Argomento: Attività parlamentare
Dichiarazione di
voto dell’on. Maria Coscia, capogruppo Pd, in Commissione Cultura e
Istruzione, sul Testo Unificato del Progetto di Legge, n. 953,
“Autogoverno delle istituzioni scolastiche” – 10 Ottobre 2012
Presidente, colleghe e colleghi,
ci accingiamo ad approvare un testo di legge che ha avuto una lunga
gestazione. Il testo fa riferimento a ben 11 proposte di legge, di cui
2 presentate da deputate e deputati del partito democratico. La prima
seduta nella quale è iniziato l’iter del provvedimento risale a ben 4
anni fa. Si trattava di proposte che affrontavano vari temi relativi
all’assetto delle istituzioni scolastiche, non solo gli organi di
autogoverno ma anche altri temi importanti e complessi come quello
dello stato giuridico e del reclutamento del personale.
Le proposte di legge partivano da visioni diverse: la nostra visione
era ed è sicuramente alternativa a quella contenuta nella proposta del
gruppo del PDL che aveva come prima firmataria l’on.le Aprea. Nel corso
di questi anni ci siamo confrontati e scontrati in innumerevoli sedute,
sia nel Comitato ristretto che in seduta plenaria. Abbiamo chiesto ed
ottenuto di promuovere l’ascolto del mondo della scuola attraverso
numerose audizioni con le realtà sindacali e associative
rappresentative dei lavoratori, dei genitori, degli studenti, esperti,
rappresentanti di esperienze significative di singole istituzioni
scolastiche ecc. Dal mondo della scuola sono venute molte critiche al
testo originario, soprattutto sui punti delle fondazioni e del
reclutamento del personale. Sono venute anche proposte che hanno
rafforzato la nostra convinzione che per difendere e sviluppare la
scuola pubblica, la scuola statale, occorre cambiare profondamente il
nostro sistema dell’istruzione: battere una visione e una gestione
centralistica e burocratica, puntare su un nuovo assetto che sia capace
di salvaguardare e rafforzare il sistema nazionale di istruzione, con
l’attuazione concreta dell’autonomia scolastica per renderlo più
moderno, semplificato, sburocratizzato, in linea con le indicazioni e
gli obiettivi europei e capace di garantire pari diritti e opportunità
di istruzione e formazione, in tutto il nostro territorio, a tutti i
bambini e le bambine, a tutti i ragazzi e le ragazze e non a uno di
meno, italiani e non, presenti nel nostro paese.
Noi pensiamo ad una autonomia scolastica non autoreferenziale e
autarchica, non gerarchizzata o aziendalistica. Un’autonomia che,
invece, nella chiarezza dei compiti e delle funzioni dei vari organi,
sia sempre più capace di sviluppare tutte le proprie potenzialità
democratiche, di apertura e di partecipazione in relazione con il
territorio. Un’autonomia che pratichi e realizzi una scuola capace di
valorizzare e far dialogare, nel rispetto della libertà di insegnamento
e delle prerogative di ciascuna componente, insegnanti, personale non
docente, studenti, genitori, dirigente scolastico, che non perda mai di
vista il fatto che il centro della scuola debbano essere gli alunni,
tutti gli alunni e non uno di meno, e il loro diritto fondamentale
all’istruzione e al successo scolastico.
Nel corso dell’esame del provvedimento, ad un certo punto, si è anche
determinata una rottura nella vecchia maggioranza, tra la Lega e il
pdl, che ha provocato l’interruzione della discussione del
provvedimento. Quando, nei mesi successivi, si è venuta a determinare
una nuova situazione istituzionale, con la caduta del Governo
Berlusconi e la nascita del Governo tecnico, abbiamo ritenuto di poter
continuare a perseguire, con coerenza e determinazione, la nostra idea
di scuola e non ci siamo sottratti all’invito della ex Presidente della
Commissione Aprea di riavviare l’iter del provvedimento. Prima di
riprendere la discussione abbiamo posto la condizione di circoscrivere
il provvedimento al tema degli organi di autogoverno delle istituzioni
scolastiche perché, a nostro avviso, era il punto più urgente da
affrontare, tenuto conto che la legislazione vigente ha diversi aspetti
contraddittori, che complicano e determinano confusione e incertezze
nella vita democratica e nella gestione quotidiana delle scuole,
strette tra la vecchia normativa sugli organi collegiali degli anni
settanta (DPR 31.5.74 n. 416 ripreso integralmente 20 anni dopo nel
Decreto legislativo 297/94) e le norme successive sull’autonomia
scolastica (articolo 21 legge 59/97, DPR n. 275/99, titolo V della
costituzione). Per noi, poi, era ed è molto importante definire nuove
norme e strumenti anche per rilanciare la partecipazione che con il
passare degli anni si è sempre più affievolita.
Ho voluto fare questa breve cronistoria, perché avverto l’esigenza di
fare chiarezza e dare conto della trasparenza e della coerenza con cui
il Partito Democratico ha voluto dare un contributo fattivo, direi
decisivo, per cambiare profondamente l’impostazione del testo base
iniziale con un nuovo testo, facendosi anche portavoce di tante
proposte che sono venute sia nelle audizioni che nel confronto con il
mondo della scuola che, come partito democratico, abbiamo
parallelamente promosso con tantissimi incontri, assemblee, forum,
seminari, convegni.
Noi, dunque, abbiamo voluto svolgere fino in fondo il nostro dovere
istituzionale. L’IDV, del tutto legittimamente, ha scelto una linea di
apposizione frontale e pregiudiziale al provvedimento non partecipando
neanche ai lavori del comitato ristretto. Devo anche dire che molti
degli emendamenti presentati dal collega Zazzera erano solo abrogativi
dei vari articoli, altri emendamenti si contraddicevano tra loro. Ciò
nonostante abbiamo cercato di interloquire ed anche di accogliere
alcune proposte.
Tuttavia, mi dispiace molto, ma sono costretta, anche per le sue
continue e recenti dichiarazioni pubbliche, a stigmatizzare ancora una
volta il comportamento demagogico e strumentale del collega Zazzera che
facendo leva sul diffuso e giustificato malessere del mondo della
scuola, sta tentando di lucrare un vantaggio elettorale, seminando
confusione e disinformazione. Le scuole stanno operando in una
condizione molto difficile. Le sciagurate scelte politiche dei tagli
indiscriminati all’istruzione del precedente governo Berlusconi, hanno
reso sempre più difficile la vita delle scuole e messo in discussione
anche le condizioni minime per il loro funzionamento quotidiano. Si è
così alimentata la sfiducia e, in molti casi fatta venir meno, la
speranza di poter costruire un futuro migliore per la scuola pubblica e
per i nostri giovani. Scelte sciagurate che noi non solo non abbiamo
condiviso ma abbiamo contrastato con forza.
Le scuole, dunque, attraversano una fase molto critica e di grave
difficoltà ed è nostro dovere agire per costruire una nuova speranza e
una nuova prospettiva. Siamo consapevoli della grave economica e
finanziaria che il paese sta vivendo e proprio per evitare il disastro
e fronteggiare la crisi che sosteniamo questo governo. Ma noi siamo
convinti che l’istruzione è una leva fondamentale per uscire dalla
crisi e costruire un nuovo futuro per il nostro Paese e i nostri
giovani. Per questo continuiamo a batterci non solo per fermare i tagli
ma per invertire la tendenza e proporre più risorse e investimenti
sulla scuola. Pensiamo quindi che occorra avere un comportamento
responsabile e propositivo per andare in questa direzione e, dunque,
pensiamo che anche questo sia un provvedimento utile per perseguire
questo fine.
Sul merito del provvedimento voglio ancora una volta ribadire in modo
forte e chiaro che è stata sconfitta la linea aziendalista: in
particolare non c’è più la norma che consentiva la trasformazione delle
scuole in fondazioni e non c’è più la chiamata diretta degli insegnanti
anche perché non c’è più il capitolo sul reclutamento del personale.
Ribadisco, dunque, se c’è ne fosse ancora bisogno, che non c’è nel
testo della legge alcuna norma che possa indurre privatizzazione la
scuola statale. Chi continua dentro e fuori del Parlamento a sostenere
questa tesi dice il falso e fa disinformazione!
Invito quindi tutti a leggere quello che è scritto nel testo della
legge e a valutarlo anche criticamente attenzione ma attenendosi a
quello che è scritto.
Cosa prevede dunque il testo? Voglio sottolineare alcuni punti che a me
sembrano particolarmente rilevanti, anche alle luce degli emendamenti
che abbiamo approvato nelle precedenti sedute.
La conferma dell’autonomia delle istituzioni scolastiche quali parti
fondamentali del sistema unitario, nazionale dell’istruzione. C’è, è
vero, l’introduzione di una importante novità: l’autonomia statutaria
che le istituzioni scolastiche esercitano, ed è scritto con chiarezza,
nel rispetto delle leggi e delle competenze dello Stato, a partire
ovviamente dalla Costituzione, fino alle norme specifiche contenute in
questo provvedimento che definisce vincoli e regole stringenti sugli
organi, sulla loro composizione, sulle loro funzioni, sulle garanzie di
rappresentanza e partecipazione di tutte le componenti della scuola.
La individuazione degli organi di autogoverno: Consiglio
dell’autonomia, con funzioni di indirizzo, il consiglio dei docenti con
funzioni didattico-educative, il dirigente scolastico con funzioni di
gestione di cui risponde agli organi collegiali. Sottolineo questo
punto per evidenziare l’attenzione che abbiamo posto ad alcuni aspetti
che possono sembrare dei dettagli ma che sono importanti per non dare
adito, evitare possibili rischi, di interpretazioni nella direzione di
una visione aziendalistica e gerarchizzata della scuola. Abbiamo
inoltre reintrodotto con un emendamento il Consiglio di classe
costituito da insegnanti, genitori e studenti.
Voglio poi soffermarmi un po’ più a lungo sul consiglio dell’autonomia,
presieduto da un genitore e composto da rappresentanti eletti da tutte
le componenti della comunità scolastica: da insegnanti e genitori in
misura paritetica, nelle scuole superiori anche dagli studenti in
misura paritetica con i genitori, il personale ATA e il Dirigente
Scolastico. Il Direttore amministrativo non solo svolge la funzione di
Segretario ma ha il compito fondamentale di dare il supporto tecnico
amministrativo.
Tra i compiti più importanti ricordo l’adozione dello Statuto che deve
essere approvato da almeno i 2/3 dei componenti del Consiglio. Questo
vincolo vuole caratterizzare ancora di più il valore di una scuola
comunitaria capace di ricercare, nella chiarezza delle funzioni e delle
prerogative di ciascuno, come la libertà di insegnamento, continuamente
il dialogo tra tutte le componenti nell’interesse e nei rispetto del
diritto fondamentale dei bambini e dei ragazzi all’istruzione e al
successo scolastico.
Non solo, voglio ricordare che con uno degli emendamenti più importanti
approvati, si stabilisce che debba essere il nuovo consiglio
dell’autonomia ad approvare lo statuto, e non i vecchi organi
collegiali. Questa norma a nostro avviso, da senso e forza all’idea che
si possa realizzare una vera e propria nuova fase costituente della
scuola democratica, capace di promuovere nella fase di elaborazione
dello statuto una partecipazione diffusa, attiva e creativa. Non si
tratta dunque di un passaggio burocratico o autoreferenziale o
aziendalistico o, peggio, di apertura a una sorta di privatizzazione
ma, al contrario, di un importante strumento non solo per la difesa ma
per il rafforzamento e lo sviluppo della scuola pubblica.
In diversi articoli è richiamata la partecipazione dei genitori e degli
studenti non solo attraverso la presenza negli organi di autogoverno ma
anche con la promozione e la tutela di altre forme di partecipazione.
In particolare l’art. 7 stabilisce che le istituzioni scolastiche
debbano prevedere e garantire l’esercizio dei diritti di riunione, di
associazione e di rappresentanza degli studenti e delle famiglie.
Questa norma e nostro avviso non limita la partecipazione rispetto alle
vecchie norme ma, semmai, consente di ampliarla sia nelle forme che
nelle modalità attraverso l’elaborazione definizione degli statuti.
Tuttavia, noi pensiamo che questo sia uno dei punti che richiedono un
ascolto e confronto attento con i genitori e gli studenti nel
successivo passaggio parlamentare nell’altro ramo del Parlamento.
Auspico, quindi, che il Senato realizzi le audizioni per promuovere un
attento ascolto del mondo della scuola.
Voglio inoltre ricordare l’articolo sui nuclei di autovalutazione,
sottolineo di autovalutazione, cioè una visione della valutazione non
punitiva e burocratica ma un importante strumento di accompagnamento e
di supporto per il perseguimento e il raggiungimento degli obiettivi
formativi e per elevare la qualità della scuola. Mi è rimato poco tempo
per cui elenco solo altri temi come il patto educativo, la conferenza
di rendicontazione, il consiglio nazionale delle autonomie scolastiche
e le conferenze regionali. Infine, viene istituita una commissione
tecnica con il compito di monitorare per due anni il processo attuativo
della legge e riferire con una relazione al Parlamento. E’ uno
strumento importante non solo per verificare lo stato di attuazione ma
anche e soprattutto per fornire elementi per eventuali aggiustamenti e
modifiche da apportare nel prossimo futuro.
Per concludere, voglio ringraziare tutte le parlamentari e i
parlamentari del mio gruppo e, in particolare, le colleghe che hanno
partecipato, nelle varie fasi, ai lavori del comitato ristretto Rosa
Bruna De Pasquale, Letizia De Torre, Caterina Pes, Alessandra Siragusa,
che prima ancora di essere deputate sono donne di scuola che vogliono
bene e credono nella scuola pubblica e per questo motivo si sono
impegnate più di altri e con molta convinzione e hanno voluto dare un
contributo competente e appassionato. Ringrazio la collega Santolini e
il relatore Barbieri con cui abbiamo condiviso in particolare gli
emendamenti. Ringrazio il Governo nella personale del Sottosegretario
Rossi Doria che seguito e contribuito ai nostri lavori. Ringrazio
infine, ma non per ultima, la presidente Ghizzoni che ha accompagnato e
condotto, in questi ultimi mesi, con grande equilibrio l’esame del
provvedimento dando a tutti i gruppi tempo e spazio per sostenere le
proprie proposte.
Per tutte queste ragioni annuncio, quindi, il voto favorevole del
gruppo del Partito democratico a questo provvedimento.
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