
Ciò che sta accadendo in questi giorni può definirsi al tempo stesso agghiacciante e grottesco
Data: Lunedì, 08 ottobre 2012 ore 04:00:00 CEST Argomento: Redazione
Da più di due anni stiamo combattendo una battaglia per
il riconoscimento effettivo del valore di abilitazione all’insegnamento
nella scuola primaria del Diploma di Maturità Magistrale. Una battaglia
partita in sordina, che, all’inizio tutti davano per persa, “inebriati
e confusi” dalle false affermazioni che il Ministero, di concerto con
le più importanti sigle sindacali, hanno per oltre tredici anni
diffuso, nascondendo la verità. Ma la verità, esistente da sempre, è
venuta a galla. Il paziente lavoro di ricerca delle fonti normative e
della giurisprudenza – svolta in particolare da ADIDA, CUB Scuola e
SISA – ha portato alla luce l’unica verità possibile, quella stabilita
dalle Norme del Diritto e non quella inventata con acrobazie di
fantasia da abili Funzionari ministeriali e concertata con i sindacati.
La verità, nero su bianco, è quella che troviamo nell’art. 197 comma 1
del testo unico della scuola e nell’art. 15 comma 7 del DPR 323 del
1998, i quali sanciscono, in un italiano impeccabile, che solo chi si
ostina a non voler capire – o nasconde interessi per non farlo – non
capisce, che il diploma di maturità magistrale, conseguito al termine
dei corsi di istituto magistrale iniziati entro l’anno scolastico
1997-98, conserva in via permanente il valore di abilitazione
all’insegnamento nella scuola elementare/primaria. Una verità che trova
riscontro anche nella Giurisprudenza attraverso una Sentenza della
Corte Costituzionale del 1997 che senza mezze misure afferma che il
diploma di maturità magistrale è “in sé” abilitante, a prescindere dai
concorsi a cattedra. Così come nello stesso CCNL mobilità della scuola
statale 2012.
Abbiamo messo in evidenza anche il fatto che nessun concorso a cattedra
ha mai avuto funzione di abilitazione all’insegnamento, testi alla
mano. Abbiamo denunciato il fatto che Ministero e sindacati abbiano per
anni fatto troppo facilmente confusione tra l’abilitazione e le
procedure di reclutamento nella scuola statale. Ebbene, per tutta
risposta, con il DM 249 del 2010 – istitutivo dei percorsi TFA – il
Ministero ha voluto stravolgere, con un atto meramente amministrativo,
la Giurisprudenza, istituendo con l’art. 15 comma 16 percorsi per i
diplomati magistrale finalizzati a conseguire (nuovamente) l’
“abilitazione”. Paradossale e grottesco tentativo di modificare con una
norma di rango inferiore una Fonte primaria. Peraltro in modo
retroattivo.
Abbiamo avviato quindi, attraverso le varie Organizzazioni, tutta una
serie di ricorsi presso il TAR del Lazio finalizzati a tutelare il
valore abilitante del titolo. Di questa “anomalia”, forse un po’
tardivamente – ma meglio tardi che mai – sembrò accorgersene anche il
sindacato ANIEF annunciando, a sua volta, ricorsi a tutela dei
diplomati magistrale Nessuna presa di posizione, invece, dai
sindacati “maggiori”, con l’unica eccezione della CISL che in un
intervento diffuso a mezzo stampa indicava come “infondati” i ricorsi
presentati, annunciando, nel contempo, di essere da sempre sostenitore
del valore abilitante del diploma magistrale. Peccato che a queste
ultime belle parole non siano mai seguiti i fatti e la CISL non abbia
mosso un dito a tutela dei diplomati magistrale, nemmeno, come vedremo
più avanti, quando è stato messo in discussione il loro operato anche
nella scuola paritaria.
Il Ministero con un atto di arroganza mai vista prima, anche di fronte
all’evidenza della Legge, ha però deciso di non demordere, anzi ha
voluto rincarare la dose, annunciando attraverso le bozze di modifica
del DM 249/2010 al CNPI, dopo aver in precedenza dichiarato con nota
pubblica che il dettato del DM 249/2010 non intendeva modificare la
pregressa normativa e faceva salvo il diritto dei docenti diplomati di
insegnare a tempo indeterminato nelle scuole paritarie, di voler negare
il valore di abilitazione del diploma magistrale anche agli insegnanti
che lavorano nella scuola paritaria, mettendo così in discussione anche
l’esistenza stessa delle molte scuole paritarie che da sempre offrono
un servizio pubblico al Paese.
A questo punto è sceso in campo il SINASCA (SIndacato dei dipendenti
della scuola Cattolica) che, con una nota estremamente circostanziata e
precisa dal punto di vista giuridico, ha sottolineato il valore
abilitante del diploma ed il fatto che mai prima d’ora, nella storia
della Repubblica, era stato messo in discussione il valore di
abilitazione all’insegnamento nella scuola primaria del diploma di
maturità magistrale e che i concorsi e corsi ex DM 85/2005 non hanno
mai avuto alcuna funzione abilitante e non sono mai stati ritenuti
indispensabili all’insegnamento nella scuola paritaria, al punto che
non costituiscono nemmeno titolo valutabile nelle graduatorie interne
come stabilito dai contratti vigenti. Denunciando il grave rischio
derivante dalla negazione del valore abilitante del diploma da parte
del Ministero.
All’intervento del SINASCA ha fatto seguito l’interrogazione presentata
in VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati dall’On. Ciccanti
(UDC) nella quale veniva chiesto al Ministro quale azioni intendesse
mettere in atto a tutela dei diritti acquisiti dai diplomati
magistrale. I rappresentanti del Coordinamento Nazionale
Diplomati Magistrale, grazie all’interessamento dell’On. Zazzera (IDV),
sono stati nel frattempo convocati in audizione informale presso la
stessa VII Commissione e nell’occasione ha presentato una
particolareggiata ed esaustiva documentazione sul valore abilitante del
diploma magistrale e sulla serie di discriminazioni subite nel corso di
tredici anni.
La stessa Presidente della VII Commissione, On. Ghizzoni (PD), ha preso
atto della fondatezza delle ragioni presentate sottoscrivendo a sua
volta l’interrogazione presentata dall’On. Ciccanti.
La risposta presentata in VII Commissione dal rappresentante del
Ministero, dott. Marco Rossi Doria, è stata assolutamente evasiva ed ha
glissato sul nocciolo della questione, ovvero sul fatto che il
Ministero continui, senza vergogna, a violare quanto sancito dal testo
unico e dal DPR 323/1998, negando, senza fondamenti giuridici, il
valore di abilitazione all’insegnamento del titolo.
La stessa Presidente On. Ghizzoni si è detta insoddisfatta della
risposta ricevuta, che non coglie nel merito la problematica esposta.
Appare quindi fin troppo evidente che la posizione da noi sostenuta non
è certo priva di fondamento, come qualcuno l’aveva definita, sempre che
non si voglia mettere in discussione anche l’autorevolezza degli
Onorevoli Deputati che hanno chiesto di vederci chiaro.
Per ultimo, il Ministero, dimostrando ancora una volta la propria
arroganza ha attivato, dopo tredici anni di violazione dell’art. 401
del testo unico – che prevede i concorsi a cattedra con cadenza
triennale – un nuovo concorso a cattedra relegando, ancora una volta, i
diplomati magistrale nella categoria dei “non abilitati”.
A questo punto l’unica domanda che può sorgere è la seguente: quali
sono gli interessi così forti da far sì che di fonte all’evidenza
normativa e di fronte all’interrogazione presentata da due Deputati del
Parlamento – tra i quali il Presidente della Commissione Cultura della
Camera – il Ministero con ottusa arroganza continui a violare le Norme
del Diritto ? Cosa nasconde tale atteggiamento ?
Ciò che stiamo chiedendo è il rispetto della Legge e del Diritto. Ciò
che ci viene risposto è un muro di gomma ed omertà da parte del
Ministero che continua, imperterrito, a violare il più elementare
principio dei diritti acquisiti nascondendosi dietro ad un silenzio
inquietante e, purtroppo, con la complicità di molti sindacati che, se
sulla carta affermano di voler difendere i diritti dei lavoratori,
nella realtà sembrano voler fare altro.
Ebbene, desideriamo essere chiari fino in fondo: non ci fermeremo.
Impugneremo anche il concorso, così come abbiamo impugnato i corsi
riabilitanti – normali o speciali – voluti dal DM 249/2010, ma stavolta
non ci fermeremo all’azione in sede amministrativa. Se necessario
ricorreremo alla Magistratura penale. Nel frattempo, facciamo appello
agli Onorevoli Membri del Parlamento, che credono nella forza del
Diritto, di appoggiare la nostra battaglia. Che non è solo una
battaglia per il diritto al lavoro ed al riconoscimento dei diritti
acquisiti particolari, ma una battaglia di democrazia contro il
principio che interessi di bottega o di cassa possano prevalere sulla
Legge.
Non ci fermeremo. E’ una promessa.
Coordinamento
Nazionale Diploma Magistrale
coordinamentodiplomamagistrale@gmail.com
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