Precisazioni su risposta Prof. Di Meglio Gilda
Data: Sabato, 06 ottobre 2012 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Gent.mo Prof. Di Meglio,
dalle parole che le erano state attribuite si evinceva che la sua contrarietà alla riconversione sul sostegno fosse riferita solo agli Itp C999 che non avessero titoli tecnici o professionali. E questo avrebbe rappresentato un pregiudizio nei nostri confronti e una discriminazione immotivata. In quanto familiare di un disabile grave sono fermamente convinta che il sostegno sia un’attività estremamente delicata e che richieda competenza, attitudine e dedizione. Credo, addirittura, che questa formazione andrebbe concepita in una prospettiva professionale stabile perché la precarietà, non solo lavorativa, ma anche emotiva e affettiva, può essere dannosa per i disabili e le loro famiglie.
Mi permetto, però, di far notare che il ricorso alla riconversione sul sostegno non lo abbiamo inventato noi ITP C999. Da molti anni è prevista l’immissione di personale sul sostegno in vista di un successivo passaggio ad altra classe di concorso o, per contro, una riconversione per classi di concorso in esubero.
Non siamo noi che abbiamo utilizzato l’insegnamento sul sostegno come ammortizzatore professionale.
Noi siamo insegnanti di laboratorio. Abbiamo vinto dei concorsi per titoli ed esami. Abbiamo studiato e superato delle selezioni. Abbiamo giustificato gli investimenti fatti nei laboratori e abbiamo dato vita agli strumenti e alle apparecchiature didattiche acquistati da province e ministero.
Il passaggio allo stato non lo abbiamo chiesto noi, anzi siamo stati fortemente penalizzati a livello economico e giuridico.
Non abbiamo rubato i posti di lavoro ai colleghi dello stato perché noi siamo stati trasferiti insieme ai nostri laboratori e non ne abbiamo occupati di nuovi.
Anzi il passaggio allo stato ha permesso l’apertura delle nostre scuole al personale dello stato.
I nostri istituti prima del 2000 impiegavano solo personale ATA e ITP degli enti locali ed erano storicamente carenti di organico. L’adeguamento ai paramentri statali ha permesso l’assorbimento di personale dallo stato.
Le nostre scuole sono ancora frequentate, i laboratori ci sono ancora, le classi anche, l’attività è intensa, le nuove tecnologie ci impegnano molto.
Noi non abbiamo perso il nostro lavoro, il problema è che ci vogliono impedire di svolgerlo.
La dispersione di competenze, i laboratori che resteranno inutilizzati, la didattica che perderà uno strumento di conoscenza importante, questi sono i veri sprechi e non i nostri stipendi.
Noi chiediamo di restare nelle nostre mansioni, nelle nostre scuole a fare e a insegnare quello che abbiamo imparato in tanti anni.
Non lo chiediamo per conservare un privilegio o per immobilismo professionale, lo chiediamo perché chi ci paga possa prendere il meglio da noi.
Sperando in un vostro appoggio porgo distinti saluti.

Delia Noferi
delianoferi@libero.it





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