Precari, salario sotto i mille euro: 28% in meno rispetto al posto fisso
Data: Sabato, 01 settembre 2012 ore 06:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
I dati
dell’Isfol: 945 euro al mese rispetto ai 1.313 euro degli occupati a
tempo indeterminato ROMA In Italia essere precario significa anche
avere uno stipendio più basso. La conferma arriva dall’Isfol che
registra per i dipendenti a termine un salario medio inferiore ai mille
euro, pari nel 2011 a 945 euro, appena un euro in più rispetto all’anno
precedente. Ecco che la differenza con la retribuzione tipo del
lavoratore fisso si fa sentire, risultando del 28% inferiore. Infatti
il reddito da lavoro netto che un dipendente a tempo indeterminato
prende al mese è di 1.313 euro. Non passa inosservato anche come al
variare dell’età il guadagno di un precario resti al palo: si va dagli
834 euro dei 15-24enni ai 996 euro dei 35-44enni. Per le posizioni
permanenti, invece, il gap è evidente: si parte dai 926 euro dei
giovanissimi per arrivare a sfiorare i 1.500 euro. L’aggiornamento dei
dati sui redditi mensili da lavoro dipendente, già contenuti nel
Rapporto Isfol 2012, fa così luce sul valore del lavoro precario, oggi
in espansione proprio a causa della crisi. Il direttore generale
dell’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei
lavoratori, Aviana Bulgarelli, sottolinea come il divario tra i salari
medi di chi ha un posto fisso e quello di chi è a tempo «risulti in
crescita rispetto all’anno precedente», quando era al 27,2%. Per
Bulgarelli alla base dello `sconto´ applicato ai dipendenti a termine
ci sono diverse ragioni: «In primo luogo il lavoro a termine evita, con
la scadenza dei contratti, l’applicazione delle fasce di anzianità
previste dai contratti collettivi; inoltre i dipendenti temporanei
usufruiscono in misura minore della componente retributiva legata a
straordinari e ad altri emolumenti; tra i contratti a termine infine il
lavoro a tempo parziale incide in misura decisamente maggiore (25,5% a
fronte del 14,9% del lavoro a tempo indeterminato), contribuendo a
ridurre il salario medio». Insomma i motivi sono vari e sicuramente a
subire la penalizzazione maggiore sono i più giovani, con gli under-35
che rappresentano oltre il 50% del lavoro precario. Anche se ormai i
rapporti a tempo si fanno strada anche tra i più adulti, con circa un
milione di dipendenti senza posto fisso over-34, pure loro con guadagni
medi sempre al di sotto dei mille euro. Certo è che per i più giovani,
15-24enni, non c’è scampo: siano fissi o precari, lo stipendio medio
risulta sempre sotto i mille euro, risultando in media pari a 880 euro.
www.lastampa.it
|
|