“L’hi-tech fermerà la fuga dalle aule”
Data: Sabato, 29 settembre 2012 ore 06:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Cresce il numero di chi non consegue il diploma. Profumo: costi sociali insostenibili - TORINO Continuano ad essere troppi, per l’obiettivo di Lisbona 2020 - meno del 10% - e per un Paese che ha bisogno di crescere, i giovani che non raggiungono alcun traguardo nell’istruzione: né diploma né qualifica professionale, spesso nemmeno la licenza media. Sono figli di famiglie con basso livello di istruzione, di madri sole e povere, di genitori immigrati, ragazzi con disabilità nell’apprendimento: oltre il 18% dei nostri giovani. Per il Paese è una patologia». È stato il sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria, ieri, ad aprire il convegno «Per una scuola che promuova davvero», una due giorni con esperti italiani e stranieri che la Fondazione per la Scuola e l’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo hanno organizzato per confrontare le migliori esperienze per arginare la dispersione scolastica.  Alla Casa del Teatro Ragazzi al centro dell’attenzione sono stati il ruolo delle tecnologie e dell’innovazione, quello delle reti sociali e istituzionali, la relazione scuola-famiglia. Oggi sarà il ministro Profumo, dopo una giornata di analisi delle cause che determinano il fenomeno dei «drop out» e del suo costo sociale, a trarre le conclusioni. «La dispersione è un tema cruciale che chiama in causa le politiche nazionali. Rispetto agli obiettivi fissati dall’Europa, il solo Paese ancora davvero lontano è l’Italia e non ci sono segnali di inversione di tendenza - ha detto la professoressa Anna Maria Poggi, presidente della Fondazione per la Scuola -. La dispersione è un problema da affrontare mediante sinergie locali, ma l’input deve partire dal centro. E questo finora è mancato. Anche la tecnologia serve, ma va pensata in funzione antidispersione». Tra i modelli esportabili che la Fondazione per la Scuola proporrà al ministro, c’è l’ormai storico progetto torinese «Provaci ancora, Sam!» in cui lavorano scuola ed extrascuola, Miur, Città e associazioni. Nella sessione dedicata all’innovazione sono stati illustrati esempi come quello dell'Istituto comprensivo di Cadeo (Piacenza), 1300 alunni, lavagna interattiva multimediale in ogni aula, alcune classi 2.0 con un pc per allievo. «Lavoriamo per garantire a tutti gli studenti l’accesso alle tecnologie sicure e veloce, con contenuti nuovi - ha spiegato il preside Daniele Barca -. Ma l’informatica non basta, bisogna che i ragazzi non siano catturati solo momentaneamente: il percorso va completato in biblioteca, con cineforum e corsi di cucina che integrino le competenze nelle discipline e in cui sia riconosciuto anche il saper lavorare in team o risolvere problemi pratici». Per le tecnologie o le esperienze che rendono più solida l’autostima servono risorse. Lo ha dimostrato lo stesso Rossi Doria illustrando i dati della Regione Puglia, dove in tre anni, dopo un investimento di 17 milioni, i quindicenni con scarse competenze in lettura sono passati dal drammatico 36,3% del 2006 al 17,6% nel 2009. «Un importante indizio di speranza», lo ha definito il sottosegretario.   
MILANO 
Con le borse di studio si impara la musica 
La giunta Pisapia ha affrontato il tema della dispersione scolastica all’indomani del suo insediamento, nel giugno 2011. «In città abbiamo una percentuale del 20% di obbligo scolastico non conseguito», ha detto ieri il vicesindaco e assessore all’Educazione Maria Grazia Guida. «Abbiamo ideato il progetto “Promuovi-Mi” mettendo a sistema le risorse della Città, del Miur e del privato sociale per evitare dispersioni: gli interventi sono fatti sul postscuola con insegnanti statali, educatori comunali, mediatori, associazioni». A preoccupare sono i giovani di origine non italiana, che spesso confluiscono in bande che si scontrano nei parchi. «Senza un progetto di vita e prospettive di lavoro c’è il rischio per questi ragazzi di finire in organizzazioni criminali», ha detto Guida. Ma Milano pensa anche per i suoi giovani meno fortunati ad attività d’eccellenza. «Un protocollo con il Conservatorio offre a chi ha talento una borsa di studio per accedervi». Alcuni ragazzi rom hanno suonato davanti al presidente Napolitano, martedì.
TORINO 
Adesso l’aiuto arriva grazie a sport e arte 
Il progetto torinese contro la dispersione scolastica per eccellenza è il «Provaci ancora, Sam!», sostenuto dall’Ufficio Pio e dalla Fondazione Per la Scuola della Compagnia di San Paolo, nel quale lavorano in rete insegnanti statali, servizi sociali ed educativi del Comune, associazioni. Una rete che ha saputo adattare la sua fisionomia ai cambiamenti della società torinese. Supporto a scuola e dopo la scuola, tutoring, attività sportive, artistiche. «Nel corso degli anni, in presenza di tanti minori ultraquindicenni privi di licenza media nei Centri Territoriali Permanenti per l’educazione degli adulti, il Sam è arrivato anche lì», dice Paola Pozzi, coordinatrice del progetto per la Fondazione per la Scuola. Non solo. «Da 11 anni, con l’autonomia scolastica, il progetto è diventato anche preventivo: non solo recupero dei dispersi, ma intervenenti sui casi a rischio segnalati dalle scuole in prima media». I numeri sono importanti: dal 2000/01 al 2011/12 le scuole sono passate da 18 a 31, gli studenti da 270 a 466 (in 11 anni 5617), i docenti da 80 a 280.
NAPOLI 
Gli studenti più bravi aiutano chi è in crisi 
Napoli ha sempre avuto dispersione, ma ora è cambiato il contesto, il disagio ha diverse cause». L’assessore alla Scuola Annamaria Palmieri le ha elencate: famiglie d’origine con deprivazione culturale per le quali l’istruzione non è un valore, scuola competitiva e poco inclusiva (eredità dell’era Gelmini), nuova presenza stabile di immigrati. «Un tempo si interveniva sulla dispersione in un’ottica di “ospedalizzazione”, dopo che il guaio era fatto. Oggi che i soldi sono pochi e bisogna ingegnarsi si è anche capito che il disagio va intercettato quando il bambino ha 3 anni». Numerosi gli strumenti messi in campo: monitoraggio delle assenze saltuarie fin dalla materna, monitoraggi sulla presenza delle famiglie straniere. «Ma anche progetti di “peer education” in cui gli allievi delle scuole senza disagio interpretano modelli credibili agli occhi dei coetanei dei quartieri più sfortunati». A fine ottobre a Napoli si terrà anche - con l’obiettivo di sviluppare nuove modalità di intervento - un convegno di «Maestri del mondo».
PADOVA 
Via ai corsi speciali sulle professioni 
La dispersione in Veneto è attestata sul 16%, tocca la terza media e il biennio superiore. «In alcuni licei abbiamo solo il 5% - ha detto Claudio Piron, assessore alla Scuola di Padova - ma negli istituti tecnici e professionali siamo al 20%». Molto lavoro di recupero viene svolto dai centri di formazione professionale. Ma parallelamente, il Comune è convinto che sia fondamentale non sbagliare la scelta dopo la terza media. «Il ministro Fioroni aveva costruito il sistema delle passerelle, utili per non perdere l’anno transitando da un corso all’altro. Dopo di lui è stato smantellato». Per ovviare, a Padova hanno puntato su due strumenti: «In ogni scuola media abbiamo creato un centro di ascolto con un docente formato ad hoc, una figura adulta di riferimento che intercetta problemi di ordine familiare, frustrazioni scolastiche. Poi c’è Exposcuola, salone dell’orientamento visitato ogni anno da migliaia di genitori. L’8 novembre verrà il sottosegretario Rossi Doria: speriamo ci dica che la lotta alla dispersione è una priorità del governo»
Maria Teresa Martinengo
www.lastampa.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2479170.html