Libri multimediali, studenti e professori creano testi e video
Data: Venerdì, 14 settembre 2012 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Introdotti nel 2009 con software gratuito. Foto e grafici integrati per imparare - TORINO - Prima di tutto, si risparmia: fino a trecento euro l’anno. Poi non si è costretti a cambiare libro: basta aggiornarlo o sostituire qualche pagina, se c’è una nuova edizione. E ancora, i testi scolastici di Book in Progress sono su misura, pensati da veri insegnanti per veri alunni. Partito nel 2009, oggi il progetto conta ottocento docenti partecipanti e testi per tutte le materie, al prezzo simbolico di 3,90 euro l’uno. Ne sono stati stampati già 40 mila, adottati in numerose scuole in tutta Italia. Ma all’Istituto Tecnico Ettore Majorana di Brindisi, dove Book in Progress è nato, sono andati oltre. Dopo una sperimentazione con computer e netbook, hanno scelto di adottare l’iPad in classe: non sono i soli, visto che tra progetti ministeriali, regionali e iniziative autonome, decine di scuole italiane ormai adottano la tavoletta Apple, dall’Istituto Cobianchi di Verbania all’Ikaros di Bergamo (il caso più rappresentativo, con 1500 apparecchi per il personale docente e gli alunni). E ci sono università, come quella di Teramo, diverse scuole della provincia di Pavia, licei di Siena e di Bollate, la direzione didattica di Cassola (VI) e molte altre. Usare un tablet in classe non vuol dire solo zaini più leggeri e testi più economici (la spesa per l’apparecchio viene ammortizzata in un anno o due), ma spinge anche a inventarsi un diverso modo di insegnare. «I nostri libri sono app multimediali, che noi docenti creiamo insieme con gli studenti», spiega Salvatore Giuliano, dirigente dell’Itis Majorana. I nuovi testi scolastici integrano testi, foto, video, grafici animati; è possibile prendere appunti da condividere con i compagni, fare i compiti a casa e perfino contattare direttamente l’insegnante per risolvere un dubbio o chiedere un consiglio. Per realizzarli, Apple ha ideato un software (gratuito) che consente di organizzare semplicemente i vari contenuti multimediali; rivoluzionare i libri di testo è stata una delle ultime sfide di Steve Jobs prima di morire, come si legge nella biografia di Isaacson, e iBooks Author porta anche la sua firma. Così oggi Book in Progress alla carta (stampata in proprio) aggiunge i manuali digitali. «La partecipazione dei ragazzi alla nascita del libro è importante», osserva il professor Giuliano. «Ci aiutano su questioni tecniche, dove sono spesso più preparati di molti docenti. In questo modo gli studenti imparano facendo, che è il miglior modo per apprendere». Realizzata l’app-libro, bisogna decidere dove distribuirla: in una sola classe, in una o più o scuole o in tutto il mondo, tramite la piattaforma iTunes. Altri docenti e altri istituti possono suggerire miglioramenti o correzioni. Tra i 302 allievi delle dodici prime classi dell’Istituto Majorana coinvolte nella sperimentazione, forse qualcuno diventerà regista o sviluppatore multimediale, ma nell’esperienza di Giuliano «il tablet è uno strumento neutrale, non privilegia le discipline umanistiche o quelle scientifiche». Tanto che in una scuola elementare di Manzano nel Friuli quest’anno hanno creato un libro animato per iPad in friulano, illustrato con i disegni dei bambini. «Michelut al a un amì» nasce in un istituto con una lunga tradizione di sperimentazione didattica, che da anni si è aperto al web e alla tecnologia, ma anche al Sud qualcosa si muove: «Sono numerose le scuole che si convertono al digitale», osserva Giuliano. «E chi non usa l’iPad sperimenta con lavagne interattive e computer». Perché di una cosa ha bisogno, la scuola di oggi: che gli insegnanti accettino la sfida della tecnologia, che sappiano mettersi in gioco e imparare dai ragazzi. Molti lo stanno già facendo, e dove non arrivano leggi e incentivi, a spingerli è la passione.
Bruno Ruffilli
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