Il Concorso presidi in Lombardia secondo il direttore Colosio non era da annullare. Ecco le prove anti-Tar
Data: Martedì, 11 settembre 2012 ore 16:29:29 CEST
Argomento: Comunicati


Conclusasi la conferenza, Giuseppe Colosio risponde ai giornalisti.
LE BUSTE. Indicando la busta, Colosio non ha dubbi: «Sono le stesse che usano nei concorsi a Roma» dichiara. Potrebbe bastare, se non che, avvicinata a una qualsiasi fonte di luce, compaiano alcune scritte scure, da cui è difficile ravvisare il nome del candidato. «Se si fosse voluto invalidare l’equità della prova, sarebbe stato più semplice aprirle». Ha ragione, anche perché porre i fogli in controluce sarebbe un’azione difficilmente “involontaria”. Ci sarebbe da presumere un qualche consorzio associativo tra gli elementi della commissione per permettere un gesto così palese di violazione dell’anonimato.
DUE PESI, DUE MISURE. Ma Colosio prosegue, incalzato dalle domande dei giornalisti, nel descrivere lo svolgimento della valutazione. Le stanze dove si è svolta, al terzo piano dell’Ufficio regionale in Via Ripamonti, nella zona Sud di Milano, hanno due sole piccole finestre, con vetri opachi, che corniciano una porta. Anche con le luci accese, sarebbe stato complesso valutare il nome di un candidato ponendo in controluce la busta. «Tanto più – prosegue Colosio – che in Emilia Romagna, per lo stesso ricorso, il Tar ha giudicato la trasparenza delle buste “ininfluente” ai fini della valutazione del contenzioso». Ricorso che è stato respinto. Due pesi, due misure.
LA MANO INVISIBILE. «Alcuni interni all’Ufficio hanno provato l’esame da dirigente scolastico. Solo il 20 per cento di essi è risultato idoneo» a fronte di un’ottanta per cento scartato. È difficile ipotizzare la presenza di una mano invisibile che ha controllato gli esiti dell’esame. Sotto questo dato, però, possono essere nascoste le vere ragioni del ricorso. Di cui si attende ancora la soluzione.
settembre 11, 2012Redazione
Pubblichiamo il testo di un appello a sostegno della scuola lombarda, del merito e della civiltà del nostro paese

APPELLO pubblico a sostegno della scuola lombarda, del merito e della civiltà del nostro paese

In Lombardia le istituzioni scolastiche sono 1.227; in questi giorni 575 di esse iniziano l’anno scolastico senza un dirigente titolare.
Il concorso bandito dal Ministro dell’Istruzione per il reclutamento dei dirigenti scolastici ha concluso il suo iter: una prova preselettiva, due scritti e un orale hanno selezionato 406 idonei. Il TAR di Milano lo ha bloccato per presunti vizi procedurali attribuibili all’amministrazione stessa, non certo ai partecipanti.
Il Consiglio di Stato ha rimandato la decisione sul merito a novembre; non sono stati perciò possibili l’immissione in ruolo dei neodirigenti e un regolare avvio dell’anno scolastico.
Le conseguenze:
La scuola lombarda. La scuola non può aspettare i tempi inevitabilmente lunghi di una nuova tornata concorsuale, che risulterebbe abnorme nei numeri perché solo la Lombardia in Italia offre ormai posti dirigenziali, appetibili a candidati di tutte le regioni. Non sono inoltre una risposta adeguata né gli incarichi di reggenza a presidi “part-time”, né il trasferimento di dirigenti da altre regioni.
Il merito. Il capitale umano di 406 persone formate e valutate idonee è un potenziale straordinario di energie nuove che ha guadagnato sul campo, con merito, il titolo. L’annullamento del presente concorso rappresenterebbe una plateale sconfitta di tutto il sistema e della legalità stessa che, cercando giustizia, colpisce paradossalmente chi ha agito con correttezza ed onestà.
La civiltà del nostro Paese. Uno Stato che rincorra esclusivamente la correttezza formale e procedurale a scapito dell’efficienza e dell’efficacia del servizio reso ai cittadini, rischia di non garantire un sistema scolastico di qualità e di non esprimere un grado di civiltà accettabile per un paese moderno.
Chiediamo pertanto:
Che l’amministrazione scolastica si adopri per sostenere avanti al Consiglio di Stato la necessità giuridica e l’opportunità pratica di riformare la decisione del TAR: il concorso appena concluso deve essere restituito alla sua piena legittimità.
Che le forze politiche e sindacali, il mondo della cultura, le istituzioni locali, la società civile sostengano con decisione questa proposta, perché l’interesse collettivo a che il servizio scolastico sia in breve tempo rimesso in piena funzione è legato inevitabilmente all’esito positivo di questo concorso.
Che i vincitori del concorso vengano immessi in ruolo il prima possibile, così che studenti, famiglie e insegnanti di ogni scuola possano avere il dirigente scolastico di cui hanno pieno diritto.
12 Settembre 2012







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