
Chi ci tutela dallo stato ?
Data: Lunedì, 10 settembre 2012 ore 16:00:00 CEST Argomento: Opinioni
Lettere in
redazione
Dalle dichiarazioni di questi ultimi giorni, è ormai palese
l’intenzione del ministro di favorire le immissioni in ruolo dei
docenti attraverso i concorsi. Concorsi che, però, saranno banditi
anche per materie d'insegnamento traboccanti di personale già di ruolo
e quindi in esubero. Tutto questo in presenza di graduatorie ancora
colme fino all’inverosimile di precari già abilitati. Ebbene, dinanzi a
tanta insensata ostinazione occorre ribadire, e con forza, che noi
docenti inclusi nelle graduatorie ad esaurimento abbiamo fatto a tempo
debito tutto ciò che lo Stato ci chiedeva: conseguire un'abilitazione
per poter insegnare.
Adesso lo Stato, incurante delle sue stesse leggi, se ne infischia e ci
mette da parte adducendo motivazioni pretestuose, da una parte
demonizzando il sistema stesso di reclutamento dalle graduatorie,
dall’altra rallentando considerevolmente l’assunzione del personale
precario e rimandando infine alle calende greche il concretizzarsi del
nostro diritto al lavoro e alla “graduale stabilizzazione”.
Stante l’esiguità dei posti disponibili, il ministro Profumo avrebbe
dovuto accorgersi di quanto sia doveroso, ai fini di buon governo, dare
finalmente risposta all’annoso problema del precariato dando precedenza
assoluta all’immissione in ruolo degli aspiranti già selezionati,
formati, “capaci e meritevoli”, già inclusi in graduatoria che hanno
consentito finora, di anno in anno, il regolare avvio e l’erogazione
del servizio scolastico.
Il ministro Profumo preferisce invece strombazzare a perdifiato la
necessità di un concorso al quale si dovrà partecipare per pochissimi
ruoli, foriero di ricorsi e di ulteriore precariato; dunque inutile,
dispendioso, che non garantirà la continuità didattica e che non darà
né a noi, né ad altri quella risposta che attendiamo da tempo.
La verità sta dunque in altri termini e nella confusione, che regna
sovrana, chi ci guadagna sono sempre gli stessi: partiti, sindacati,
università e procuratori legali.
Così facendo il ministro si muove unicamente in direzione delle logiche
di tali interessi, illudendo quanti abbracceranno l’indizione di nuovi
concorsi come garanzia di un sistema basato sul “merito” e certezza
della presenza in cattedra di personale docente “giovane”, “fresco” e
“selezionato”.
Giuseppe
Francesco Simone, Roccella Ionica (RC)
giuseppe_simone@alice.it
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