Cristianesimo e comunismo: un rapporto possibile?
Data: Sabato, 01 settembre 2012 ore 06:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Una provocazione  per aprire  un dibattito antico ma sempre attuale.
Parte prima
“Il cristianesimo ci dà una dimensione metafisica dell’uomo ma non astratta ma non assoluta codesta metafisica; in tal caso sarebbe  alienante. E’ l’uomo storico concreto che deve collaborare  con il piano divino per una realizzazione assoluta della sua persona  insieme con gli altri nel mondo,  e tutti per il regno superiore di DIO. Fisico e metafisico non sono poli contrapposti nell’esercizio dell’essere umano ma unità intrinseche all’essere proprie del comportamento della vita cristiana; essenza ed esigenza dell’uomo che dispone della sua libertà storica e ideale per il compimento del progetto soprannaturale. In sostanza, non bi può ignorare la prospettiva escatologica che sta alla base dell’impegno cristiano. Senza una tale prospettiva  la lotta nel mondo sarebbe una lotta per il mondo , e si ripeterebbero così le contraddizioni e i limiti del materialismo storico che vede nella dialettica della lotta di classe lo svolgimento finalizzato del progresso umano. In più ,  c’è da sottolineare il carattere volontaristico che sottende lo sforzo dell’impegno cristiano: tra il Sistema e l’individuo, è quest’ultimo  la forza che modifica e che plasma, la volontà di perfezionamento spirituale che s’impone all’esterno  facendo  appello a tutte le risorse  interiori della fede, alle virtù del messaggio evangelico che non può certo confondersi col marxismo  dal momento che lo sconvolgente annunzio di libertà di Cristo  è soprattutto fede nell’avvento del Regno di Dio, fede che è prima di tutto un dono”( Gutiérrez)
“Tra comunismo e cristianesimo l’opposizione è radicale : non è da ammettere in alcun modo  che i cattolici aderiscano al socialismo moderato: sia perché è una concezione di vita chiusa nell’ambito del tempo, una concezione  nella quale si ritiene obiettivo supremo della società il benessere; sia perché in esso si propugna una organizzazione sociale al solo scopo della produzione, con grave pregiudizio della libertà umana; sia, infine, perché in esso manca  ogni principio   di vera autorità sociale”. Così, perentoriamente, Pio XI nell’enciclica Quadrigesimo Anno.
 Queste posizioni  e considerazioni discriminatorie nei confronti del comunismo mi sembrano  discutibili   così come vengono argomentate .  Il cristianesimo ha  un carattere rivoluzionario  che si può riassumere proprio nell’esigenza del più radicale comunismo. E’ impossibile  realizzare il precetto evangelico della fratellanza , dell’amore verso il prossimo , se quello che è mio non è anche tuo, se si rinnega l’idea e la prassi della comunità dei beni e della condivisione del pane col fratello, del godimento comune dei beni materiali e spirituali. Possedere, infatti, qualcosa che sia mio e non tuo  vuol dire  “diversificare l’amore di sé  dall’amore del prossimo”. Vissuto  in questi termini il precetto evangelico dell’amore  rappresenta il rifiuto più assoluto di ogni forma di proprietà privata  come quella  che,  ponendo alla base  la discriminazione sociale   tra chi ha e chi non ha,  favorisce ed esaspera la lotta di classe, sancisce la morale del più forte e istituzionalizza il privilegio.
 Il cristianesimo è per sua natura anticlassista e antieconomico nella misura in cui ribadisce proprio l’assoluta eguaglianza di tutti  gli uomini di fronte a Dio e l’assoluta priorità dei beni spirituali su quelli materiali : “ Non cercate di accumulare tesori sopra la terra, dove la ruggine e la tignola consumano , e dove i ladri dissotterrano e rubano; ma procurate di accumulare tesori nel cielo, dove la ruggine e la tignola non consumano”. Ora , chiediamoci : una società capitalistica , fondata sul profitto,  può praticare la virtù della carità,  che è un dare senza interesse, un atto d’amore puro che trova il premio in se stesso? D’altra parte,  se la civiltà cristiana si fosse svolta storicamente   adeguandosi  all’ esempio di umiltà di vita del suo Fondatore, forse il comunismo non avrebbe avuto  modo di nascere e di costituire una nuova fede ( il marxismo )-  considerato che nel precetto evangelico dell’amore del prossimo è esplicitato il più netto rifiuto del capitalismo  ed  è racchiusa, invece,  una   grande affermazione  dell’ideale comunista . Purtroppo,  il  cristianesimo  della Chiesa   di Roma storicamente affermatosi  non ha  conservato la purezza ideologica e fideistica delle origini. Il potere temporale del Papato ha infrenato  lo slancio rivoluzionario del messaggio evangelico originario  a difesa di una logica conservatrice di lottizzazione politica del potere  e del possesso  di   beni e di privilegi contrastanti all’esercizio della carità , allo spirito antieconomico proprio dell’istanza evangelica-
Scrive acutamente Ugo Spirito : “[la Chiesa]…all’esercizio della carità  ha sostituito l’opera della beneficenza; ed è proprio in quest’opera di beneficenza che la Chiesa e la proprietà s’incontrano per nascondere l’assurdo del  capovolgimento del cristianesimo da antieconomico a economico. Con la beneficenza l’amore cristiano per il povero sembra realizzarsi e le forze conservatrici trovano lietamente l’alibi per giustificare  una realtà istituzionale decisamente anticristiana”.

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2478853.html