Per una scuola che cresce: l’erba “voglio” nel giardino di Monti
Data: Lunedì, 27 agosto 2012 ore 10:28:18 CEST
Argomento: Redazione


Voglio una mobilitazione generale per la crescita". Con queste parole Mario Monti ha aperto il consiglio dei ministri, il primo dopo la pausa estiva, e ha dato il via ad una riunione durata nove ore, quasi un record per Palazzo Chigi, che vara anche una rivoluzione nella scuola con un maxi-concorso con l'obiettivo di favorire i giovani. Un tempo era comune il detto  che “l’erba voglio cresce soltanto nel giardino del re” quasi a dare un corretto uso del verbo “voglio” che spesso assumeva la caratteristica di prepotenza. Nel giardino di Palazzo Chigi, accanto all’artistica fontana, il Prof. Mario Monti ha seminato l’erba voglio, ma non sappiamo se riuscirà ad attecchire. Le molteplici iniziative programmate dal Consiglio dei Ministri, quasi una lotta contro il tempo che i partiti spingono verso la stagione elettorale, hanno certamente una prospettiva di sviluppo e di crescita del Paese, ma occorre pensare bene come far crescere questo “benedetto Paese”.
Non si può, infatti, pensare ad una  sicura crescita se si pongono delle forti  e limitanti  precondizioni: a)  tener conto della crisi internazionale"; b) non dimenticare "l'obbligo del raggiungimento del pareggio di bilancio"; c) siano progetti «a costo zero» o in grado di autofinanziarsi; d) siano progetti  realizzabili in tempi stretti, con la garanzia di una fattibilità giuridica (specie sul versante europeo) e soprattutto politica, in considerazione dei complicati equilibri parlamentari; ed infine che  tutte queste azioni dovranno svolgersi nel rispetto delle compatibilità finanziarie e dei vincoli europei.
Ed ecco il crono-programma del Consiglio dei Ministri  per il rush di fine legislatura,  che mette al primo piano come richiamo ed effetto alone il concorso per 11.892 docenti.
Sarà il primo concorso della scuola  dopo 13 anni in quanto dal 1999 la procedura di assunzione dei docenti ha seguito la long-list delle graduatorie dei docenti precari, dei Corsi abilitanti delle Sissis ed ora tramite il TFA
Ben venga il concorso ordinario, per titoli ed esami, tanto atteso  da molti e criticato da chi nel precariato ha acquisito punteggi e “titoli” di precedenza.
Visto l'elevato numero di potenziali candidati, vi sarà una prova selettiva da svolgersi alla fine di ottobre, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso e dopo la prova scritta  differenziata per ambiti disciplinari è prevista anche  una simulazione di lezione per verificare l'abilità didattica. Si prevede di pubblicare le graduatorie in tempo utile per l'immissione in ruolo per l'a.s. 2013/2014.
Ci si chiede: i nuovi docenti quali posti occuperanno se c’è una contrazione di ore di insegnamento, una diminuzione del numero degli alunni per classe?
Come ha dichiarato il direttore regionale del MIUR Maria Luisa Altomonte, per la Sicilia il concorso non apporterà grandi benefici occupazionali e così ancora una  la scuola italiana sarà sbilanciata tra Nord e Sud
Si dovrà necessariamente modificare l’organico delle scuole che al Sud fanno registrare un numero significativo di soprannumerari e tanti posti di lavoro figurano soltanto nell’organico di fatto.
L’intenzione del Ministro Profumo di “portare in classe docenti più giovani, vicini ai nuovi insegnamenti e alle tecnologie avanzate”, dovrà essere supportata da norme e agevolazioni che  favoriscano il pensionamento di quanti a scuola ci stanno male e con disagio, di quanti sono refrattari alle innovazioni  metodologiche , didattiche e tecnologiche.
Come potrà crescere la scuola se non avviene tale indispensabile ricambio con forze nuove e fresche e con vivaci competenze informatiche per poter dialogare con gli studenti ed ampliare il tempo scuola anche oltre il limitato tempo della lezione tramite la comunicazione via Internet.
L’immissione in ruolo dei 1213 nuovi dirigenti, vincitori del concorso e poi ancora di quelli delle Regioni nelle quali il concorso non è stato ancora espletato, potrà apportare una nuova linfa di crescita e di sviluppo
Il verbo “crescere” tanto caro al Presidente del Consiglio non può essere imposto “ope legis” occorre motivare, guidare, accompagnare e sostenere la crescita del Paese.
Nel 'brainstorming'  di programmazione tra i Ministri con il Presidente Monti, il tema della crescita  e dello sviluppo è stato quasi  il fil-rouge della progettualità  e della “mobilitazione generale” del Governo. Il ministro Passera  ha fatto il punto sulle politiche già avviate e in parte realizzate dal suo dicastero e ha prospettato le direttrici affinché il Paese ritorni a crescere". Ciascun ministro è intervenuto contribuendo con idee, suggerimenti e proposte specifiche ed  il ministro Giulio Terzi ha sostenuto come l'economia italiana, fortemente orientata all'estero, stia continuando a crescere ed a far crescere il sistema economico italiano, infondendo un “cauto ottimismo".
Se il Paese è fondato sull’economia e l’economia non cresce o cresce poco o male il Paese non potrà crescere, così pure la scuola che non è fatta solo di  numeri di docenti, ma tende alla qualità delle prestazioni e dei servizi nell’ottica delle competenze degli studenti  e dei risultati che si conseguono attraverso l’insegnamento e lo studio.
Sarà certamente un bel segno di crescita  per la scuola italiana della seconda decade del duemila se saranno approvare le linee guida sulla valutazione senza contestazioni e atteggiamenti oppositivi che di fatto rallentano la scuola che vuole crescere, così pure se arriveranno in porto le tanto attese riforme degli organi collegiali.
Una delle espressioni positive adottate nella presentazione dei precedenti progetti di riforma della scuola,  descriveva non “una scuola che cambia”, bensì “una scuola che cresce” , accompagnata dall’espressione di sapore prettamente educativo “cresciamo insieme”.
La strada è già tracciata ed operando con studenti , ragazzi che crescono, e maturano, la scuola non può non dare vita e alimento all’erba voglio di Palazzo Chigi.
Tutto si può fare, basta volerlo” e questo monito oggi  risuona come un imperativo che sollecita la partecipazione e l’impegno di tutti. 
Andiamo avanti noi che ci crediamo! “ gli altri ci seguiranno.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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