Storia di un suicidio sventato
Data: Domenica, 26 agosto 2012 ore 07:15:00 CEST
Argomento: Opinioni


Lettere in redazione
Fra le tante lettere giunte al Conbs questa mattina, una ha richiamato la nostra attenzione più delle altre perché, oltre a descrivere una situazione di patologia molto grave e seria, avvisava di aver interrotto l'assunzione dei farmaci salvavita in segno di protesta e come ricerca di quella "fine" che il nostro interlocutore vedeva ormai prossima, in quanto la sua salute è strettamente condizionata dal suo ambiente di lavoro e nella segreteria scolastica non c'è la fata turchina che ci attende per trasformarci in sani con un colpo di bacchetta magica.
Che poi i burocrati stiano ottusamente ignorando questo aspetto lo vediamo nei risvolti umani, nelle decisioni estreme, nelle richieste di aiuto più o meno palesi e nel bisogno di lasciare un significato alla dolorosa scelta di "andarsene".

Non si poteva rimanere lì senza fare nulla, a guardare e riguardare quelle righe e immaginare la disperazione di chi le aveva scritte, senza provare a far qualcosa. Ma eravamo in possesso solo del nick name, dell'indirizzo e-mail, dell'indicazione del tipo di scuola e della provincia in cui il collega lavora. Decidiamo di allertare la Polizia Postale e spieghiamo al funzionario, un po' attonito, chi siamo e perché questo collega ha smesso di assumere i farmaci salvavita. Il funzionario si dichiara disponibile a mandare una volante al domicilio, qualora si riuscisse a risalire al nome. In uno scambio velocissimo di e-mail abbiamo ipotizzato nome e cognome e la sua scuola: abbiamo telefonato per informazioni ma oggi è sabato e probabilmente la scuola era chiusa. Una fortunata ricerca sulle Pagine Bianche ci conferma il nominativo -non usuale- e ci fornisce il numero di telefono. Avvertiamo il funzionario Poltel che sappiamo il nome ma che preferiamo un contatto personale. Un attimo dopo siamo al telefono per un lungo dialogo con il collega: lo ascoltiamo, si parla dei ricorsi, della legge 104/92 che lo tutelerebbe, dei farmaci salvavita che ha interrotto e della necessità che li riprenda.

Accetta di farlo ma solo perchè -dice- gliel'ha chiesto il Conbs... un gruppo di persone come lui, che soffre come lui, che patisce come lui questa assurda bonifica, nemmeno fossimo palazzine abusive da sanare che con un po' di burocrazia si trasformano, come per magia, in strutture idonee, in sicurezza, abitabili... Alla stessa maniera, con la stessa cecità si decreta che da docenti inidonei per motivi di salute si diventerà assistenti amministrativi idonei di salute.
...E se nel frattempo qualcuno non ce la fa, diranno che è una questione di selezione naturale.
Abbiamo voluto comunicare questo episodio perchè da 10 anni ma soprattutto nell'ultimo anno e ancor di più dai primi di luglio scorso, i media sono insensibili alle segnalazioni che puntualmente mandiamo sull'accanimento legislativo nei nostri confronti. Strumentalizzare un triste episodio non è certo lodevole, ma se i media "vogliono il sensazionalismo", ecco ora ce l'hanno. Oppure non basta ancora?

Coordinamento Nazionale Bibliotecari Scolastici
Conbs.altervista.org





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