Nonna, ti
spiego la crisi economica.
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(Il Più Grande
Crimine
spiegato
agli anziani, agli adolescenti e a persone del tutto digiune di
economia).
(Non commiserate i nostri vecchi, essi detengono un privilegio dal
valore inestimabile: conservano negli occhi la memoria di altri occhi,
quelli di chi ebbe dignità, coraggio e capacità di dare la vita per
combattere. Abbiate pietà per noi, che vivremo e moriremo senza mai
aver incrociato un singolo sguardo così. E siamo la prima generazione
nella storia dell’umanità a sfoggiare questo indegno primato.)
P. Visto il telegiornale nonna? Hai fatto 2
+ 2?
Nonna: Ah! Ma adesso mica gli credo più a
quelli. Ho
capito una cosa, che chi comanda non va in televisione e poi a noi non
ci
dicono niente, e uno cosa guarda il telegiornale a fare?
P. Esatto, quello che hai detto è
fondamentale per capire la politica
nazionale. Infatti anche se cambia il governo, nulla cambia per noi,
proprio
per quello che hai detto: chi comanda non sta a Roma, né va da Bruno
Vespa.
Nonna: Ma io ci pensavo e devo chiederti una
cosa: va
bene, questi elite dicono allo Stato di non spendere per noi come
dovrebbe, ci
hanno tolto la moneta, quella che ci faceva bene. E poi c’è quella cosa
che
succede che da lì parte tutto un processo che si mangia la coda da solo…
P. Sì, parte la spirale di crisi economica
su cui poi le elite impongono
la loro ricetta per la ‘ripresa’, che è invece proprio pensata per
farci
affondare sempre più, e più affondiamo, più ci dicono che quella
ricetta è la
salvezza, solo che non l’abbiamo applicata a sufficienza. I politici ci
cascano
e noi giù dal burrone senza fine, mente le elite profittano come mai.
Nonna: Eh, quello lì. Ma senti però, insomma,
voglio
dire: ma se poi noi andiamo tutti in rovina, loro cos’hanno da
guadagnarci?
P. Bingo nonna, questa è proprio la
domanda che mi serviva, perché la
risposta è il tema di oggi. E ti capisco sai? La maggioranza delle
persone
dubita di ciò che io e i miei economisti diciamo proprio perché gli
appare
impossibile che le elite abbiano interesse a rovinare intere economie.
Ma è
così.
Nonna: Son tutt’orecchi.
P. Nonna, come si fanno i soldi a palate
nelle economie tradizionali? Si
vende una cosa che tutti vogliono e si incassa tanto; si offre un
servizio che
tutti vogliono e s’incassa un bel po’. Il primo caso è, ad esempio,
quello
della Coca Cola, il secondo è magari quello dei telefonini con le
compagnie
telefoniche.
Nonna: Ma anche a vendere le patate uno fa
soldi, che
c’è Passerini di Castelletto Montano che ha fatto i miliardi con il
mercato
delle patate, e pensare che da giovane suo cugino mi filava dietro…
P. No, nonna, non quel tipo di soldi,
molti, molti di più. Sto parlando
di grandi capitali, di cifre mille volte quelle di Passerini. Bè, una
volta i
grandi capitalisti facevano soldi producendo beni materiali e servizi,
cioè
edilizia, auto, carne, acciaio, vestiti, oppure il turismo, i
divertimenti, le
tv private, la pubblicità ecc. Tieni a mente però che a quei tempi i
servizi
essenziali, come la Sanità, i treni, l’acqua o il gas, cioè quelli che
uno deve
per forza comprare, erano forniti dallo Stato al 99%, erano pubblici.
Le cose
stavano così fino a circa 20 anni fa, i grandi soldi si facevano così.
Ok. Ma
fai attenzione nonna, prova a metterti nei panni di un ultra
capitalista che ha,
per esempio, un’industria di auto. Vent’anni fa pensò: “Quanti
clienti ho qui in Europa? Gli europei sono quasi 500 milioni,
mentre i cinesi, gli indiani e i brasiliani sono quasi 3 miliardi in
totale.
Accidenti! Sono quasi 6 volte di più! E diventeranno sempre più
benestanti. A
me non conviene sgobbare per vendere a sti 4 viziati europei, mi
conviene
conquistare il super mercato dei cinesi, indiani e brasiliani, che fra
qualche
anno sarà un pozzo senza fondo di vendite!” Immagina poi un altro
ultra
capitalista che aveva una montagna di soldi da investire, e che pensò: “Lo Stato ha tutti i servizi essenziali,
accidenti, magari li avessi in mano io. Eh sì, perché averli significa
avere i
clienti ga-ran-ti-ti! Perché uno può anche decidere di non comprare una
giacca
o una moto, ma non può rinunciare al telefono, alla Sanità, all’acqua,
o al
gas, e deve pagare per forza. Devo trovare il modo di mettere le mani
sui
servizi pubblici”. E allora i due, e molti loro colleghi, pensarono
rispettivamente: “Io voglio andare a
vendere sui mercati del mondo, e perciò devo avere prezzi più bassi se
voglio
vincere i concorrenti. Quindi devo trovare il modo di pagare di meno i
miei
operai, che sono il costo maggiore che ho”. E l’altro: “Io
voglio comprare quei servizi pubblici
essenziali, così me ne sto tranquillo a incassare garantito. Ma devo
costringere
lo Stato a vendermeli, e a vendermeli a poco”. Segui?
Nonna: Sì, e allora cosa succede poi?
P. Aspetta. Perché fra i super miliardari
ci sono altri due gruppi oltre
ai grandi industriali e agli investitori in servizi. Ci sono gli
speculatori
finanziari e le grandi banche d’affari.
Nonna: Dio, Dio, aspetta, e chi sono sti qui?
P. Gli speculatori sono praticamente dei
ricconi immensi che sono
geniali in matematica. Le banche d’affari sono specie di banche che non
tengono
i conti dei cittadini, ma manovrano solo soldi a palate investendoli
nel mondo.
Gli speculatori, sempre circa un ventennio fa, pensarono: “Se
convinciamo i governi a eliminare le leggi che limitano il nostro
potere, noi possiamo inventarci dei trucchi matematici complicatissimi
che
nessuno capirà e che però ci permetteranno di prendere per il collo
interi
stati con delle scommesse contro di loro, e incassare come pazzi”.
Le
banche d’affari pensarono: “Se
c’inventiamo modi per far indebitare milioni di lavoratori con la
promessa di
moltiplicargli i loro soldini, potremo copiare i trucchi matematici
degli amici
speculatori e farci sopra montagne si soldi in fretta, truffando
milioni di
gonzi”. Ok nonna? Ora riassumo: i grandi industriali decisero che
vendere
da noi era una causa persa, meglio dall’altra parte del mondo; i grandi
investitori capirono che comprando i servizi essenziali dello Stato
potevano
strizzare dai cittadini denaro garantito; gli speculatori s’inventarono
trucchi
contabili strampalati per poter scommettere sulla sfortuna economica
degli
Stati; le super banche d’affari con gli stessi trucchi moltiplicarono
soldi
fittizi mentre milioni di persone s’indebitavano. Questo nonna, cambiò
del
tutto il volto delle economie tradizionali.
Nonna: Va bene, ma il fatto di farci
diventare tutti più
poveri?
P. Esatto, adesso segui il ragionamento.
Come poterono i grandi
industriali ridurre il costo dei loro operai qui in Europa? Semplice:
avevano
bisogno di una crisi economica che impoverisse
intere nazioni, così con la
scusa della crisi poterono dire “C’è
crisi, non si vende, dobbiamo licenziare e ridurre i salari”.
Questo
accadde e sta accadendo, e loro si ritrovano masse di disoccupati che
accettano
salari da disperazione pur di lavorare, che è quello che volevano. Come
poterono gli investitori costringere lo Stato a svendergli i suoi
servizi pubblici
essenziali? Semplice: avevano bisogno di una
crisi economica che impoverisse
intere nazioni, così con la scusa della crisi poterono dire “C’è
crisi, lo Stato è indebitato sempre di
più, deve vendere l’argenteria di casa per far cassa, deve vendere i
suoi
servizi pubblici a noi privati”. Questo accadde e sta accadendo, e
loro si
ritrovano con in mano milioni di clienti che oggi pagano a loro servizi
che un
tempo erano pubblici, e li pagano per forza, anche se sono più poveri.
Come
poterono gli speculatori scommettere che le economie degli Stati
sarebbero
crollate e vincere? Semplice: avevano bisogno di una crisi
economica che facesse impoverire quegli Stati e
così loro incassavano quelle scommesse. Questo
accadde e sta accadendo, infatti hanno scommesso contro la Grecia e
hanno
vinto, e ora scommettono contro l’Italia e vinceranno. Come poterono le
banche
d’affari far sì che milioni di persone s’indebitassero per poi usare i
loro
debiti per specularci sopra? Semplice: avevano bisogno di una
crisi economica che impoverisse
intere nazioni, così i cittadini furono costretti a indebitarsi per
continuare
a campare, o a giocarsi i loro risparmi con la speranza che si
moltiplicassero.
Questo accadde e sta accadendo, negli USA e in Francia a livelli
mostruosi, ma
anche in Italia i debiti privati sono aumentati tantissimo, come anche
i
cittadini che si sono impegnati i piccoli risparmi con quelle banche.
Ok? Noti
qualcosa nonna?
Nonna: Eh certo! Mica sono tocca nella testa.
Hai detto
crisi e impoverire in tutti gli esempi che hai fatto. Allora ho capito
come si
fa a far soldi se tutti diventiamo più poveri. Ma li hanno poi fatti
questi
soldi?
P. Hai presente i sodi degli Agnelli? Roba
da provincia in confronto ai
soldi che questi padroni del mondo stanno facendo mentre ci
impoveriscono e ci derubano.
Uno solo di questi speculatori ha incassato, nonna, 12 mila milioni di
dollari
mentre truffava una milionata di famiglie americane. E guarda che gli
uomini
che oggi scommettono contro l’Italia, e che la stanno ricattando
nell’impotenza
totale dei politici, non sono più di qualche decina. Loro qualche
decina, noi
60 milioni di impotenti. Ti rendi conto? Insomma, le elite avevano
bisogno, per
incassare fortune stratosferiche, di creare crisi economiche a
ripetizione in tutta
Europa e anche in America, e così hanno
sguinzagliato i loro predicatori, quelli che oggi tutti i politici
ascoltano come fossero il Vangelo, con le ricette economiche che invece
di
curare ci ammalano sempre più, cioè
creano crisi su crisi, quelle che dicevo l’altra volta. In modo da
ottenere
proprio ciò che cercavano. Ora finalmente sai cos’è questa ‘crisi
economica’ di
cui tutti parlano, e sai che significato ha veramente.
Nonna: Ma senti, dimmi cosa può fare sta tua
povera
nonna con quel poco di vita che gli rimane per fermare quei
delinquenti. Almeno
i fascisti noi li vedevamo in faccia, ma questi nessuno sa neppure che
ci sono.
P. Nonna, non tocca a te fare. Toccherebbe
ai giovani di capire,
studiare, e agire. Ma non lo fanno, troppo difficile. Meglio sbraitare
slogan
contro i politici una volta all’anno. Nonna, il tempo del coraggio è
finito qui
da noi. Ed è finito il tempo dell’intelligenza. Penso spesso a quei
ragazzi di
17 o 20 anni che nella tua gioventù seppero sfidare i nazisti e le
torture
fasciste per salvare l’Italia. Penso a quelle facce nelle fotine delle
lapidi
che ci sono in strada qui a Bologna, morti fucilati o impiccati col
filo di
ferro a 18 anni. Ma che razza era quella? Da che pianeta venivano? Chi
li aveva
partoriti? Torneranno? Li aspettiamo nonna? Ti bacio, e grazie di
avermi
ascoltato.
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Paolo Barnard
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