Boom di aumenti per le famiglie - Dall'Imu ai libri, stangata da 2.300 euro
Data: Domenica, 19 agosto 2012 ore 17:20:11 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Federconsumatori: situazione insostenibile - ROMA - Il 2012 ci costerà 2.333 euro in più. O peggio: tra bollette, assicurazioni, trasporti pubblici, supermercato e libri scolastici, Imu e benzina, ogni famiglia potrebbe ritrovarsi a Natale ad aver speso quasi tremila euro in più rispetto all'anno scorso. A fare i conti in tasca agli italiani in vista di un autunno di rincari e un inverno di rigori, sono state a Ferragosto tutte le associazioni di consumatori, da Codacons a Federconsumatori ad Adusbef. E il verdetto è sempre lo stesso, non importano i parametri, le cifre o i beni presi in considerazione: è in arrivo la stangata. L'Associazione artigiani piccole imprese di Mestre si è anche presa la briga di fare una piccola storia dei rincari da cui emerge che il 2012 segnerà l'apoteosi del caro vita del decennio, soprattutto a causa dell'esplosione delle tariffe pubbliche, aumentate in modo vertiginoso. A fronte di un incremento del costo della vita pari al 24 per cento, infatti, le bollette dell'acqua sono cresciute del 69,8, quelle del gas del 56,7, quelle della raccolta rifiuti del 54,5, i biglietti ferroviari del 49,8, i pedaggi autostradali del 47,5, l'energia elettrica del 38,2 e i servizi postali del 28,7. A questi dati scoraggianti per il portafoglio si aggiunge quello dell'aumento («abnorme e sconsiderato» nel commento del presidente del Codacons Carlo Rienzi) del costo dei carburanti che provocherà fin da questo autunno un aumento generalizzato dei prezzi dei generi alimentari con punte fino al 10 per cento in più. Ecco dunque la prima voce a esplodere nel bilancio famigliare: soltanto per mangiare, ogni famiglia spenderà in media 550 euro in più. Il caro autunno fa prevedere un Natale asciutto. «Le famiglie italiane - ha spiegato ancora Rienzi - dovranno fare i conti a settembre con prezzi maggiorati fino al 10 per cento, e reagiranno con una forte riduzione dei consumi, che di questo passo proseguirà fino alla fine dell'anno, costringendo i consumatori a un Natale gelido sul fronte degli acquisti». Ma la lista delle voci per cui gli aumenti superano nettamente il tasso di inflazione è ben più lunga della lista del supermercato. In cima all'elenco c'è l'Imu, la nuova tassa sulla casa che pesa in media oltre 400 euro a famiglia, e soltanto se si parla di prima casa. In base ai calcoli di Adusbef e Federconsumatori l'inflazione «reale» con cui dovranno fare i conti gli italiani è del 5,5-6 per cento. Oltre al cibo, svuoteranno le tasche le tariffe del trasporto pubblico locale (48 euro in più in media a famiglia). Per le bollette, gli aumenti calcolati dalle associazioni sono di 110 euro in più per la luce, 113 euro in più per il gas e 63 euro in più per i rifiuti. Senza parlare dell'auto, che oltre all'assicurazione, peserà per il pieno 378 euro in più rispetto all'anno scorso. Per le associazioni di consumatori si tratta di «aumenti insostenibili che determineranno pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie e sull'intera economia che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi». Al governo un consiglio per cercare di rendere più tollerabile il caro vita: « puntare sul rilancio e sulla ripresa della domanda, con liberalizzazioni ed investimenti in innovazione e sviluppo tecnologico». Secondo l'Osservatorio prezzi e mercati di Unioncamere la corsa dei prezzi colpisce ormai soprattutto i bisogni primari delle famiglie: affitto, utenze e tariffe, abbigliamento, arredamento, elettrodomestici, mezzi pubblici e auto, ovvero voci che incidono per il 48per cento sul bilancio domestico. «Dai dati - commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - appare evidente che per rilanciare i consumi occorre innanzitutto rallentare la corsa di tariffe e tasse, locali e nazionali. Un primo passo è aumentare la trasparenza della pubblica amministrazione, per capire come si formano le tariffe dei servizi pubblici e come si possa meglio confrontarle con quelle dei comuni e delle regioni più virtuose».
Francesca Pierantozzi
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