Il caso Ilva di Taranto
Data: Domenica, 12 agosto 2012 ore 10:00:00 CEST
Argomento: Redazione


In questi giorni  si consuma una dura  polemica  tra le forze politiche governative e non, dopo la decisione del gip di Taranto sul caso Ilva.  La magistratura ha stabilito che l'azienda dovrà risanare gli impianti dell'area a caldo sequestrati per disastro ambientale, ma "senza prevedere alcuna facoltà d'uso" degli stessi "a fini produttivi". E, mentre i politici, come al solito, si dividono nei loro posizionamenti, spesso preconcetti, pro e  contro le decisioni dei magistrati, si consuma intanto nella più generale indifferenza della società civile  il dramma umano e sociale di migliaia e migliaia di lavoratori confusi e incerti sul loro destino, e su quello delle loro famiglie.
La questione è complessa, senza dubbio. Gli interessi politico-economici in gioco sono molteplici; alcuni chiari e condivisibili, altri di  meno.  Ma su un principio io credo che tutti fermamente  dovremmo essere d’accordo, e uniti  nel perseguirlo: quello che garantisca assolutamente il diritto alla salvaguardia della salute come bene primario, inalienabile, inviolabile e irrinunziabile, del lavoratore nel suo posto di lavoro.
Scrive Rosmini nella sua Filosofia del diritto: ”La giustizia è un principio, l’utilità è una conseguenza. Fino che questa conseguenza della utilità si considera nel suo nesso col principio della giustizia, il pensare non è pervertito; quando l’utilità rimane sola dinanzi all’attenzione dello spirito, allora è venuto il regno del sofisma nelle menti, che è l’anarchia della società”.
Come dire:  il  giusto e l’onesto vanno distinti dall’utile. L’utile è ciò che torna a conto. Ma se una cosa può esserci utile o sembrarci tale, non ne segue che essa sia o che a noi sembri sempre giusta; così una cosa può sembrare giusta senza che ci procuri alcun vantaggio. Nella fattispecie, una cosa è certa: la salute non ha prezzo! E va tutelata prima d’ogni altra cosa, come la cosa più giusta e vantaggiosa!
Dunque: Pereat mundus et fiat iustitia, poiché senza di questa nessuno Stato può sussistere.

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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