I precari della scuola incassano il diritto agli scatti di anzianità
Data: Mercoledì, 01 agosto 2012 ore 16:47:30 CEST
Argomento: Rassegna stampa


MILANO I primi otto sono stati accontentati ieri, dal Tribunale del lavoro di Novara, per altri 20 la sentenza sembra in dirittura d'arrivo, e altri 25 sono intenzionati a presentare istanza a settembre, con il risultato che dalla città piemontese si riapre un fronte complicato per il ministero dell'Istruzione. Il tema è quello degli scatti stipendiali non riconosciuti al personale precario della scuola, che invece secondo i giudici ne ha diritto. Il problema riguarda parecchie pubbliche amministrazioni ma è endemico nella scuola, dove sono parecchie decine di migliaia gli insegnanti precari con i contratti "a stagione", che partono a settembre e terminano a giugno con la chiusura dell'anno scolastico. Per queste figure, l'eterna ripartenza da zero riguarda anche lo stipendio, che non accumula gli anni e quindi non fa partire gli scatti di anzianità che spettano al personale di ruolo. Gli otto docenti interessati dalla nuova sentenza si vedranno riconoscere prima di tutto gli arretrati, che naturalmente sono proporzionali agli anni passati in cattedra con contratti precari, ma vedranno anche crescere il loro stipendio futuro che dovrà tener conto della "carriera": a seconda dei casi, secondo i calcoli della Cisl locale che ha seguito la vicenda, l'aumento oscilla da qualche decina di euro a 150 euro al mese, cifre significative soprattutto alla luce dei livelli stipendiali della scuola. Sul tema lo scorso anno si era già pronunciata la Corte d'Appello di Genova (sentenza 743 del 20 settembre 2011), fondando il diritto agli scatti di anzianità per gli insegnanti precari sulle regole europee che impediscono discriminazioni tra il personale con contratti a termine e quello assunto a tempo indeterminato. Il riferimento proposto dai magistrati liguri è all'articolo 4 della direttiva 1999/70/CE, recepita nel nostro Paese dall'articolo 6 del Dlgs 268/2001. Una norma, quest'ultima, che ha creato parecchi problemi giurisprudenziali al ministero dell'Istruzione, anche sul versante dei rinnovi a ripetizione dei contratti per periodi superiori ai 36 mesi canonici che in genere fanno scattare l'obbligo di assunzione. Su entrambi i piani, regolamentare e retributivo, l'amministrazione ha sempre opposto al carattere vincolante delle regole europee la specificità del settore scolastico, che per le caratteristiche proprie della sua organizzazione non si presta a entrare nelle maglie rigide che disciplinano gli altri ambiti di lavoro. Una lettura, quella ministeriale, che però ha sempre incontrato parecchi ostacoli ad affermarsi nei tribunali.
gianni.trovati@ilsole24ore.com
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