Un’idonea del concorso D.S. in merito al disastro concorsuale
Data: Giovedì, 26 luglio 2012 ore 08:30:00 CEST
Argomento: Opinioni


Lettere in redazione
Sono una docente risultata idonea all’esercizio della dirigenza scolastica.
Fui nel gruppo dei primi docenti che segnalarono, ancor prima dei sindacati, che c’erano errori nella prova preselettiva, rivolgendomi allo stesso Direttore del Ministero addetto al reclutamento dei Dirigenti scolastici che mi rispose un laconico “pensi a studiare”. Ho fatto fare alla sua risposta il giro del web (basta fare una ricerca), inviando segnalazione anche a Michele Serra che prontamente pubblicò nella sua rubrica sul Venerdì di Repubblica. Probabilmente ora, al cospetto dei disastri di questi concorsi, la protervia si è trasformata in un agnellino che ora, forse chissà, si trova smarrito di fronte a un lupo fatto di ricorsi e di sentenze del Tar, che stanno dando torto a una macchina concorsuale in sbandata fin dall’inizio e la quale nessuno, né lo Stato né i sindacati, ha voluto rimettere in carreggiata in tempo.
Quando ormai era già montato il caso della prova preselettiva, che naturalmente stava naufragando verso i primi ricorsi di questo fortunoso Concorso per Dirigenti, tutti i sindacati si chiamarono indietro precisando, con comunicati ufficiali, che non avrebbero preso la parte di uno piuttosto che di un altro (inidonei e idonei) per non ledere legittimi diritti né dell’una né dell’altra parte. Anche se ho sempre sospettato che forse il solo fatto che degli insegnanti concorressero per diventare dirigenti, prefigurasse ai sindacati l’”odore” del potenziale nemico, che può essere anche abbandonato a sé stesso, forse dimentichi che c’erano, prima di tutto, da tutelare migliaia di insegnanti.
Sono stata tra quelli che hanno segnalato che forse la griglia di valutazione degli scritti della propria regione non fosse docimologicamente corretta; e questo appena pubblicata, prima che la macchina delle correzioni si mettesse in moto. Segnalazione effettuata, tra gli altri, al Segretario regionale del mio sindacato, senza che ciò avesse nessun esito.
Ora siamo allo sfascio più totale. La sentenza di annullamento del Tar della Lombardia, probabilmente è l’inizio di altri annullamenti regionali addirittura più fondati e giustificabili.
Dunque dall’alto del mio impegno e del sacrificio enorme fatto e imposto alla mia famiglia per superare questo concorso e ottenere l’obiettivo tanto desiderato, senza perdere nemmeno in giorno di scuola e portando avanti i vari altri impegni scolastici di “prima linea”, evidenzio di seguito un breve elenco di fatti da me deprecati:
depreco la battaglia invelenita, fatta a colpi di offese e di odio, che gli idonei hanno ingaggiato contro gli inidonei-ricorrenti e viceversa. Dovremmo essere tutti solidali contro lo Stato e i suoi dirigenti e amministratori; molti dei ricorsi sono fondati e da essi traspare un pressapochismo al limite del grottesco, nell’organizzare la macchina concorsuale, e la presenza di dirigenti incapaci di applicare delle evidenti regole di legge. Qui non si parla di vizi di forma da far scovare a principi del foro, ma si tratta di errori lapalissiani; di incapacità di formare una commissione secondo legge o di griglie che danno 32 come punteggio massimo, quando anche i muri sanno che il punteggio massimo della prova è 30. Da questo sistema di indegna superficialità è lesa anche la dignità di chi come me ha superato le prove, perché una gestione “incapace” mortifica sia l’inidoneo, che si sente defraudato di un diritto, sia l’idoneo che si chiede da quale razza di sistema sia stato valutato. Senza contare che nel caso di annullamento delle prove, il danno a chi si è speso in termini economici, morali e di pensiero, non viene arrecato da chi ha fatto il ricorso, esercitando un diritto legittimo riconosciuto dalla Costituzione, cui si ispira il diritto amministrativo, ma viene arrecato dallo Stato, che si è fatto cogliere in evidente fallo e che è stato incapace di tutelare anche me, risultata idonea. Quindi mi piacerebbe che per una volta noi italiani agissimo, senza il solito lesivo contrapporsi in fazioni, dedite al proprio “particulare”; dimenticassimo l’ispirazione “guelfa” e “ghibellina” che per sei secoli ha danneggiato la storia italiana  e ci vedessimo, ognuno per vie diverse e anche con interessi magari contrapposti, contro il “nemico” comune, l’amministrazione, con una diversa dignità che non sia svilita da invettive e offese reciproche;
depreco la superficialità, l’incompetenza, il pressapochismo, la mancanza di professionalità, di tutte quelle amministrazioni che i Tar sanzioneranno con le loro sentenze; e il colpevole silenzio dei sindacati, che se si muoveranno ora si saranno mossi troppo tardi;
depreco la parcellizzazione di questo concorso “nazionale” nella congerie delle differenze regionali che, come si è visto, è garanzia solo di disomogeneità, discrezionalità, disuguaglianza. Se il federalismo, se la sussidiarietà, se l’autonomia sono queste, c’è di che essere spaventati.

Prof.ssa Mila Berchiolli, Lucca
mila.berchiolli@istruzione.it





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