Precariato
Data: Lunedì, 16 luglio 2012 ore 08:33:52 CEST Argomento: Sindacati
Se
non si vuole affossare la categoria, servono emendamenti alla spending
review e le 29mila assunzioni programmate di docenti e Ata.
L’associazione sindacale Anief condivide le ragioni della
manifestazione del 16 luglio dei precari della scuola davanti a palazzo
Montecitorio: dopo tre anni di tagli a senso unico, durante i quali
l’ex ministro Gelmini ha ridotto il personale docente e Ata di 150 mila
posti, una pessima gestione delle graduatorie dei supplenti,
l’applicazione di un dimensionamento incostituzionale che ha fatto
perdere 2 mila scuole, dirigenti e amministrazioni, ci voleva il
Governo dei tecnici per tirare fuori dal “cilindro” una spending review
con dei provvedimenti mirati solo al risparmio e incurante dei delicati
aspetti didattico-professionali dell’istruzione pubblica. L’Anief - che
continua a chiedere che fine ha fatto il decreto interministeriale del
3 agosto 2011, attraverso cui anche quest’anno dovevano essere assunti
22 mila docenti e 7 mila Ata - ha già preso contatti con i parlamentari
che dovranno esaminare il decreto legge di revisione della spesa:
bisogna impedire a tutti i costi il ricollocamento d’ufficio del
personale docente in esubero per utilizzarli su discipline che non
conoscono e per le quali non sono tantomeno abilitati; occorre
cancellare la norma che vuole obbligare i dirigenti a privare il
personale precario di usufruire dell'assegno mensile delle ferie non
godute; non si può impedire al personale che ha i requisiti di andare
in pensione, cancellando così anche il naturale turn over tra i
dipendenti. “È anche e soprattutto per i precari – spiega il presidente
dell’Anief, Marcello Pacifico – che stiamo presentando una serie di
proposte emendative al decreto legge sulla spending review. Prima di
tutto perché non si può sempre chiedere alla scuola di sacrificare
risorse che in altri contesti si continuano tranquillamente a sprecare.
In secondo luogo per garantire la giustizia sociale. E poi perché
l’Anief ha tra i suoi motivi fondanti proprio la tutela dei precari
della scuola: non possiamo quindi che condividere le ragioni che domani
porteranno tanti lavoratori della scuola a scendere in piazza davanti a
quegli stessi parlamentari che si apprestano a votare l’ennesima legge
che vuole affossarli”. “Viene da sé che se questo decreto legge non
verrà modificato – conclude il presidente del giovane sindacato - siamo
pronti a una nuova stagione di ricorsi: sarà così il tribunale ad
assicurare la parità di trattamento dei cittadini. Perché essere
precario non significa non avere diritti”.
www.anief.org
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