Province, statali, scuola, sanità: la Spending review ai raggi x
Data: Venerdì, 06 luglio 2012 ore 20:32:40 CEST Argomento: Rassegna stampa
La notte
porta risparmio. Dopo un Consiglio dei ministri durato oltre sette ore,
il Governo ha varato il secondo decreto - quello più corposo - sulla
spending review. In un'insolita conferenza stampa all'una del mattino,
il premier Mario Monti ha annunciato che, con i tagli alla spesa
previsti, lo Stato risparmierà 4
miliardi e mezzo in quello che rimane del 2012, 10 miliardi e mezzo
l'anno prossimo e altri 11 miliardi nel 2014.
L'Esecutivo ha scelto di "scartare la via più semplice dei tagli
lineari - ha detto ancora il Professore - per accingersi su quella più
complessa, ma strutturalmente più proficua, dell'analisi della
struttura della spesa". La spending review "riguarda tutti i settori ma
vede nel comparto della spesa sanitaria componente centrale come il
pubblico impiego e l'articolazione periferica" dello Stato.
Centrato l'obiettivo fondamentale: ad
ottobre l'Iva non aumenterà di due punti. Il rincaro slitta a luglio
2013, ma l'Esecutivo punta a far sparire "totalmente" il rincaro
- ha detto il vice ministro all'Economia Vittorio Grilli - trovando
nelle prossime misure altri 6 miliardi".
Con i risparmi ottenuti fin qui sarà anche possibile salvare altri 55 mila esodati.
Verrà infatti estesa la clausola di salvaguardia in materia
pensionistica prevista dal "Salva Italia": complessivamente, l'importo
a favore dei lavoratori "salvaguardati" è di 1,2 miliardi (a partire
dal 2014). Sono infine previsti stanziamenti per la ricostruzione delle
zone danneggiate dal sisma: oltre ai 500 milioni già stanziati con il
decreto d'urgenza, la spending review garantirà altri due miliardi,
divisi fra 2013 e 2014.
Ma non è finita. Nell'agenda estiva del governo c'è anche un terzo decreto, che interesserà la
revisione strutturale della spesa e i contributi pubblici sulla base
delle analisi condotte da Giuliano Amato e Francesco Giavazzi.
Ecco tutte le misure contenute nel decreto:
STATALI
Riduzione organico. E' questo
il punto più controverso dell'intero decreto. Nella Pubblica
amministrazione è previsto un taglio degli uffici dirigenziali di
almeno il 20% e delle risorse destinate al personale non dirigenziali
di almeno il 10%. Gli statali in esubero non ricollocabili entreranno
in mobilità per due anni, con l'80% dello stipendio. Sarà concesso di
andare in pensione a chi matura i requisiti con le vecchie regole entro
il 31 dicembre 2014, derogando alla riforma Fornero.
Forze armate. Le Forze armate
ridurranno il totale generale degli organici in misura non inferiore al
10%.
Ferie non godute: vietato monetizzare.
Gli statali non potranno più monetizzare ferie, riposi e permessi non
goduti. La disposizione è valida anche in caso di cessazione del
rapporto di lavoro per mobilità, dimissioni e pensionamento.
Buoni pasto solo fino a 7 euro.
Dal primo ottobre i buoni pasto per gli statali non potranno superare
il valore di 7 euro.
Parco auto. Dal 2013 la spesa
per il parco auto non dovrà superare il 50% della somma sborsata nel
2011 per acquisto, manutenzione, noleggio ed esercizio di autovetture,
oltre che per l'acquisto di buoni taxi.
Consulenze. Stop agli incarichi
di studio e consulenza per i dipendenti pubblici in pensione.
Pagamento stipendi. L'ultimo
intervento di razionalizzazione riguarda i cedolini. In base
all'analisi svolta dal commissario Bondi, la disomogeneità nei servizi
di pagamento delle retribuzioni dei dipendenti pubblici contribuisce
all'aumento della spesa pubblica. Per eliminare l'anomalia il decreto
stabilisce che le amministrazioni stipulino convenzioni con il
ministero dell'Economia per omogeneizzare il sistema di pagamento degli
stipendi, oppure rinegozino i contratti vigenti, con un abbattimento
del costo del servizio non inferiore al 15%.
ENTI LOCALI
Province. Dopo tante
incertezze, alla fine è arrivato il via libera al dimezzamento delle
Province, che saranno accorpate. La riduzione avverrà sulla base di due
criteri: la dimensione territoriale e la popolazione. La definizione
esatta dei parametri sarà completata entro 10 giorni dalla data di
entrata in vigore del decreto, con apposito provvedimento del Consiglio
dei Ministri. Entro la fine dell'anno sarà completato il piano di
accorpamenti. I Comuni capoluogo di Regione sono esclusi dagli
interventi.
Le Province superstiti avranno le seguenti competenze: ambiente
(soprattutto per il settore discariche); trasporti e viabilità (anche
per quanto attiene la costruzione, la classificazione e la gestione
delle strade). Passano ai Comuni tutte le altre competenze che finora
lo Stato aveva attribuito alle province.
Entro il primo gennaio 2014 vengono istituite le Città metropolitane.
Dieci in tutto: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna,
Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Le Province di queste città
saranno invece soppresse.
Tagli ai trasferimenti. Si
riducono di 700 milioni di euro per il 2012 e di un miliardo dal 2013 i
trasferimenti dello Stato alle Regioni a statuto ordinario, escludendo
dalla riduzione le risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale.
La ripartizione tra le Regioni di tale riduzione sarà determinata dalla
Conferenza Stato-Regioni. Per i Comuni, invece, la riduzione è pari a
500 milioni di euro per il 2012 e di due miliardi dal 2013. Per le
Province, infine, il taglio è di 500 milioni di euro per quest'anno e
di un miliardo dal prossimo.
PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE: GLI ALTRI TAGLI
Società pubbliche. I Cda delle
società pubbliche dovranno essere composti da non più di tre membri.
Sarà vietato alle pubbliche amministrazioni di detenere partecipazioni
in società controllate, direttamente o indirettamente, che abbiano
conseguito per l'anno 2011 un fatturato da prestazione di servizi a
favore di pubbliche amministrazioni superiore al 90%. Le società a
partecipazione totalitaria verranno sciolte entro il 31 dicembre 2013.
Rafforzamento Consip.
Dall'analisi di Bondi è emerso un divario significativo tra il costo
acquisti fatti attraverso il Consip - la società per azioni del
ministero dell'Economia che gestisce il Programma per la
razionalizzazione degli acquisti nella P.A. - e quelli che le
amministrazioni hanno concluso in autonomia. Per questo il Consip dovrà
diventare la "centrale acquisti" dello Stato. Saranno quindi nulli i
contratti che non siano stati stipulati attraverso gli strumenti di
acquisto messi a disposizione da Consip.
Acquisti Pa. Le amministrazioni
potranno rescindere i contratti già stipulati se le imprese non
adegueranno il contenuto delle prestazioni ancora da effettuare alle
migliori condizioni previste in convenzioni Consip successive alla
stipula dei contratti stessi. Per evitare distorsioni della concorrenza
e del mercato e di assicurare la parità degli operatori nel territorio
nazionale, dal 2014 le pubbliche amministrazioni devono acquisire sul
mercato beni e servizi mediante le procedure concorrenziali previste
dal codice appalti. L'affidamento diretto può avvenire solo a favore di
società a capitale interamente pubblico nel rispetto della normativa
comunitaria per la gestione in house, a condizione che il valore
economico del servizio o dei beni oggetto di affidamento sia pari o
inferiore a 200mila euro annui.
Affitti e dismissioni immobili.
Per il triennio 2012 - 2014 non si applica l'aggiornamento all'indice
Istat agli affitti pagati dallo Stato. Allo stesso tempo si avvia la
rinegoziazione delle locazioni passive di immobili ad uso uffici per
ridurre i canoni del 15%. Infine, si accelera la vendita degli alloggi
di servizio di proprietà del ministero della Difesa.
Ministeri e accorpamenti: nasce l'Ivarp.
Per i Ministeri e gli enti sono stati eliminati eccessi di spesa per
1,5 miliardi nel 2012 e 3 miliardi a partire dal 2013. Soppresse varie
società ed enti, fra cui Isvap e Covip, che saranno accorpate
nell'Ivarp, che nasce come unico istituto per la vigilanza sulle
assicurazioni e sul risparmio previdenziale e funzionerà in stretta
sinergia con le strutture della Banca d'Italia.
SCUOLA, UNIVERSITA' E
RICERCA
Fondi. Vengono stanziati 10
milioni per le università non statali (-50% rispetto agli anni
precedenti), saltano invece i fondi per le scuole private. Arrivano 90
milioni in più per il diritto allo studio. Infine, si destinano 103
milioni per la gratuità dei libri di testo nella scuola secondaria di
primo grado (per le primarie i libri di testo sono assicurati
gratuitamente dai Comuni). In questo caso lo stanziamento rimane
invariato rispetto a quello degli scorsi anni.
Più visite fiscali. Trasferita
alle regioni una somma forfettaria di 23 milioni che consentiranno alle
scuole di poter usufruire delle visite fiscali senza oneri finanziari e
amministrativi.
Servizi di tesoreria per le scuole e
fondo per il loro finanziamento. Viene istituito un servizio di
tesoreria unica per le scuole nel quale confluiranno tutte le risorse
finanziarie attualmente depositate presso istituti bancari privati. In
questo modo Banca d'Italia disporrà di una maggiore disponibilità di
cassa di circa un miliardo di euro, con conseguente economia data dal
miglioramento dei saldi di cassa e una minore spesa d'interessi sul
debito pubblico per circa 8 milioni nel 2012 e 29 milioni a regime. Le
scuole a questo punto potranno gestire la propria liquidità come fanno
già ora gli enti di ricerca.
Contabilità speciali scolastiche.
Attraverso un'opera di razionalizzazione nella gestione delle risorse
finanziarie del ministero, 30 milioni verranno messi a disposizione
delle scuole per le proprie spese di funzionamento mentre una ulteriore
somma di pari importo andrà a contribuire ai miglioramenti dei saldi di
cassa.
Utilizzo del personale docente in
esubero. In linea di continuità con il processo che mira al
pieno impiego di tutto il personale scolastico, viene previsto
l'utilizzo in particolare dei docenti senza cattedra per attività di
docenza in materie affini. Fermo restando l'accertamento delle
competenze necessarie a garantire il risultato didattico atteso. In
particolare verificando il possesso degli idonei titoli di studio.
SANITÀ
Soppressione degli ospedali più piccoli.
Alla fine la misura è saltata.
Condizioni di acquisto e fornitura di
beni e servizi. Anticipato il taglio del 5% sull'acquisto di
beni e servizi che sarebbe entrato in vigore dal 2013, con la
rinegoziazione dei contratti in essere.
Spesa per i farmaci. Per il
2012 è previsto un aumento dello sconto obbligatorio che le farmacie e
le aziende farmaceutiche praticano nei confronti del Servizio Sanitario
Nazionale. Lo sconto passa, per le farmacie, da 1,82% a 3,85% ed è
variabile per il 2012, 2013, e 2014. Per le aziende farmaceutiche lo
sconto passa da 1,83% a 6,5%, per il solo anno 2012, a partire
dall'entrata in vigore del decreto. Per gli anni successivi sono
previsti nuovi tetti di spesa: per la farmaceutica territoriale
all'11,5% (rispetto al precedente 13,3%) e per la farmaceutica
ospedaliera al 3,2% (prima era al 2,4%).
Spesa per i dispositivi medici.
Solo per il secondo semestre 2012 viene previsto un abbattimento del 5%
degli importi e dei volumi di fornitura. Per il 2013 arriva un tetto di
spesa pari al 4,8%.
Acquisto di prestazioni sanitarie da
soggetti privati accreditati. La misura prevista consiste in una
riduzione del budget assegnato alle singole strutture pari all'1% per
il 2012 e al 2% per il 2013 rispetto al budget 2011.
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