Tagli alla scuola: «un grave errore » Studenti pronti a scendere in piazza
Data: Giovedì, 05 luglio 2012 ore 07:40:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Spending review:
200 milioni in meno per università ed enti di ricerca. Azione
Universitaria: «Così il Paese non ha futuro» - La lista del risparmio
firmata Monti mette in allarme il mondo della scuola. Tra i tagli
previsti dal governo ci sarebbero ben duecento milioni di risparmi a
carico di università, enti di ricerca e scuola pubblica. In
particolare, la scure della «spending review» minaccia il fondo per il
finanziamento ordinario degli atenei, secondo quanto si legge nella
bozza di decreto circolante. Una notizia che ha fatto insorgere
organizzazioni studentesche e sindacati. Soprattutto perché affiancata
da una previsione di spesa di pari peso - 200 milioni - in favore delle
scuole private. Cifra che rappresenta una parte della quota annuale già
prevista per queste scuole, che ammonta in tutto a 500 milioni. Questa
seconda tranche, spiegano tecnici del Miur, così come la prima, ha
subito un taglio lineare rispetto allo scorso anno ed è dunque in calo.
«Nessun aumento di fondi» per le private, insomma.
MOBILITAZIONE - Prendono dunque forma in queste ore le misure disposte
dal governo per contenere la spesa pubblica, e contestualmente si
moltiplicano le iniziative per scongiurare l'ennesima stretta di
cinghia a carico della scuola. Un settore con i nervi particolarmente
tesi, dopo gli anni di cura dimagrante targata Mariastella Gelmini. Gli
studenti annunciano mobilitazioni in tutto il Paese. «L’università ha
subito tagli per un miliardo di euro negli ultimi anni, le tasse
universitarie sono fuori controllo e ogni anno cresce il numero di
studenti, meritevoli ma senza mezzi, che non ricevono la borsa di
studio per mancanza di fondi», dicono Udu e Rete degli Studenti. Pronti
alla mobilitazione i sindacati, Cgil Cisl e Uil.
«UN FURTO» - «Inaccettabile, un vero furto ai danni dei cittadini
italiani», sostiene il presidente dei Verdi Angelo Bonelli. «È ormai
evidente che le scelte del governo conducono ad uno smantellamento
dello stato e delle garanzie sociali - spiega -. Si azzoppa la scuola
pubblica per favorire quella privata, si taglia la sanità pubblica per
promuovere le assicurazioni private: ossia quello che chiedono tutte le
lobby che sostengono il governo Monti». Parla di paradosso Orazio
Licandro, coordinatore della segreteria nazionale del Pdci, riferendosi
al «governo dei professorì che taglia 200 milioni all'istruzione
pubblica». «Sono d'accordo ad evitare l'aumento Iva e ad un meccanismo
di risparmio della p.a., ma non con tagli a sanità, scuola e servizi»,
scrive su Twitter il leader del Pd Pier Luigi Bersani.
MISURE ALTERNATIVE -Il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo,
getta acqua sul fuoco: «Sono uno istituzionale, credo che di queste
cose si debba parlare dopo. Le cifre non so da dove siano nate. Bisogna
che il paese cominci a parlare di dati oggettivi e solo quando ci sono
le decisioni collegiali». Ma i suoi collaboratori confermano le cifre
in circolazione, e sottolineano la contrarietà del ministro alle misure
sul tavolo. Mentre la navicella diplomatica fa la spola tra il Miur e
il dicastero delle Finanze per suggerire provvedimenti diversi di
allocazione delle risorse e buona gestione. «Siamo stati i primi ad
aderire alle ricognizioni iniziali della spending review, avviate in
marzo dal ministro Giarda», spiegano al Miur. «Siamo pronti a fare la
nostra parte per salvare il Paese, ma questa situazione va cambiata:
puntiamo a far sì che la buona gestione del ministro Profumo non venga
messa a rischio con tagli sconsiderati. E a garantire che la scuola
venga messa al centro dell'agenda del Paese, come motore della
ripartenza».
Idee su come far quadrare i conti? Citano esempi concreti, gli esperti
di viale Trastevere: i risparmi conseguiti con il «plico telematico»,
introdotto in occasione degli esami di maturità; le proposte di
«dimagrimento» di sedi (da cinque a due) e uffici avanzata qualche mese
fa; la razionalizzazione della spesa per l'acquisto di beni e servizi,
secondo le direttrici dettate dal piano Bondi.
VENERDÌ LE PRIME MISURE - Le carte saranno scoperte definitivamente
venerdì, quando il Governo varerà le prime misure. Nel frattempo, si
registrano i malumori di un comparto che «ha già dato». «Si evince
palesemente la volontà di questo Governo di tarpare le ali ai giovani e
di non far crescere il Paese. In un momento in cui si dovrebbe puntare
tutto sul futuro e sulla formazione giovanile e universitaria tagliare
di netto 200milioni di euro al fondo di finanziamento ordinario degli
atenei è una decisione pericolosa oltre che scellerata», dichiara
Andrea Volpi, presidente nazionale di Azione Universitaria.
Antonella De
Gregorio
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