INDAGINE DEL CENSIS SUI NATIVI DIGITALI - Per il 72% degli studenti l'uso del pc aiuta l'apprendimento
Data: Giovedì, 05 luglio 2012 ore 05:25:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Il libro però
resta importante - ROMA -L’uso del pc e l’accesso al web hanno effetti
positivi sull’apprendimento, ma al contempo ha effetti negativi sulla
voglia di studiare e sulla capacità di concentrazione. È quanto emerge
da una ricerca del Censis sui nativi digitali e l’impatto delle nuove
tecnologie sui sistemi di apprendimento promossa dalla Regione Calabria
(Assessorato alla Cultura). La ricerca si basa sui risultati di
un’ampia indagine che ha coinvolto 2.300 studenti delle scuole medie e
superiori calabresi fra 11 e 19 anni di età e 1.800 genitori. Si tratta
di un’indagine campione che approssima bene la situazione generale dei
giovani in tutta Italia, accomunati da un uso intenso delle nuove
tecnologie digitali. Il 72% degli studenti calabresi, rileva il Censis,
ritiene che l’uso del pc e l’accesso al web hanno effetti positivi
sull’apprendimento (la percentuale sale al 76% fra gli studenti più
grandi). Rispetto al rendimento scolastico, per il 35% l’effetto è
positivo, per il 36% è neutro, per il 29% è negativo. Una consistente
maggioranza (il 65%) valuta positivamente l’uso delle tecnologie
digitali per soddisfare la propria curiosità e lo spirito di
iniziativa. Ma il 40% considera negativi gli effetti sulla volontà di
studiare e il 33,5% sulla capacità di concentrazione e riflessione.
Dall’indagine emerge poi che per i ragazzi è difficile scindere
l’aspetto ludico dal momento dell’apprendimento. Il 73% utilizza
Facebook (la percentuale sale al 79% fra gli studenti delle scuole
superiori e si ferma al 65% fra gli alunni delle medie). Il 76%
utilizza YouTube (anche in questo caso la percentuale degli studenti
delle superiori è maggiore di quella dei ragazzi più giovani: l’80%
contro il 70%). Per il 60% degli studenti delle superiori l’utilizzo
praticamente quotidiano del computer è finalizzato alle relazioni e
all’accesso ai social network. Il 56% è convinto che così si faciliti
la frequentazione degli amici al di fuori della scuola. Il 44% naviga
quasi tutti i giorni alla ricerca di informazioni. Le quattro
applicazioni più importanti per i ragazzi sono: i motori di ricerca, i
social network, la visione di video, la possibilità di scaricare
musica. L’indagine evidenzia poi come tra genitori e figli vi sia
convergenza di opinioni sugli effetti prodotti dall’utilizzo delle
tecnologie digitali. Pensano entrambi che possano produrre effetti
positivi sull’apprendimento (sono d’accordo il 70% dei genitori e il
72% degli studenti) e sullo sviluppo della curiosità e dello spirito di
iniziativa dei ragazzi (d’accordo il 62% dei genitori e il 65% degli
studenti). Emerge un atteggiamento comune di incertezza sul potenziale
delle tecnologie digitali rispetto a temi come la voglia di studiare,
la capacità di concentrazione e il rendimento scolastico.
Prevalentemente neutri sono ritenuti invece gli effetti su aspetti come
il rischio di isolamento (con valori superiori al 40% per genitori e
studenti) e il rapporto con gli insegnanti (50% per i genitori, 62% per
gli studenti). Dalla ricerca emerge però come sia debole l’appeal della
scuola sui ragazzi, anche nel caso in cui essa disponga di tecnologie
digitali. L’84% degli studenti calabresi afferma, infatti, che durante
la settimana il computer non viene mai usato per studiare le materie
umanistiche. La percentuale si riduce di poco nel caso delle materie
scientifiche (79%) e di quelle tecniche (66%). Dalle opinioni raccolte
tra i docenti emerge: una certa resistenza culturale motivata dalla
convinzione che l’approccio tradizionale al trasferimento del sapere
sia quello più efficace e più giusto, la consapevolezza che le nuove
tecnologie sono imprescindibili per cercare un dialogo con i ragazzi e
per svolgere al meglio la propria funzione, ma gli insegnanti diffidano
di un apprendimento partecipativo che metta in discussione il loro
ruolo.
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