Prossimità geografica
e complementarietà economica sono importanti ma non bastano per
favorire l'integrazione dell’economia tra sud e nord del Mediterraneo.
Perché l'Italia possa svolgere un ruolo primario nel fare della regione
Sicilia un'area di libero scambio, bisogna anche avere il ''
coraggio di superare'' le visioni che si
hanno gli uni degli altri. A sottolinearlo è Riccardo Monti,
presidente dell'Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE), uno
dei relatori della tavola rotonda su
"Gli
investimenti italiani all'indomani della Primavera araba",
organizzata dall'Ansa. ''
La nostra
percezione rimane ancora troppo eurocentrica'', secondo Monti. '
'Fondamentale'' dunque proprio il ruolo
delle agenzie di stampa e degli altri media, sottolinea,
per creare ''l'humus'' necessario a far
nascere quel decennio di sviluppo nella regione per il quale ci sono
tutte le condizioni. Un concetto sottolineato anche
dall'amministratore delegato dell'Ansa Giuseppe Cerbone, secondo il
quale, affinché l'Italia possa raccogliere le opportunità presenti nel
Mediterraneo e dare la necessaria fiducia alle imprese, serve
''una chiara e trasparente informazione''.
Valutazione condivisa da Biagio Matranga, direttore generale Banca
Ubae, secondo il quale investiamo ancora troppo poco in Nord Africa
''perche' conosciamo molto poco del Nord Africa'', nonostante le
''affinità culturali molto antiche''. E naturalmente non tutti i
Paesi sono uguali: se le petromonarchie del Golfo cercano occasioni di
investimento in altri Paesi, Algeria, Marocco e Tunisia ''
hanno un grande bisogno di creare economia
produttiva nel loro Paese''. E anche la Libia, dove solo
fra pochi giorni si svolgeranno le prime elezioni dalla caduta di
Gheddafi, ha già varato una legge la 103/2012 che prevede una
partecipazione estera fino ad un massimo del 65%, e in certi casi anche
dell'80%, di una società costituita nel Paese. Sebbene le rivolte
iniziate un anno e mezzo fa abbiano provocato una rallentamento degli
investimenti da parte italiana, osserva da parte sua il presidente
della Camera di commercio Italo-Araba Sergio Marini, in questi ultimi
mesi si è notato un ritorno di interesse molto rilevante. E l'Italia,
rileva, ha dalla sua il vantaggio di un'alta specializzazione da
offrire alle economie dell'area. L’amministratore delegato e direttore
generale della Simest, finanziaria di sviluppo e promozione delle
imprese italiane all'estero, ha giudicato positive le prospettive per
l'Algeria, dove gli investimenti sono ancora in crescita anche nel
2011, e anche per l'Egitto e la Tunisia nonostante il calo dell'ultimo
anno. E dicendosi fiducioso in una ripresa anche in Libia, dove e'
stato creato un nuovo desk a Tripoli. Ma anche per il direttore
generale della Simest, il ruolo delle agenzie e dei media è
fondamentale per lo sviluppo economico e lo scambio commerciale nel
Mediterraneo. Presenti al dibattito anche Marco Bruschini per l'Enit,
l'agenzia nazionale per il turismo; Lucio Battistotti, direttore della
Rappresentanza della Commissione Ue in Italia, e Daniel Ractliff,
dell'ufficio informazione del Parlamento Europeo.
ANSAmed (L’Agenzia ANSA nel Mediterraneo)