Investire nel Mediterraneo, è anche questione di buona informazione
Data: Giovedì, 28 giugno 2012 ore 16:12:49 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Prossimità geografica e complementarietà economica sono importanti ma non bastano per favorire l'integrazione dell’economia tra sud e nord del Mediterraneo. Perché l'Italia possa svolgere un ruolo primario nel fare della regione Sicilia un'area di libero scambio, bisogna anche avere il ''coraggio di superare'' le visioni che si hanno gli uni degli altri. A sottolinearlo è Riccardo Monti, presidente dell'Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE), uno dei relatori della tavola rotonda su "Gli investimenti italiani all'indomani della Primavera araba", organizzata dall'Ansa. ''La nostra percezione rimane ancora troppo eurocentrica'', secondo Monti. ''Fondamentale'' dunque proprio il ruolo delle agenzie di stampa e degli altri media, sottolinea, per creare ''l'humus'' necessario a far nascere quel decennio di sviluppo nella regione per il quale ci sono tutte le condizioni. Un concetto sottolineato anche dall'amministratore delegato dell'Ansa Giuseppe Cerbone, secondo il quale, affinché l'Italia possa raccogliere le opportunità presenti nel Mediterraneo e dare la necessaria fiducia alle imprese, serve ''una chiara e trasparente informazione''. Valutazione condivisa da Biagio Matranga, direttore generale Banca Ubae, secondo il quale investiamo ancora troppo poco in Nord Africa ''perche' conosciamo molto poco del Nord Africa'', nonostante le ''affinità  culturali molto antiche''. E naturalmente non tutti i Paesi sono uguali: se le petromonarchie del Golfo cercano occasioni di investimento in altri Paesi, Algeria, Marocco e Tunisia ''hanno un grande bisogno di creare economia produttiva nel loro Paese''.  E anche la Libia, dove solo fra pochi giorni si svolgeranno le prime elezioni dalla caduta di Gheddafi, ha già varato una legge la 103/2012 che prevede una partecipazione estera fino ad un massimo del 65%, e in certi casi anche dell'80%, di una società costituita nel Paese. Sebbene le rivolte iniziate un anno e mezzo fa abbiano provocato una rallentamento degli investimenti da parte italiana, osserva da parte sua il presidente della Camera di commercio Italo-Araba Sergio Marini, in questi ultimi mesi si è notato un ritorno di interesse molto rilevante. E l'Italia, rileva, ha dalla sua il vantaggio di un'alta specializzazione da offrire alle economie dell'area. L’amministratore delegato e direttore generale della Simest, finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane all'estero, ha giudicato positive le prospettive per l'Algeria, dove gli investimenti sono ancora in crescita anche nel 2011, e anche per l'Egitto e la Tunisia nonostante il calo dell'ultimo anno. E dicendosi fiducioso in una ripresa anche in Libia, dove e' stato creato un nuovo desk a Tripoli. Ma anche per il direttore generale della Simest, il ruolo delle agenzie e dei media è fondamentale per lo sviluppo economico e lo scambio commerciale nel Mediterraneo. Presenti al dibattito anche Marco Bruschini per l'Enit, l'agenzia nazionale per il turismo; Lucio Battistotti, direttore della Rappresentanza della Commissione Ue in Italia, e Daniel Ractliff, dell'ufficio informazione del Parlamento Europeo.
ANSAmed (L’Agenzia ANSA nel Mediterraneo)







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