Si celebra domani 20 giugno la Giornata Mondiale del Rifugiato dedicata a sensibilizzare l'opinione pubblica mondiale sui cittadini costretti a fuggire dal proprio Paese di origine
Data: Martedì, 19 giugno 2012 ore 18:50:14 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Si celebra domani 20 giugno la Giornata Mondiale del Rifugiato dedicata a sensibilizzare l'opinione pubblica mondiale sui cittadini costretti a fuggire dal proprio Paese di origine. L'evento, convocato per la prima volta nel 2001 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite in occasione del 50esimo anniversario della Convenzione di Ginevra 1951, ospita nel 2012 il tema dei conflitti internazionali. Per l'occasione l'Alto commissariato ONU UNHCR ha pubblicato ieri il suo rapporto annuale rivelando come il 2011 abbia segnato un triste record per i rifugiati in tutto il mondo: in 800mila sono infatti stati forzati a lasciare la propria casa fuggendo all'estero, soprattutto a causa delle diversi crisi che hanno investito i Paesi dell'Africa, dalla Costa d'Avorio al Sudan, dalla Somalia alla Libia, colpita all'inizio del 2011 dalla guerra civile. Si tratta del numero più alto mai registrato negli ultimi 12 anni,. ''Il 2011 ha visto una sofferenza su scala epica. Che così  tante vite umane siano state gettate nel caos in un tempo così breve significa che l'impatto del fenomeno è stato enorme'', ha dichiarato l'Alto commissario Antonio Guterres. ''Nella maggior parte dei casi - ha aggiunto - il sistema internazionale atto a proteggere queste persone è rimasto saldo, mentre le frontiere sono rimaste aperte''. Tra i Paesi di provenienza, l'Afghanistan si conferma al primo posto con 2,7 milioni di rifugiati, seguito da Iraq (1,4 mln), Somalia (1,1 mln), Sudan (500mila) e Repubblica Democratica del Congo (491mila). Piu' in generale, i 48 Stati meno sviluppati sulla Terra hanno finora dato asilo a 2,3 milioni di rifugiati. Il paese che ne ospita il maggior numero e' il Pakistan (1,7 milioni, in larga parte afghani), seguito da Iran (886.500, anche in questo caso in maggioranza afghani) e Siria (750mila, in gran parte iracheni). Al quarto posto la Germania, con 571mila rifugiati (-4% rispetto al 2010), mentre l'Italia presenta cifre contenute: 58mila rifugiati. Proprio il Belpaese, nel 2011, ha tuttavia registrato un record delle richieste d'asilo: circa 34mila, il 240% in più rispetto al 2010. Cifre che la collocano al quinto posto tra gli Stati destinatari dei richiedenti asilo, in una classifica guidata dal Sud Africa. Secondo le stime Eurostat, inoltre, lo scorso anno il Governo italiano ha concesso protezione a 7.485 richiedenti asilo su 25.655 istanze: tra questi 1.870 hanno ottenuto lo status di rifugiato, 2.265 la protezione sussidiaria e 3.350 permessi di soggiorno per motivi umanitari. Guardando ai Ventisette, l'ufficio europeo di statistica riferisce, sempre nel 2011, che gli Stati membri hanno accolto 84.100 richiedenti asilo: 42.700 rifugiati, 29.400 ai quali e' stata concessa la protezione sussidiaria e a 12.000 persone sono stati rilasciati permessi di soggiorno per motivi umanitari. Secondo le stime di Bruxelles, confinate all'area Schengen, tra i maggiori beneficiari dello ''status di protezione'' sono stati ancora gli afghani per un numero pari 13.300 cittadini, 9.000 gli iracheni, 8.900 i somali. Oltre i tre quarti delle concessioni sono state formulate da Regno Unito (14.400), Germania (13.000), Francia (10.700), Svezia (10.600), Paesi Bassi (8.400) e Italia (7.500). La Giornata Mondiale del Rifugiato delle Nazioni Unite segue un'analoga commemorazione già istituita, non a caso, dall'Unione africana qualche anno prima, volta a ricordare le vittime di conflitti ed ex colonie costretti a fuggire dal proprio Paese per salvaguardare la loro incolumità. Anche la Chiesa cattolica nel 1914 grazie al Papa Pio X celebra ogni anno, nella seconda domenica dopo l'Epifania, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Dal 18 al 20 giungo l'UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati,  commemora la kermesse nella città di Washington, con lo scopo di attirare fortemente l'attenzione dell'opinione pubblica sul caso. Il termine ''rifugiato'' e' un termine giuridico che indica chi è fuggito o è stato espulso a causa di discriminazioni politiche, religiose o razziali dal proprio Paese e trova ospitalità in un Paese straniero. A differenza del concetto di ''profugo'', espressione priva di un contenuto normativo e usata generalmente nel senso comune, ciò che caratterizza il rifugiato è l'aver ricevuto dalla legge dello Stato che lo ospita o dalle convenzioni internazionali questo status e la relativa protezione attraverso l'asilo politico. Il fenomeno assunse dimensioni rilevanti in seguito alla Seconda guerra mondiale, quando l'ONU istituì un organismo ad hoc chiamato a tutelare i rifugiati, l'Alto Commissariato per i Rifugiati appunto, fondato alla fine del 1950. Da li a breve, la prima definizione organica del concetto giuridico di rifugiato, contenuta nella Convenzione firmata a Ginevra il 28 luglio 1951.
''Colui che, (...) temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese, di cui è cittadino e non può o non vuole avvalersi della protezione di questo Paese: oppure che, non avendo la cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per i motivi  di cui sopra''.
ASCA







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