L’Autonomia e il diluvio universale
Data: Venerdì, 15 giugno 2012 ore 15:58:34 CEST
Argomento: Opinioni


Un giorno, Zeus, il dirigente superiore dell’Ufficio scolastico dell’Olimpo, decise di convocare un dirigente scolastico.
Chiese agli altri dei e tutti gli consigliarono, per quella missione, un dirigente scolastico che gestiva una scuola a rischio dei quartieri periferici di una città irredimibile. Soltanto in quelle scuole difficili, nelle quali l’insegnamento è una lotta quotidiana contro l’ingiustizia, la cattiva educazione, la violenza, l’ignoranza, le disuguaglianze, gli dissero i suoi osservatori divini, era possibile ancora trovare i docenti che lui voleva.

Il preside Gaetano Bonaccorso

La missione era molto importante: Zeus aveva bisogno che il dirigente gli indicasse due docenti da salvare dal diluvio universale che stava inviando sulla terra, per eliminare del tutto la scuola pubblica allo sfascio e per ripristinarne una nuova governata e abitata in modo corretto ed esemplare per l’educazione dei giovani.
Questi due docenti avrebbero avuto il compito di ricostruire l’universo scolastico a partire dagli insegnanti ed ogni pietra che avrebbero lanciato dietro di sé sarebbe diventata un nuovo docente di genere maschile se lanciata dal maschio dei due, un nuovo docente di genere femminile, se lanciata dalla femmina dei due.
La scuola nuova che ne sarebbe nata sarebbe stata, veramente, un mondo di giustizia perché abitata da professionisti onesti, colti, capaci di compiere sacrifici, leali, sinceri, appassionati e ricchi di ideali. La stessa cosa Zeus si riprometteva di fare per ogni segmento dell’istruzione pubblica, in ogni regione, provincia, comune, nazione. Un carro trascinato da rondini condusse attraverso l’etere il dirigente sull’Olimpo dove l’aspettava Zeus circondato dalla sua corte.
Zeus: Ho saputo, dirigente, dai miei osservatori, che nella scuola da Lei diretta il tentativo di gestire l’autonomia scolastica mettendo insieme le innovazioni e il rispetto della gerarchia e dei valori ha avuto un certo successo. Lei ha preteso il rispetto dei diversabili, favorito il sostegno e il recupero di ragazzi alle cui spalle non vi è il sostegno delle famiglie, messo da parte vecchi meccanismi di potere ed esaltato nuove professionalità, ricondotto ad una misura geometrica la contrattazione d’Istituto, bandito vizi e privilegi, valorizzato le assemblee di istituto degli studenti, diffuso ampiamente in tutta la scuola, con i meritevoli, una filantropia contagiosa.
Il dirigente: È una strada lastricata di amarezze e delusioni, maestà. La scuola abbandonata alla demagogia di un’autonomia scolastica inesistente, gestita dagli enti locali con superficialità e noncuranza, senza controlli e risorse, non affidata, realmente, alla responsabilità di dirigenti valutati seriamente alla fine di ogni scolastico, non guidata da una burocrazia efficiente e merito-metrica, è una pianta destinata a morire. Ma soltanto attraverso questa esperienza di sofferenza quotidiana è possibile formare robuste personalità che sostengono ancora, con entusiasmo e competenza, il peso della dirigenza e dell’insegnamento e un lavoro efficiente ed efficace per la pubblica amministrazione. L’autonomia è stata, finora, una via crucis che ha prodotto soltanto la consapevolezza di come realmente dovrebbe essere.
Zeus: Saprebbe indicarmi due giovani docenti che fanno al caso mio?
Il Dirigente: Come la vuole la nuova scuola, maestà?
Zeus: Dentro edifici sicuri, studenti che rispettano i docenti e il patrimonio dello Stato, docenti in continua formazione, con stipendi raddoppiati nei contesti ambientali più difficili, nessuna intromissione sindacale, dirigenti ai quali venga data, in misura sempre maggiore, la possibilità di assumere il personale della scuola e che, in questo caso, siano veramente responsabili dei risultati. La scuola veramente autonoma gestisce il suo budget senza intromissioni superiori. Via per sempre progetti e supporto all’autonomia. La cultura della legalità lontana dalle manifestazioni retoriche pubbliche con presenze notoriamente lontane dal culto della legalità.
Il dirigente: Tutti i miei insegnanti vanno bene per la causa comune, maestà. Sono giovani e anziani, uomini e donne.
Zeus: Hanno meriti particolari?
Il Dirigente: Il lavoro senza orario con passione, la lealtà, il rispetto della gerarchia senza sottomissione, la sincerità, il rispetto del prossimo, l’autorevolezza al momento giusto, la competenza esperta in tutto ciò che fanno, il sentirsi costantemente cellule dell’intera comunità, una falange in cammino dedita esclusivamente, con spirito di servizio, al bene degli studenti e delle loro famiglie.
Zeus li fece chiamare e ribattezzò un uomo, tra i più giovani, col nome di Deucalione e una donna, tra le più giovani, col nome di Pirra.
Diede loro i sassi da lanciare per ricreare una scuola pubblica di valore e insieme a tutti gli insegnanti di quella scuola, li fece salire su una barca che fu tirata su nell’Olimpo con una grossa fune dagli dei.
Quindi scatenò il diluvio universale e distrusse quel che rimaneva della scuola pubblica.
Deucalione e Pirra iniziarono una nuova stagione della scuola pubblica italiana. Nel giro di pochi anni la scuola pubblica ritornò ad essere un luogo di crescita e di formazione di autentici valori.
La regione fu salva. La nazione fu salva. Deucalione e Pirra, artefici di quella straordinaria rivoluzione, alla fine della loro lunga e felice vita, furono trasformati in costellazioni e la loro luce risplende nelle serene notti d’estate.
Zeus fu in dubbio per una notte intera se punire il dirigente scolastico per la sua ingenua bugia o salvarlo per il nobile gesto che aveva fatto di salvare tutto il personale della sua scuola. L’onnipotente ed onnivedente padre degli dei sapeva quanti erano veramente meritevoli di quell’Istituzione scolastica e quanti, invece, assenteisti, incompetenti ed ingrati.
Alla fine decise di risparmiarlo, perché lo commosse quel capitano che, nonostante tutto, cercava di salvare tutto il suo equipaggio e dopo una lunga e felice vita lo trasformò in un grillo parlante destinato per l’eternità a ricordare il senso del dovere a tutti i pinocchi grossi e piccoli che gravitano e graviteranno sempre nell’ambito della pubblica istruzione.
L’unica che non si salvò del gruppo fu la prof.ssa Pandora, che faceva sempre di testa sua e si rifiutò di salire sulla barca sostenendo che era una vecchia amica di Zeus.
Il padre degli dei, vedendola scomparire tra i flutti, per gli antichi rapporti ormai desueti, la trasformò in una zanzara destinata ad essere rincorsa e colpita, eternamente, da una racchetta elettrica.
Gaetano Bonaccorso, gbonaccorso@alice.it







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