Insomma, stiamo lavorando in modo articolato perché crediamo nella scuola come luogo fondamentale della comunità.
Anche per questo, non riesco a capire alcune polemiche che il mio Partito ha fatto contro la riforma Profumo.
E non entro nel dettaglio delle singole scelte. No. Dico solo che ho trovato incredibile che il Partito Democratico – autorizzato non si sa bene da chi – abbia preso posizione contro l’idea di destinare almeno una quota delle risorse a meccanismi di incentivazione del merito.
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi
Vorrei essere chiaro: non discuto le proposte di Profumo in quanto tali. Ci saranno altre sedi per farlo.
Contesto il principio, per cui scuola pubblica e merito sarebbero inconciliabili, come sostengono autorevoli professori universitari intervenuti sulla materia e meno autorevoli ex ministri della pubblica istruzione.
Così, per condividere con gli amici delle news: io a una scuola che non riconosce il merito non credo. Come faccio a dire ai ragazzi: “impegnatevi, studiate, giocatevela. E però non è importante migliorarsi”?
Non sono mai stato uno studente modello, non sono mai stato il primo della classe, sono riuscito a farmi rimandare a scienze in un Liceo Classico e non ho mai avuto una condotta all’altezza delle aspettative: non avrei mai preso il premio-merito, insomma.
Ma non ho voglia di vedere i miei figli educati nella logica del sei meno o del diciassette e due figure. La scuola deve rimuovere gli ostacoli che stanno davanti ai più deboli.
Ma non deve tarpare le ali di chi può – e per me deve – fare di più. La scuola deve educare alla capacità critica, al superamento di vette più alte, al miglioramento personale e comunitario: come può essere credibile un educatore che ti insegna a giudicare, ma che ha paura, lui per primo, di essere giudicato?
Che dite? Esagero?
Vi leggo volentieri, come sempre