Presentazione del libro “Teatro”, di Vincenzo Pirrotta a Biancavilla
Data: Martedì, 12 giugno 2012 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Il circolo “Castriota” di Biancavilla, con il patrocinio del Comune di Biancavilla e la collaborazione del periodico “l’Alba”, sabato 16 giugno, alle ore 19.00, presso la Villa delle Favare (via Vittorio Emanuele, 128, Biancavilla), presenterà il libro di Vincenzo Pirrotta, “Teatro”. Ne parleranno con l’autore, il prof. Pino Pesce, direttore del periodico “l’Alba”, la prof.ssa Rosa Maria Crisafi e la prof.ssa Mariacarmela Crisafi, docenti di materie letterarie. Coordinerà i lavori il dott. Giuseppe Catania, presidente del circolo culturale biancavillese. Parteciperanno, inoltre, il sindaco, dott. Giuseppe Glorioso, e l’assessore alla Cultura, dott. Salvatore Pastanella. Le letture saranno dell’attrice, Luisa Ippodrino, e l’animazione musicale di Federico Pedicona, violinista e di Armando Percolla, chitarra classica. Il libro “Teatro” (Editoria e Spettacolo, 2011) è una raccolta di cinque opere teatrali, prodotte in dieci anni, dall’artista siciliano, dopo aver scoperto, con successo, la “vocazione” di drammaturgo. Il libro “Teatro” inizia con “All’ombra della collina”, del 2001, un poderoso affresco della preadolescenza, uno scontro con i modelli precostituiti e con la scoperta di altri modi di essere, magari alternativi, un viaggio tra regole e scoperte che viene immaginato sulla falsariga del cammino di Dante per i gironi dell'inferno, con Pasolini a fare Virgilio. Poi è la volta di “Malaluna”, un atto d’amore e di dolore per Palermo, una città abbandonata, umiliata, sofferente, una sorta di “concerto per voce sola”. Segue “La ballata delle balate”, un monologo di un latitante che nel suo covo recita un rosario dove i “misteri dolorosi” sono quelli della Passione di Cristo ed i “misteri gioiosi” (misteri di Stato) sono quelli delle 5.000 vittime di Cosa Nostra, in un delirio dove si incontrano misticismo e violenza, la parola di Dio, che il latitante professa, e la brutale parola della mafia.
Dopo c’è “La grazia dell'angelo” (2008), un breve componimento nato come epilogo di uno spettacolo su Napoli e la sua inerzia, una metafora sulla situazione del meridione d’Italia e dunque anche di Palermo.
Infine il dramma “Sacre-stie”, che parla della pedofilia, delle violenze e degli abusi, contro i minori, consumati all’interno degli ambienti ecclesiastici, con la “collaborazione” silente e colpevole della Chiesa.
Vincenzo Pirrotta, è originario di Palermo, dove è stato allievo di Mimmo Cuticchio, uno dei più grandi eredi della tradizione dei cuntisti siciliani. Ha conseguito il diploma di attore presso l’Accademia dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, ed ha lavorato, dal 1990 al 1996, al ciclo degli spettacoli classici del Teatro Greco di Siracusa. La sua formazione è stata influenzata da nomi come Giancarlo Sbragia, Sandro Sequi, Gabriele Lavia, Mario Martone e Roberto De Simone. Nel 1995 ha ricevuto il Premio Giusto Monaco. È stato candidato al Premio Europa per il Teatro nel 2009.
Ha lavorato anche per il grande schermo in “Prove per una tragedia siciliana”, diretto da John Turturro e Roman Paka, e in “Noi credevamo”, di Mario Martone.

Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it





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