Non Chiamateli Giochi: gli Scacchi Eterodossi
Data: Sabato, 09 giugno 2012 ore 08:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Per “Scacchi Eterodossi” si intendono tutte quelle varianti di gioco basate sugli scacchi ma alle quali sono state apportate un numero più o meno rilevante di cambiamenti, relativamente ad obiettivi, posizionamento, movimento e cattura, tipologie di scacchiere e pezzi.
Sin dalla loro nascita gli scacchi sono sempre stati in continua evoluzione, tant’è che le attuali norme internazionali del 1924, che codificano i cosiddetti “Scacchi Ortodossi”, universalmente riconosciuti, rappresentano soltanto l’ultimo e decisivo passo nella storia millenaria del gioco; esiste infatti un grande assortimento di varianti a base scacchistica, stimabile in più di 2000, che utilizza il consueto materiale ma con regole differenti.
Conoscere le varianti scacchistiche significa esplorare un variegato universo ludico che può senz’altro arricchire la passione e l’esperienza di principianti ed esperti, siano essi giovani allievi di scacchi a scuola o anziani praticanti nei circoli scacchistici.
Di seguito vengono elencate alcune tra le principali varianti, diffuse e praticate a diversi livelli di conoscenza e/o di gioco:
  • Gli “Scacchi 960” o Fischer Random Chess (Scacchi Casuali di Fischer) furono inventati nel 1996 dall’indimenticato campione del mondo di scacchi (1972-1975) Bobby Fischer. Nelle intenzioni di Fischer vi era l’intento di rinnovare un gioco millenario, con la ferma convinzione di favorire la creatività e il talento dello scacchista, sacrificati, negli scacchi ipermoderni e computerizzati di oggi, allo studio mnemonico delle aperture. Negli Scacchi 960 i pezzi e lo scopo del gioco sono gli stessi degli scacchi. I pedoni vengono collocati nella seconda traversa, mentre i pezzi della prima traversa possono esser posizionati in modo casuale, per accordo o sorteggio, rispettando taluni vincoli. In questo modo le posizioni legali diventano 960, da qui appunto il nome.
  • Gli “Scacchi Vinciperdi”, nati nel secondo dopoguerra, furono introdotti in Italia all’inizio degli anni Settanta, e sono ancora oggi una delle varianti più divertenti e diffuse, presentandosi come una sorta di scacchi a perdere. Scopo del gioco è costringere l’avversario, attraverso la presa, che qui diviene obbligatoria, a catturare tutti i propri pezzi e pedoni, compreso il Re, che diventa un pezzo senza particolari prerogative. Il giocatore che riesce per primo in questo intento, vince la partita.
  • Gli “Scacchi Marsigliesi” iniziano con la mossa del bianco e si prosegue con successive due mosse consecutive (una bi-mossa) ad ogni turno per entrambi i contendenti.
  • Gli “Scacchi Progressivi” cominciano con la prima mossa del bianco per poi proseguire con due mosse simultanee del nero, tre del bianco e via dicendo, sino allo scacco matto finale o alla patta.
  • La “Quadriglia” (o Bughouse) si gioca in quattro, suddivisi in due squadre, su due scacchiere separate. Particolarità di questa variante la possibilità che i pezzi catturati da un giocatore vengano trasferiti sulla scacchiera dove gioca il compagno col colore opposto, che può a sua volta inserirli alla prima occasione in una casa libera. Derivante dalla Quadriglia, la variante “Crazyhouse” si gioca su una scacchiera, differendo dalla prima per il fatto che ogni pezzo catturato all’avversario può esser tramutato in un pezzo del proprio colore.
  • Gli “Scacchi Alice”, ispirati alla celebre eroina di Carroll de Attraverso lo specchio, si giocano con un solo set di pezzi ma su due scacchiere. Ad inizio partita tutti i pezzi sono disposti sulla prima scacchiera ma ogni qualvolta si effettua una mossa sulla scacchiera in cui il pezzo si trova non appena completato il movimento viene trasferito sull’altra, una mossa è quindi impossibile se sull’altra scacchiera la casa in cui il pezzo si deve recare è occupata.
  • La variante “Atomic” mira ad una strategia kamikaze, volta a far esplodere il re avversario, poiché a seguito di una qualsiasi cattura vengono eliminati dalla scacchiera sia il pezzo catturante che tutti i pezzi avversari (ad eccezione dei pedoni) trovatisi nel quadrato formato dalle case adiacenti.
  • Gli “Scacchi di Dunsany” vedono un’orda di 32 pedoni bianchi contro il normale schieramento del nero. Obiettivo dei bianchi lo scacco matto contrapposto alla totale eliminazione di quest’ultimi da parte del nero.
  • Gli “Scacchi Esagonali” si giocano su scacchiere esagonali. Le principali varianti sono, dal nome dei loro inventori, la “Gliński”, la “McCooey” e la “Shafran”. Il movimento e la cattura dei pezzi si rifà a quello originale, adattandolo al nuovo contesto.
  • Gli “Scacchi Tridimensionali” utilizzano scacchiere a tre dimensioni sul modello degli scacchi 3D illustrati nella celebre saga di Star Trek.
Discorso a parte meriterebbero le varianti antiche del Chaturanga (India) e dello Shatranj (Persia), antenati degli scacchi moderni, le odierne varianti orientali dello Xiangqi (Cina) e dello Shogi (Giappone) e il recentissimo Shuuro, un ibrido tra scacchi e wargames tridimensionali, per i quali si dà appuntamento ad una nuova puntata.

Christian Citraro
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