Mobilitazione contro la svolta antidemocratica nella Scuola - Cangemi (FdS)
Data: Venerdì, 08 giugno 2012 ore 05:00:00 CEST Argomento: Attività parlamentare
I tavoli
regionali in difesa della scuola statale del Lazio e della Toscana
hanno lanciato una raccolta di firme in tutta Italia, in calce ad un
appello che chiede al parlamento di fermare l'approvazione della
proposta di legge sul governo delle istituzioni scolastiche, meglio
conosciuta come "ex Aprea" dal nome dell'esponente del PdL, che in vari
ruoli, dal parlamento alla giunta regionale della Lombardia, si è
distinta nell'attacco alla scuola disegnata dalla Costituzione.
L'appello con chiarezza riepiloga i disastrosi effetti di ulteriore
accentramento di poteri nelle mani dei dirigenti scolastici, di
azzeramento delle istanze di partecipazione, di frantumazione del
sistema nazionale dell'istruzione che avrebbe l'approvazione di questa
proposta.
L'adesione di massa a questa importante iniziativa è particolarmente
necessaria in queste ore, che vedono il ministro Profumo lanciare altre
iniziative, coperte da inverosimili slogan sulla meritocrazia, che
convergono nell'obiettivo di affossare definitivamente la prospettiva
di una scuola pubblica, democratica, elemento essenziale di uguaglianza
dei cittadini.
Invitiamo dunque il mondo della scuola e tutti i cittadini a una forte
mobilitazione a sostegno a quest’appello.
PER LA DEMOCRAZIA SCOLASTICA E PER LA SCUOLA DELLA COSTITUZIONE:
FERMARE LA PROPOSTA DI LEGGE SUL GOVERNO DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE
E’ attualmente all'esame della Commissione Cultura e Istruzione della
Camera una proposta di legge (ex Aprea) che in sintesi propone:
1) La trasformazione del sistema scolastico statale, previsto dalla
Costituzione (“la Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed
istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”) per garantire
a tutti/e una formazione democratica e culturale il più possibile
uguale in un sistema nazionale formato da scuole statali, paritarie
private (e quindi anche di orientamento confessionale) e pubbliche, già
delineato nella legge di parità ed ora più accentuato e definito.
2) La frantumazione del sistema scolastico unitario a livello
nazionale, anche se aperto alle diverse realtà
territoriali, in un insieme di scuole-azienda, ciascuna con una propria
specifica identità statutaria con il rischio di forti
caratterizzazioni localistiche e di forme di privatizzazione: dalla
scuola per l'uguaglianza alla scuola delle disuguaglianze.
3) L'accentuazione della tendenza all'aziendalizzazione della scuola
con il rafforzamento dei poteri manageriali del Dirigente Scolastico e
l’indebolimento del ruolo degli organi di democrazia scolastica.
4) La riduzione degli spazi di autonomia dell’attuale Collegio dei
docenti e, con l'accentuazione dei poteri del Dirigente Scolastico, la
riproposizione del rapporto di subordinazione gerarchica dei docenti al
Dirigente Scolastico, già previsto nel RD del 1924. Andrebbe,
viceversa, reso più cogente il fatto che la responsabilità
gestionale del DS viene svolta nell’ambito della collegialità, di cui
lo stesso DS è espressione e parte attiva..
5) Gli organi di democrazia scolastica, affidati ai singoli statuti,
possono essere o ridimensionati o soppressi. Il Consiglio
dell'autonomia ha generiche competenze d'indirizzo e limitate
funzioni deliberanti e sempre su “proposta del dirigente
scolastico”. Il Consiglio dei docenti, non essendone esplicitato il
potere deliberante, rischia di vedere indebolite le funzioni di
programmazione e di valutazione. I Consigli di classe sono fortemente
ridimensionali nelle loro competenze e nella loro composizione.
6) Non è accettabile che sia lo Statuto a definire in ogni scuola le
modalità attraverso le quali genitori e studenti esercitano il diritto
di partecipazione. In tal modo, tra l’altro, vengono anche messe in
discussione le assemblee degli studenti in orario di lezione.
7) L'organizzazione degli organi collegiali territoriali è attribuita
alle discrezionali scelte delle Regioni in palese violazione della
Costituzione che invece, per garantire l’assetto unitario del sistema
scolastico, attribuisce allo Stato la competenza per le norme generali
sull'istruzione.
8) Il governo nazionale della scuola è mantenuto al Ministro
dell'istruzione con un ruolo sempre più evanescente del cd Consiglio
nazionale delle Autonomie scolastiche.
9) All'interno di queste scelte che mettono in discussione il ruolo
istituzionale del sistema scolastico statale tutta la necessaria
articolazione è demandata in gran parte al potere regolamentare del
Ministro: dalla Scuola della Repubblica alla scuola ministeriale.
Queste scelte mettono in discussione la scuola della Costituzione; se
l'iter legislativo non sarà fermato, la proposta sarà approvata dalla
Commissione della Camera in sede legislativa, senza alcun dibattito né
in Parlamento né nel mondo della scuola: chiediamo pertanto che l'iter
legislativo sia fermato e sia avviato sin dall’inizio del prossimo anno
scolastico un ampio dibattito nelle scuole in modo che la riforma del
governo della scuola statale, senza dubbio necessaria, con la
partecipazione democratica del mondo della scuola e della cultura,
segni un rafforzamento della democrazia scolastica per una scuola
statale pluralista ed aperta a tutti e tutte .
Tavolo regionale del Lazio in difesa della Scuola statale
Tavolo regionale della Toscana in difesa della Scuola statale
SI PUO’ SOTTOSCRIVERE QUESTO APPELLO INVIANDO UNA MAIL
CON L’ INDICAZIONE DI NOME, COGNOME, INDIRIZZO,
ed eventualmente Organizzazione di appartenenza, a:
tavoloregionalelazio@gmail.com
ufficiostampa.prc@libero.it
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