Attentato di Brindisi: c'è un sospettato; si torna sulla pista della «vendetta privata»; non c’entrano nulla la mafia, la camorra la sacra corona e le brigate rosse e gli anarchici
Data: Mercoledì, 06 giugno 2012 ore 18:14:53 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Non ci sarebbe dunque alcun coinvolgimento della criminalità organizzata, ma si tratterebbe di una «vendetta privata». La polizia si mantiene comunque estremamente cauta per evitare di ripetere gli stessi errori fatti nei giorni successivi alla strage. E' stato personalmente il procuratore capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce Cataldo Motta ad affermare:«Non c'è alcuna novità».

IL CAPO DELLA POLIZIA - A far pensare ad un'imminente svolta sono state anche le parole del capo della polizia Antonio Manganelli che oggi è tornato sull'attentato di Brindisi. «Non è opera nè della mafia nè degli anarcoinsurrezionalisti» rivelando che il giorno della tragedia «i detenuti della Sacra Corona Unita hanno fatto un telegramma di solidarietà alla famiglia di Melissa: un segnale specifico per dire noi non ci entriamo». E anche per quanto riguarda la Fai «faccio fatica a immaginare che sia opera loro un attentato così vigliacco». In ogni caso, ha assicurato Manganelli, «arriveremo a chi è stato e scopriremo la matrice dell'attentato».

CONTROLLI SUL TERRITORIO -Da parte sua la polizia ha reso pubblici i risultati di un'intesa attività di controllo del territorio. Dopo l'esplosione all'Istituto «Morvillo Falcone» in cui è stata uccisa la 16enne Melissa Bassi, la Questura di Brindisi ha avviato «servizi di controllo del territorio eccezionali» con 1.400persone controllate e 32 perquisizioni domiciliari. «L'attività - si legge in una nota della Questura- è svolta da decine di equipaggi Volanti della questura supportati da altrettanti equipaggi del Reparto prevenzione crimine Puglia», oltre cento uomini che, in coordinamento con i reparti investigativi, giornalmente presidiano la provincia di Brindisi. «Gli agenti - è precisato - presenziano all'ingresso e all'uscita degli studenti, monitorano persone e veicoli, osservano, attuano simultaneamente perquisizioni e posti di blocco, eseguono controlli mirati su soggetti di elevata caratura criminale, esercitano pressione su persone orbitanti organizzazioni criminali». Il servizio ha consentito di denunciare 28 persone per reati contro il patrimonio e un arresto.

Alfio Sciacca6 giugno 2012 | 17:40

STRAGE DAVANTI ALLA SCUOLA

Attentato a Brindisi, in arrivo la svolta accertamenti su un uomo: "Vendetta privata"

Accertamenti su un uomo della provincia di Lecce: avrebbe fatto esplodere le tre bombole del gas che hanno causato la morte della studentessa Melissa Bassi e il ferimento di altre cinque ragazze. Il capo della Polizia Manganelli: "Né mafia, né anarchici, arriveremo a chi è stato"

 

In arrivo una svolta sull'attentato di Brindisi. Nelle prossime ore potrebbero arrivare novità decisive sulla soluzione del giallo che il 19 maggio scorso è costato la vita alla studentessa sedicenne Melissa Bassi e il ferimento di altre cinque ragazze per l'esplosione di tre bombole del gas davanti alla scuola Morvillo Falcone. Secondo indiscrezioni, ci sarebbero accertamenti in corso su una persona sospettata di aver avuto un ruolo nell'attentato: si tratterebbe di un uomo residente nella provincia di Lecce. Al momento, non sarebbero stati adottati provvedimenti nei suoi confronti. La pista che si segue è quella della "vendetta privata". Il procuratore di Lecce Cataldo Motta getta acqua sul fuoco: "Quando ci saranno novità, le diremo. Per il momento non ce ne sono".

Del resto, che qualcosa si stesse muovendo sul fronte delle indagini l'ha lasciato trasparire stamattina il capo della Polizia Antonio Manganelli, mettendo una serie di paletti alle ipotesi che circolavano sull'attentato. "Non c'entrano né la mafia, né gli anarchici", ha esordito rivelando che il giorno della tragedia "i detenuti della Sacra corona unita hanno inviato un telegramma di solidarietà alla famiglia di Melissa: un segnale specifico per dire noi non ci entriamo". E anche per quanto riguarda la Fai "faccio fatica a immaginare - ha detto Manganelli - che sia opera loro un attentato così vigliacco". "Arriveremo a chi è stato", ha però garantito il capo della Polizia.

 

"Mi auguro che quello di Brindisi rimanga un episodio isolato", è stato comunque l'auspicio del premier Mario Monti solo ieri.

DOSSIER TUTTO SULLA VICENDA

"Ho sentito molte sciocchezze", ha proseguito il capo della Polizia nel corso del suo intervento alla Scuola per agenti interforze, ricordando che la mafia "non è oggi in condizione di porsi in contrasto con lo Stato" né tanto meno si può parlare di Br risorte. "Ci troviamo a fare i conti con un'indagine che deve dare risposte - ha aggiunto - e quando sapremo chi è stato sapremo anche la matrice. E a chi è stato ci arriveremo". "Noi lavoreremo ancora di più per scoprire i fatti - ha concluso - e fermare gli autori".

Per quanto riguarda la pista della malavita organizzata, i detenuti del carcere di Lecce nei giorni del grande lutto avevano anche fatto affiggere un manifesto funebre per Melissa in cui manifestavano la loro vicinanza ai familiari della ragazza uccisa. E da subito si è tentato di escludere la matrice mafiosa, vista anche la natura dell'ordigno: bombole di gas, non tritolo. Stando alle ultime indiscrezioni sul fronte delle indagini, comunque, dovrebbe essere stato sentito il pentito Ercole Penna, esponente storico della Scu. Anche grazie alle sue rivelazioni è stato possibile in questi anni sgominare il sodalizio criminale brindisino e dalle sue parole sono scaturiti i 16 arresti che hanno preceduto di una settimana l'attentato alla scuola Morvillo Falcone.
Ma l'ipotesi che si trattasse di un gesto isolato di un 'folle' è stata si da subito quella privilegiata dagli inquirenti. In queste settimane, sono 1400 le persone controllate e 32 le perquisizioni effettuate.
Attività in cui sono stati impiegati "decine di equipaggi volanti della questura supportati da altrettanti equipaggi del reparto prevenzione crimine Puglia", oltre cento uomini che, in coordinamento con i reparti investigativi, giornalmente hanno presidiato la provincia di Brindisi.
(06 giugno 2012)

ATTENTATO DI BRINDIsI C'è UN SOSPETTATO 

Attentato di Brindisi: sospettato sotto torchio
Si torna sulla pista della «vendetta privata» 

Sarebbe un uomo di Lecce che avrebbe agito per risentimento nei confronti del preside della scuola I BRINDIsI C'è UN SOSPETTATO

 

tentato di Brindisi: sospettato sotto torchio
Si torna sulla pista della «vendetta privata»

 

 

Sarebbe un uomo di Lecce che avrebbe agito per risentimento nei confronti del preside della scuLe indagini sull'attentato alla scuola «Morvillo» di Brindisi in cui è morta la 16enne Melissa Bassi potrebbero essere ad una svolta. Secondo indiscrezioni, non confermate dagli inquirenti, una persona è da alcune ore sotto torchio e sottoposta ad accertamenti stringenti per verificare se è l'attentatore ripreso dalle telecamere di un chioschetto mentre preme il telecomando. Stando sempre alle indiscrezioni il sospetto sarebbe un benzinaio di un paese della provincia di Lecce che avrebbe fatto tutto da solo che avrebbe agito per vendetta privata pare per rancori non nei confronti degli studenti o i loro famigliari ma contro il preside della scuola Angelo Rampino. Non ci sarebbe dunque alcun coinvolgimento della criminalità organizzata, ma di una «vendetta privata». Ma il preside parlando a Corriere.it afferma: «Non ho nemici e di sicuro non ho come nemico nessun titolare di pompe della benzina».  

 

CAUTELA DELLA POLIZIA - La polizia si mantiene comunque estremamente cauta per evitare di ripetere gli stessi errori fatti nei giorni successivi alla strage quando venne fermato un cinquantenne subito additato come l'assassino e che per questo rischio il linciaggio, tranne poi risultare totalmente estraneo all'attentato. Per questo è stato personalmente il procuratore capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce Cataldo Motta a tentare di raffreddare gli animi. «Non c'è alcuna novità -ha affermato- novità non ci sono e se ci saranno vi informeremo al momento opportuno». 

 

IL CAPO DELLA POLIZIA - A far pensare ad un'imminente svolta erano state anche le parole del capo della polizia Antonio Manganelli che è tornato a parlare dell'attentato di Brindisi affermando: «Non è opera nè della mafia nè degli anarcoinsurrezionalisti». Rivelando poi che il giorno della tragedia «i detenuti della Sacra Corona Unita hanno fatto un telegramma di solidarietà alla famiglia di Melissa: un segnale specifico per dire noi non ci entriamo». E anche per quanto riguarda la Fai «faccio fatica a immaginare che sia opera loro un attentato così vigliacco». In ogni caso, ha assicurato Manganelli, «arriveremo a chi è stato e scopriremo la matrice dell'attentato».  

 

CONTROLLI SUL TERRITORIO -Da parte sua la polizia ha diffuso i risultati di un'intesa attività di controllo del territorio. Dopo l'esplosione all'Istituto «Morvillo-Falcone» la Questura di Brindisi ha avviato «servizi di controllo del territorio eccezionali» con 1.400persone controllate e 32 perquisizioni domiciliari. «L'attività - si legge in una nota della Questura- è svolta da decine di equipaggi Volanti della questura supportati da altrettanti equipaggi del Reparto prevenzione crimine Puglia», oltre cento uomini che, in coordinamento con i reparti investigativi, giornalmente presidiano la provincia di Brindisi. «Gli agenti - è precisato - presenziano all'ingresso e all'uscita degli studenti, monitorano persone e veicoli, osservano, attuano simultaneamente perquisizioni e posti di blocco, eseguono controlli mirati su soggetti di elevata caratura criminale, esercitano pressione su persone orbitanti organizzazioni criminali». Il servizio ha consentito di denunciare 28 persone per reati contro il patrimonio e un arresto.  Alfio Sciacca 6 giugno 2012 

 

 

 







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