Il libro di Margherita Cassia sull'epoca neroniana - Andromaco padre della medicina
Data: Mercoledì, 06 giugno 2012 ore 10:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Andromaco di Creta. Medicina e potere nella Roma neronianaRigorosamente scientifico, come un libro di storia che rientra, con apporti inediti originali, in un vasto filone di ricerca storiografica sulla medicina in età imperiale, ma insieme intrigante, come un thriller ambientato alla corte dei veleni, è l'ultimo lavoro di Margherita Cassia, «Andromaco di Creta. Medicina e potere nella Roma neroniana» (Bonanno Editore, Acireale-Roma 2012). Una tematica che si situa nello sfuggente spazio interstiziale tra medicina e potere, nel quale si colloca la figura dell'archiatra dell'imperatore Nerone, Andromaco, originario dell'isola di Creta che, grazie alla storica catanese (figlia del compianto medico Beniamino Cassia cui la ricerca è dedicata), acquista personalità storica, uscendo dall'astratta, evanescente idealizzazione che ha fatto sì che non venga quasi mai menzionato nelle monografie, pur fondamentali, dedicate all'imperatore e pubblicate nell'ultimo quarantennio.
Con questo studio approfondito, il medico cretese, prestigioso e influente intellettuale vicino al potere, acquista finalmente concretezza storica e biografica e il suo poemetto (che la studiosa traduce integralmente), tramandato da Galeno, viene inserito nel contesto socio-culturale ed economico-politico in cui l'opera di medicina era stata concepita, scritta e pubblicata, contestualizzando lo "stile di relazione" intercorso alla corte neroniana tra l'archiatra e il suo princeps, nonché gli atteggiamenti dell'imperatore nei confronti della patria del medico (la provincia di Creta et Cyrenaica).
Aperto da una Protasi contenente la dedica a Nerone, chiuso da un'Invocazione alla divinità, Peone, il poemetto in distici, scritto in una lingua complessa, talora oscura, tramata di forme ioniche, epico-eoliche, omerismi ed hapax, presenta una sapiente articolazione in tre parti principali: tossine di origine vegetale ed animale (I parte), indicazioni terapeutiche e posologia (II parte), ingredienti (III parte). Si tratta della ricetta per la preparazione di un miracoloso antiveleno polivalente, detto Theriaché o Galéne, una vera e propria panacea in grado di soppiantare per efficacia persino il celeberrimo antidoto di Mitridate, e che tuttavia sottende il principio stesso del mitridatismo, consistente nell'assorbire quotidianamente dosi minime di veleni per ottenerne l'immunizzazione, secondo il principio dell'assuefazione preventiva. E mentre non mancano nella teriaca andromachea i rimedi vegetali, animali e minerali provenienti da ogni parte dell'ecumene romana, il richiamo a un passato mitico, l'aspetto cultuale magico-religioso, la sottesa concezione della salute come immunità dalla malattia e dal dolore, l'utopia dell'antidoto perfetto capace di guarire ogni male - sogno dell'uomo di tutti i tempi - moderni dati, come quelli sulle proprietà terapeutiche delle erbe officinali, confermano la validità scientifica dell'approccio, come il principio omeopatico "similia similibus curantur"che, a me sembra, possa spiegare la cura degli effetti prodotti dal veleno con l'uso della medesima sostanza tossica. Come Mitridate, anche Nerone e Agrippina furono ossessionati dai veleni e dagli antidoti, madre e figlio si servirono di sostanze tossiche per sbarazzarsi di scomodi personaggi di corte, entrambi non esitarono a fare ricorso ai veleni preparati da Locusta, inquietante figura criminale, la cui impunità, come in un giallo di corte, era poi dagli stessi garantita. Perciò Andromaco dovette essere ben più che uno degli intellettuali cortigiani, servili e adulatori. La sua influenza e il suo prestigio derivarono non solo dal fatto che a lui era affidata l'integrità stessa del principe, ma dalla dipendenza di questo dalle sostanze contenute nel papaver somniferum (morfina, codeina e papaverina), indispensabile per potenziare l'effetto della teriaca. Nella figura dell'amicus principis, la studiosa, particolarmente attenta all'interpretazione di prima mano delle fonti antiche più svariate, sintetizza mirabilmente il connubio tra medicina religiosa e medicina laica e il lento processo di trasformazione del "graduale trascolorare dei rituali magico-religiosi negli approcci terapeutici scientifici", fondamentale per ogni studio serio sul prosieguo della storia della medicina.

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