No a facili slogan sulla meritocrazia. vogliamo una scuola con eccellenze diffuse
Data: Mercoledì, 06 giugno 2012 ore 06:30:00 CEST Argomento: Attività parlamentare
"Compito della scuola, quale comunità
educante, è di sostenere gli studenti nella capacità di dare senso alla
varietà delle loro esperienze, scolastiche ed extrascolastiche".
"Con facili slogan sulla meritocrazia si confondono gli effetti con le
cause e soprattutto non si affrontano le sfide inedite della scuola
nella società della conoscenza. Si rischia di prendere una sviante
scorciatoia, basata sull'idea fallace che l’eccellenza 'possa' essere
solo di pochi, che possa concentrarsi in pochi luoghi, e che riguardi
solo alcune competenze". Lo afferma il senatore del Pd Mauro Ceruti in
un articolo sul merito nella scuola, pubblicato oggi dal quotidiano
L'Unità.
"È cambiato il mondo in cui viviamo. Globalizzazione e tecnologie
dell'informazione in pochi anni hanno trasformato radicalmente la
condizione umana. Le conseguenze per la scuola - continua in un altro
passaggio Ceruti - sono state immediate e dirompentili. Nella sua
esperienza quotidiana extrascolastica, lo studente acquisisce una
miriade di informazioni e incontra una molteplicità di culture diverse.
Ma tutto ciò accade in modo frammentario, senza filtri interpretativi e
senza prospettive educative in grado di unificare le molteplici
esperienze di ogni studente. Di fronte a questa situazione, forte è la
tentazione di ridurre la finalità della scuola alla semplice
trasmissione di alcune tecniche e di alcuni frammentati saperi,
rinunciando ai suoi compiti educativi e formativi. E forte è la
tentazione, appunto, di una concezione del merito, inteso come
puramente individuale, indipendente dai contesti e dalle relazioni".
Ma, sottolinea Ceruti: "L’apprendimento non corrisponde a una
trasmissione astratta di contenuti e non si dà apprendimento senza una
continua socializzazione, che è appunto la condizione
irrinunciabile dell’apprendimento". "Compito della scuola, quale
comunità educante, è di sostenere gli studenti nella capacità di dare
senso alla varietà delle loro esperienze, scolastiche ed
extrascolastiche, di ricomporre la frammentazione delle informazioni
cui hanno accesso, di integrare e unificare lo sviluppo della loro
formazione culturale. Compito della scuola è di consentire a tutti gli
studenti di acquisire le competenze necessarie allo sviluppo personale,
all’integrazione sociale e alla vita professionale, nel quadro di un
apprendimento che possa durare e persino intensificarsi lungo il corso
della vita. Oggi più che mai, come entrando nel merito già
sosteneva Montaigne, compito della scuola è formare "teste ben fatte",
non "teste ben piene".
E ancora scrive Ceruti: "Nella società della conoscenza, ancor più
inadeguata risulta dunque l'idea che il merito emergerebbe da una
competizione a "somma zero": “vinco io” (prestigio, vantaggi economici,
strada spianata), “perdi tu” (lasciato solo, dato che ci sono sempre
meno risorse). Il rischio è che questa idea di merito risulti
rapidamente fatale innanzitutto per il sistema formativo stesso, poi
per il mondo del lavoro e alla fine per la vitalità dell’intero paese,
producendo l’estromissione di molti giovani da un autentico processo
formativo e producendo conformismo, standardizzazione e chiusura degli
stessi contesti di eccellenza. Tutte le comunità eccellenti e creative,
ristrette o ampie che siano, mostrano al contrario che l’eccellenza e
la creatività o sono diffuse oppure non sono affatto"
maria.calabretta@senato.it
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